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Smettere di furmare. Tutti i vantaggi degli spray orali
Meglio dei cerotti perché non provocherebbero i sintomi dell’astinenza e meglio degli spray nasali perché non irritanti. In più, le nuove terapie orali di rilascio di nicotina, avrebbero un’efficacia mai vista rilasciando la sostanza più velocemente rispetto agli altri prodotti.
28 FEB - Il segreto per sconfiggere la dipendenza da nicotina potrebbe essere uno spray orale. Il dispositivo medico rilascia infatti la dose di nicotina più velocemente di cerotti e gomme, diminuendo la percentuale di persone ancora non-fumatrici ad un anno dal momento in cui hanno abbandonato il vizio. La ricerca che lo dice è stata condotta dai ricercatori del Gentofte University Hospital danese, e pubblicata sull’European Respiratory Journal. A confronto dei pazienti che sono stati trattati con un farmaco placebo, sono infatti più del doppio quelli che riescono a mantenersi lontano dalle sigarette.
 
Il trial, multicentrico randomizzato in doppio cieco, è stato condotto su 479 pazienti, la cui dipendenza era verificata sia tramite questionari che con test di alito e saliva. Ai partecipanti, divisi in due gruppi, è stata assegnata per 12 settimane una terapia con lo spray orale a rilascio di nicotina o con uno spray placebo che mimava il bruciore di quest’ultima. Le indicazioni ricevute dai pazienti, oltre ad una breve spiegazione del funzionamento del prodotto, erano quella di usare lo spray ogni qualvolta avessero sentito il bisogno di accendere una sigaretta, o quando ne avrebbero accesa una per abitudine. I partecipanti non potevano però superare quattro dosi ogni ora e 64 al giorno.
I ricercatori hanno così osservato che circa il 14 per cento dei partecipanti che avevano ricevuto lo spray alla nicotina risultavano ancora non fumatori ad un anno dalla fine della terapia, contro il 6% del gruppo di controllo. “Non è certo un numero enorme”, ha spiegato Philip Tonnesen, ricercatore che ha lavorato allo studio. “Ma è comunque un risultato migliore di quello ottenuto da altre terapie sostitutive per la dipendenza da nicotina”.
 
Queste altre tipologie di trattamento consistono nell’uso di cerotti, gomme, pasticche o spray nasali, ma nessuna ha un rilascio veloce come quello che si ha nella somministrazione orale, che inoltre non prevedere sintomi da astinenza come il cerotto o irritazioni come lo spray nasale. L’unico problema di questi dispositivi medici sembra essere quello di non essere facilmente reperibili, poiché innovativi e non disponibili in ogni nazione.
Di solito gli scienziati consigliano questo tipo di prodotti a rilascio di nicotina, quando hanno di fronte pazienti che vogliono smettere di fumare. Ma cercano anche di ricordare che per molte persone c’è bisogno di sforzi di carattere diverso, e che i tentativi spesso sono diversi prima di riuscire a smettere di fumare. “Le terapie sostitutive non sono certo la pallottola d’argento della dipendenza”, ha commentato Gregory Connelly, direttore del Center for Global Tobacco Control della Harvard School of Public Health. “Non c’è comunque da criticare questo tipo di prodotti per lo scopo che si prefiggono, anche perché la dipendenza dal tabacco dipende da fattori anche psicologici, che persistono dopo che il bisogno fisico di nicotina è stato eliminato e che, dunque, causano ricadute”.
Anche con terapie combinate, sia fisiche che psicologiche, per molti smettere di fumare rimane difficilissimo. La American Lung Association, tra le principali organizzazioni americane che aiutano i fumatori a liberarsi della loro dipendenza, ci vogliono in media almeno cinque o sei seri tentativi di abbandonare le sigarette, prima che arrivi quello definitivo. E secondo il Dipartimento della Salute statunitense il 36% dei fumatori negli Stati Uniti ogni anno prova a smettere di fumare, ma solo il 3% riesce nell’intento.
 
Laura Berardi
28 febbraio 2012
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