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FarmacistaPiù. Prevenzione, clinica e farmacovigilanza. La professione cambia con la proposta di legge di DAmbrosio Lettieri e Mandelli
Maggiore presenza non solo in farmacia e un orizzonte fatto anche di attività cliniche e di monitoraggio a contatto con medici e pazienti. Più possibilità di insegnamento, numero chiuso e specializzazioni retribuite. Tutte le novità previste in un Ddl appena presentato al Senato e del quale si parlerà in un convegno dedicato nell'ambito di FarmacistaPiù. IL DOCUMENTO.
14 MAR - I farmacisti si preparano ad ampliare il loro raggio di azione: oltre che in farmacia, potranno essere presenti nei laboratori privati di analisi cliniche (dove potranno anche elaborare ‘diete salutari’), presso le case di cura private per evitare che i farmaci siano gestiti da persone non qualificate, nelle strutture dedicate a tossicodipendenti e malati di Aids. I farmacisti saranno accanto ai medici sulle navi da crociera e i treni a lunga percorrenza e  dispensari farmaceutici potranno essere attivati presso aeroporti, stazioni ferroviarie, aree di servizio della rete autostradale.
 
L’attività del farmacista deve prevedere un suo ruolo attivo nella prevenzione e nella soluzione degli errori terapeutici per prevenire rischi e aumentare la sicurezza dei pazienti. Un orizzonte del tutto nuovo per la professione, proposto per aggiornare e ampliare il campo di azione dei farmacisti oltre quello della sola dispensazione dei medicinali, che il disegno di legge “Disposizioni in materia di attività professionali del farmacista” prevede e illustra nei suoi 15 articoli.
Il Ddl, a firma dei senatori Luigi D’Ambrosio Lettieri Andrea Mandelli, è stato presentato il 1° marzo scorso alla presidenza del Senato e sarà al centro di uno specifico convegno sabato 18 marzo a Milano, organizzato nell’ambito della IV edizione del congresso dei farmacisti  FarmacistaPiù.
 
Un atto che mira “ad allargare e aggiornare il perimetro al cui interno possono trovare sbocco le competenze e il patrimonio dei saperi del farmacista. Competenze e saperi acquisiti nel corso di studi, ma anche nella formazione post laurea, e che vanno valorizzati per offrire una risposta maggiore e migliore ai bisogni di salute del cittadino e alla governance del sistema, in primo luogo attraverso l’implementazione dei servizi cognitivi all’interno di una farmacia intesa come presidio sanitario polifunzionale”, dice Luigi D’Ambrosio Lettieri
 
“La nostra è una professione antica che molto ha dato alla tutela della salute in Italia, ma che per continuare a dare un contributo all’altezza dei tempi richiede un’azione di svecchiamento e chiarimento degli ambiti e delle modalità di intervento del farmacista, anche come risposta alle evidenti difficoltà sul piano occupazionale” dice Andrea Mandelli
 
E così, accanto a indicazioni quali l’obbligatorietà della presenza del farmacista in strutture quali le case di cura, i Sert o gli istituti penitenziari, ce ne sono altre che mirano a includere nell’attività del farmacista l’esecuzione e la refertazione di analisi chimiche, chimico cliniche e bromatologiche o l’attività in campo nutrizionale, oltre alle attività di pharmaceutical care, a cominciare dal supporto all’aderenza alle terapie farmacologiche. Un’azione di riforma, dunque, che però, sottolinea D’Ambrosio Lettieri, “non può prescindere da una diversa e più stretta regolazione dell’accesso ai corsi di laurea, e a una programmazione aderente alle necessità del servizio farmaceutico e del sistema salute nel suo complesso”. 
 
Questo provvedimento, concludono i due senatori proponenti, rappresenta il "testo base" di un disegno di legge che, nel corso dell'iter legislativo, potrà essere integrato con le proposte che emergeranno nel corso di confronti e approfondimenti che la Federazione promuoverà a partire dall'imminente congresso nazionale FarmacistaPiù.
 
