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Prezzo farmaci epatite C. De Filippo risponde a interrogazione al Senato
27 OTT - "Il Ministro della salute ha fortemente voluto la costituzione di un fondo finalizzato all'acquisto di farmaci per l'epatite C, proprio per consentire il trattamento dei casi che presentano requisiti di maggiore urgenza. Per un approccio efficace al problema, sarà tuttavia necessario avviare una nuova riflessione, più ampia, che preveda un confronto e una collaborazione che noi auspichiamo addirittura a livello comunitario, quindi europeo". Questa la convinzione ribadita dal sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, chiamato a rispondere in Aula al Senato ad un'interrogazione di Lucio Barani (Ala) riguardante la determinazione del prezzo di un innovativo farmaco per l'epatite C da parte dell'Aifa
 
"Si tratta di un'esigenza che era già emersa, proprio su impulso dell'Italia, durante il semestre europeo di Presidenza italiana - ha proseguito De Filippo -. In tale sede e in occasioni successive si è discusso concretamente dell'opportunità di una procedura di negoziazione addirittura su scala europea, che possa far valere il peso dei grandi numeri, pur nel rispetto delle differenze di approccio che ogni singolo Stato può avere sulla materia. Si tratta certo di un progetto ambizioso, che presuppone la condivisione di dati e di esperienze, nonché la disponibilità a convergere su soluzioni comuni per i Paesi membri".
 
"Finché dunque non saranno concordate a livello europeo nuove norme che consentano di differenziare i termini della contrattazione sulla base di elementi come la prevalenza di una patologia e le caratteristiche dei singoli mercati farmaceutici, l'azione delle agenzie regolatorie (quindi di Aifa) e, più in generale, dei servizi di sanità pubblica nazionali - ha sottolineato il sottosegretario - sarà comunque vincolata da un complesso di norme, spesso di fonte sovranazionale, che delimitano gli ambiti di autonomia nazionale e che proteggono trasversalmente - com'è noto - i diritti di proprietà industriale, con norme sui brevetti che garantiscono in alcune circostanze le aziende titolari nell'intero contesto dell'Unione europea e addirittura anche oltre".
 
Infine, De Filippo ha ricordato la risoluzione di Margherita Miotto (Pd) approvata di recente in commissione Affari Sociali alla Camera che impegna il Governo, per il futuro, ad evitare accordi di riservatezza, ad eccezione di casi straordinari - motivati dalla rilevanza terapeutica e dalle dimensioni dell'impatto finanziario - valutando comunque, anche in tali specifiche circostanze, di conformarsi agli orientamenti comunitari, e ove esistenti alle indicazioni dell'Ema, nonché a sottoporre gli accordi con clausole di riservatezza alla vigilanza dell'Anac e al controllo della Corte dei conti.
 
Dura la replica di Barani che incalza così il sottosegretario: "La trattativa secretata riguardava cinquantamila casi da un punto di vista epidemiologico. Lo ha detto lei: avete curato cinquantamila pazienti. E vi aspettavo al varco su quest'altro punto: avete stanziato, nei bilanci 2014, 2015 e 2016, 100.00, 400.000 e 500.000 euro, che sono andati tutti alla Gilead. I fondi per i farmaci innovativi sono andati solo alla Gilead".
 
"Lei ha poi confermato che la trattativa va rinegoziata, e che farete una nuova trattativa. E visto che, dal punto di vista epidemiologico, i pazienti saranno un milione e mezzo, il farmaco, nella prossima trattativa, costerà 3000 o 4000 euro. Un conto, infatti, è curare cinquantamila persone, e un conto è curarne un milione e mezzo. Lo ha detto lei adesso. Ma questa trattativa, questa nuova contrattazione, che lei ha riportato e che è agli atti, non la si poteva fare subito? Non si poteva dire all'inizio che i casi sono un milione e mezzo e, quindi, ne curiamo un milione e mezzo? Invece ne abbiamo curati cinquantamila! E lo sa dove sono stati curati? Al Nord, dove c'è una diffusione del 3,2 per cento del virus. Al Sud, dove la diffusione è pari al 12,6 per cento non è stato curato nessuno. Questi farmaci innovativi sono andati in prevalenza al Nord. Non è giusto e non è corretto. Non è così che si uniforma la sanità in Italia", ha aggiunto il senatore di Ala.
 
"Lo sa quanto fa 50.000 per 40.000, dove 50.000 sono i pazienti trattati e 40.000 il costo del farmaco? Fa 2 miliardi. Sono andati 2 miliardi solo per la Gilead, per questa agenzia internazionale di questa industria farmaucetica americana della California. È per questo che riteniamo che per quanto riguarda il fondo dei farmaci innovativi, il Governo abbia agito bene. Non sono a criticare il Governo, sono a dargli i meriti. Non potete però lasciare che l'AIFA li spenda solo per pagare una cattiva programmazione. Condividerei tutto quello che lei ha detto, se non ci fosse la prova provata, che ha detto lei; ha dato lei il numero di 50.000 e ha detto lei che dopo faranno una nuova contrattazione. Significa che con la vecchia contrattazione era contrattato fino a 50.000 e da ora in poi si farà una nuova contrattazione", ha proseguito.

"Sul latte versato non bisogna più piangere; speriamo però che all'Aifa si mandi una persona competente, che tratti come ha fatto l'Egitto. Altrimenti, signor Sottosegretario, perché investimenti che la Gilead ha fatto in Egitto costano solamente 800 euro a cura e da noi 40.000? Cosa è questa disparità? Andiamoci a curare in Egitto", ha concluso Barani.
27 ottobre 2016
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