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Medicina convenzionata. Fimmg, Fimp e Sumai: “Senza nuovo atto di indirizzo pronti allo sciopero”
Pediatri, medici di famiglia e ambulatoriali sono pronti ad incrociare le braccia. Pronti a scioperare se non dovesse essere formulato al più presto un nuovo atto di indirizzo per la medicina convenzionata. Lo hanno annunciato Fimmg, Fimp e Sumai, le tre sigle sindacali maggiormente rappresentative dei medici del territorio. Insieme hanno firmato un documento per far luce sulla vicenda, chiedendo l’intervento del ministro Lorenzin. IL DOCUMENTO
06 LUG - Fimmg, Fimp e Sumai sono pronte a intraprendere azioni sindacali, dallo stato di agitazione allo sciopero, per mettere la politica di fronte alle proprie responsabilità nell’interesse non solo della categoria ma anche e soprattutto dei cittadini. E' quanto è stato stabilito oggi a Roma dagli esecutivi dei tre sindacati in occasione di un incontro con Tdm-CittadinanzaAttiva e con i rappresentanti dei partiti responsabili delle politiche sanitarie e sociali organizzato per sottolineare il ritardo della Conferenza delle Regioni e del Comitato di Settore a formulare un nuovo atto di indirizzo necessario per riavviare la trattativa per i rinnovi economici e normativi degli Acn dell’area convenzionata.
 
“E’ chiaro ormai – sottolinea Antonio Magi, segretario nazionale del Sumai Assoprof – che la medicina convenzionata è diventata la 'Cenerentola' del sistema e rappresenta l’unica categoria il cui rinnovo convenzionale è fermo al 2010 non avendo neppure usufruito in questi anni della vacatio contrattuale, prerogativa esclusiva della dipendenza”.

“Riproporremo a livello periferico il modello di coinvolgimento dei cittadini fin qui portato avanti a livello nazionale – evidenzia il presidente nazionale della Fimp Giampietro Chiamenti – e organizzeremo campagne informative per e con i cittadini”.

"Nelle prossime settimane – specifica Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg - proverò a coinvolgere gli altri sindacati della medicina generale nella necessità di un’azione unitaria che si concretizzi anche nella disponibilità qualora qualcosa si sboccare a riprendere la trattativa in un unico tavolo, quale ulteriore segno che Fimmg vuole fare presto e bene e insieme a tutti."

Produttivo il confronto con i parlamentari presenti. Edmondo Cirielli, Fratelli d’Italia, ha sostenuto che la sanità deve rientrare in capo allo Stato centrale. Le Regioni hanno fallito e il livello di assistenza è assolutamente squilibrato tra regioni del Nord e regioni del Sud. Ha inoltre manifestato completa adesione alle azioni che i sindacati vorranno mettere in campo.

A fare da eco sulle responsabilità delle Regioni, Federico Gelli responsabile salute del Pd, il quale ha ribadito che i soldi per il rinnovo della Convenzione ci sono e se il problema è politico sarà necessario fare una forzatura politica nei confronti di alcune Regioni.

Tra gli intervenuti Giovanni Monchiero, capogruppo di Civici e innovatori, che ha sottolineato la necessità di procedere nella prossima legislatura ad una revisione del D. Lgs 502/92, aggiungendo che sarebbe positivo se i sindacati facessero delle loro proposte sull’aspetto giuridico formale.

Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del Malato di Cittadinanzattiva, ha ricordato come nel rendiconto generale dello stato rilasciato dalla Corte dei Conti nei giorni scorsi, il Ssn ha complessivamente un avanzo di 312 milioni di euro, dunque apparentemente non è più un problema di risorse. Ha lanciato infine la proposta di una Conferenza nazionale delle cure primarie per conoscere qual è la strategia di questo paese sul modello di assistenza socio sanitaria territoriale perché in questo momento non è evidente.

I rappresentanti sindacali hanno messo in evidenza l'impegno della commissione Salute della Conferenza delle Regioni e del suo Presidente Saitta e del Comitato di Settore. Ma hanno sottolineato pure che questo impegno non basta. È necessario un nuovo atto d'indirizzo affinché, hanno scritto i sindacati “si recepisca l'evoluzione legislativa e le nuove necessità organizzative che nei due anni trascorsi dall'emanazione del precedente atto si sono realizzate”.
  
Il documento condiviso. Sciopero, blocco delle trattative periferiche, astensione dalle attività telematiche della medicina territoriale. Sono queste le iniziative che le tre organizzazioni sindacali, come spiegato nel documento finale prodotto al termine dell'incontro, intendono portare avanti per opporsi alla mancata formulazione di un nuovo atto d'indirizzo.
I rappresentanti di categoria si riferiscono al piano nazionale della cronicità, al quello dei vaccini, allo sblocco economico dei rinnovi contrattuali, alla legge sulla responsabilità professionale, ed a tutti gli altri cambiamenti avvenuti negli ultimi 24 mesi. Per questo, chiedono “che sia riavviata una trattativa contrattuale delle tre aree della medicina del territorio che disegni il futuro del Ssn e ne garantisca la sua sostenibilità e sopravvivenza”.

Fimmg, Fimp e Sumai sono pronti a convocare i rispettivi Consigli Nazionali per proclamare lo stato di agitazione. I rispettivi Congressi Nazionali, in programma tra settembre e ottobre, saranno la giusta occasione per definire una calendarizzazione congiunta delle iniziative di lotta che intendono portare avanti.  “Da subito – hanno sottolineato i sindacati, nel documento congiunto – sarà riproposto a livello periferico, il modello di coinvolgimento dei cittadini fin qui proposto a livello nazionale”. Hanno annunciato anche l’organizzazione imminente di campagne mediatiche che coinvolgano tutti i medici e le sedi territoriali, come ambulatori distrettuali, sale attese di medici e pediatri di famiglia.
 
Per le tre sigle sindacali, tutte queste azioni sono necessarie “per sottolineare ai cittadini, che rischiano di veder ridotto o perfino a rischio di scomparsa il diritto costituzionale alla tutela della propria salute, le responsabilità della politica che non vuole determinare il cambiamento e l’innovazione della medicina del territorio per come oggi è stato delineato in termini di programmazione nei provvedimenti nazionali”.
 
Fimmg, Fimp e Sumai hanno definito la medicina convenzionata come “la cenerentola del sistema”. Questo perché mentre “la definizione degli atti di indirizzo per il personale dipendente va avanti, prevedendo anche una qualificazione economica”, lo stesso non si può dire per quella convenzionata “non avendo peraltro neppure usufruito negli ultimi anni della vacatio contrattuale, prerogativa esclusiva della dipendenza”.

Per i sindacati la questione non riguarda esclusivamente il legittimo riconoscimento economico dei medici convenzionati, ma anche i cittadini che, hanno scritto, “rischiano di non poter godere ancora di un servizio sanitario nazionale universale”.
 
Il loro appello è rivoto al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, “affinché – hanno concluso - nella sua qualità di componente del Comitato di Settore, possa farsi ancor più parte attiva per la elaborazione di un nuovo atto d'indirizzo che sia coerente e inclusivo delle normative ed indirizzi che la sua azione di governo, condivisa dalle regioni, in questi due anni ha generato e che ne rendono indispensabile la sua formulazione”.
06 luglio 2017
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