Per il leader del sindacato autonomo è doverosa un'attenta riflessione sul fatto che il concetto di equivalenza terapeutica non trovi alcun riscontro nella letteratura scientifica internazionale, per Testa si tratta di un evidente andazzo di "sforbiciate pazze" che starebbe facendo avviare la sanità pubblica verso una china di non ritorno
31 AGO - Lo Snami ritorna sul problema dei farmaci equivalenti. "Pubblicamente - dichiara
Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami - abbiamo sempre sostenuto il nostro no convinto ai cosiddetti farmaci di stato, quando la determina dell’aifa, la 458 del 31 marzo attualmente in stand-by, intendeva chiarire alle Regioni quali fossero i requisiti che i medicinali contenenti principi attivi diversi devono possedere per poter essere ammessi alla valutazione di equivalenza terapeutica. Abbiamo chiarito che non si trattava, come qualcuno avrebbe voluto far intendere all’opinione pubblica giocando sull’equivoco, della differenza tra un farmaco di farmaco brand ed un farmaco equivalente, ma di qualcosa di più in negativo ed esprimemmo il nostro timore che si volesse arrivare al farmaco unico".
"Un medicinale simile - chiarisce
Testa -, ma non lo stesso, secondo noi per logiche meramente economiche di risparmio. Semplificando ed estremizzando: io Regione sono piena di debiti per cui per l’ipertensione posso concedere questo, per l’ulcera gastrica ammetto quest’altro, per la bpco mi limito a quell’altro, e così via per tutte le patologie. Tu medico ritieni di prescrivere un altro farmaco perché non sei d’accordo sulla terapia dei gemelli diversi?".
"Allora che il paziente lo paghi di tasca propria. E’ doverosa - conclude il leader del sindacato autonomo -un’attenta riflessione sul fatto che il concetto di equivalenza terapeutica non trovi alcun riscontro nella letteratura scientifica internazionale e che si tratti di un evidente andazzo di sforbiciate pazze che sta facendo avviare la sanità pubblica verso una china di non ritorno".
Lorenzo Proia