Il disegno di legge prevede un ampliamento del ruolo del farmacista, anche in aderenza con numerose ricerche che hanno dimostrato il  forte gradimento di questo professionista da parte della popolazione e degli stessi medici per quanto riguarda soprattutto il controllo dell’aderenza alla terapia dei pazienti.
In questo senso il Ddl valorizza il suo ruolo nell’azione contro gli errori in terapia e potenzia l’attività in corsia e di governo del rischio clinico attraverso l’istituzione del farmacista di dipartimento, con l’obiettivo di ottenere il miglioramento della qualità delle prestazioni, la riduzione degli errori terapeutici e il contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera.
 
Presso ogni ospedale, casa di cura e centro di degenza, pubblico, privato e convenzionato saranno realizzate Unità di farmacia per la gestione centralizzata delle esigenze delle strutture e in ogni loro dipartimento ci sarà l’Unità operativa di farmacia per le attività specifiche con compiti individuati di farmacovigilanza, monitoraggio dei consumi farmaceutici e collaborazione interprofessionale. In queste unità lavoreranno farmacisti esclusivamente in possesso della relativa specializzazione. 
 
Grazie a una rete nazionale di gestione del rischio prevista dal Ddl poi, saranno introdotti sistemi di segnalazione e monitoraggio per identificare nuovi rischi, complicazioni associate all’uso di un farmaco ancora non conosciute, a cui seguirà una analisi scientifica dei dati per individuare le strategie di azione.
 
Il farmacista dovrà essere a più stretto contatto anche con il medico di medicina generale, col quale concorderà gli interventi di «riconciliazione farmacologica» per allineare prescrizioni e consumi effettivi ed eliminare eventuali errori nel corso di terapia farmacologica.
Per queste attività sarà anche necessaria una modifica legislativa che lo metta nelle condizioni di accedere al fascicolo sanitario elettronico non solo per la consultazione dei dati anagrafici del paziente, ma anche ai suoi dati clinici, con la possibilità di aggiornare il dossier farmaceutico. 
 
Aderenza alla terapia sotto controllo anche sul territorio, attraverso il servizio professionale di monitoraggio e gestione da parte del  farmacista nelle farmacie di comunità, secondo le linee guida che dovrà emanare per decreto il ministero della Salute, sentita la Federazione degli Ordini dei farmacisti.
 
E per la realizzazione delle linee programmatiche sull’aderenza alla terapia farmacologica, il Ddl prevede l’istituzione di un fondo per il finanziamento del servizio professionale di monitoraggio e gestione della terapia da parte del farmacista nelle farmacie di comunità.
 
Sul versante professionale, il Ddl prevede un cambio di regole per quanto riguarda il divieto di cumulo e di esercizio di più professioni sanitarie in farmacia. L’articolato si basa sul fatto che non c’è conflitto di interessi se le professioni non sono abilitate alla prescrizione dei medicinali e, quindi, il divieto di cumulo, sia oggettivo che soggettivo, dovrà riguardare solo le professioni sanitarie prescrittrici e l’esercizio della farmacia e della professione di farmacista.
 
Novità in ballo anche a livello universitario.
Il Ddl prevede l’ampliamento delle classi di insegnamento per i laureati in farmacia e tecnologia farmaceutica anche agli insegnamenti in matematica, matematica e fisica e matematica e scienze. E viste le previsioni sulla difficoltà di assorbimento da parte del mercato del lavoro di nuovi farmacisti, prevede l’istituzione del numero chiuso nelle facoltà di farmacia, con una ipotesi-tipo per il 2016-2017 di non più di 1.279 iscritti contro l’attuale media di 4.700 laureati l’anno.
 
Da modificare infine, secondo il disegno di legge, la previsione che riguarda il trattamento degli specializzandi: i laureati in medicina vincitori di concorso hanno  un contratto di formazione specialistica per l’intera durata del corso con relativo trattamento economico, copertura previdenziale e per la maternità, i non medici no.
 
Per questo il Ddl prevede anche per gli specializzandi farmacisti la corresponsione del trattamento economico: l’accesso alle scuole di specializzazione di area sanitaria è sempre per concorso pubblico, sia per i laureati in medicina che per gli altri laureati e la preparazione professionale per tutti gli specializzandi dell’area sanitaria presuppone un percorso formativo di elevato livello a cui va riconosciuto lo stesso trattamento economico-normativo riservato ai medici.  
14 marzo 2017
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