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Riforma del Corso di Laurea in Farmacia. Policicchio (Fenagifar): "Occorre numero chiuso e test in contemporanea a Medicina, non deve diventare una professione di ripiego"
Per i giovani farmacisti argomenti come veterinaria, omeopatia, dispositivi medici, farmaci innovativi, gestione economica, solo per fare alcuni esempi, devono essere obbligatoriamente presenti nel bagaglio formativo del farmacista. Occorre anche che le Facoltà siano a numero chiuso e i test in contemporanea a Medicina, per evitare di diventare una "professione di ripiego"
20 GEN - "La riforma del piano di studi del Corso di Laurea in Farmacia - afferma il Presidente di Fenagifar Pia Policicchio - è stato l'argomento dell'audizione presso la Fofi a cui ha preso parte anche Fenagifar. Numero programmato, aggiornamento delle materie di studio e tirocinio sono stati argomenti su cui la nostra Federazione ha presentato le proprie proposte. L'evoluzione dei tempi rende necessaria una professione profondamente rinnovata; argomenti come veterinaria, omeopatia, dispositivi medici, farmaci innovativi, gestione economica, solo per fare alcuni esempi, devono essere obbligatoriamente presenti nel bagaglio formativo del farmacista. La farmacia oggi, è una vera e propria impresa dove ogni unità è chiamata a portare un contributo attivo e consapevole; pertanto necessita di un'adeguata formazione, che deve essere garantita in maniera uniforme sul tutto il territorio".

"La programmazione - prosegue Policicchio  -, fatta in base a necessità oggettive, deve essere regolata attraverso un numero limitato di posti ad accesso controllato come avviene nella Facoltà di Medicina e la prova di ammissione si deve svolgere nella stessa data. Questo per evitare, come spesso accade, che diventi una professione di ripiego e senza convinzione di priorità, con il rischio di immettere sul mercato professionisti "scontenti o poco convinti" che però vanno ad infoltire la massa di coloro che rimangono inoccupati o disoccupati".

"Lo scopo ultimo - prosegue il Presidente di Fenagifar - è avere un innalzamento qualitativo della professionalità del farmacista e fornire la possibilità di un reale sbocco lavorativo. Per quanto riguarda il tirocinio inoltre, a nostro avviso, dovrebbe espletarsi solo dopo aver terminato tutti gli  esami curriculari e concludersi con un vero e proprio esame che dovrebbe essere giudicato da una commissione composta da docenti universitari e farmacisti dell'Ordine di riferimento. Il tutto in una visone di implementata professionalità".

"Sotto quest'ottica - conclude Policicchio - diventano inaccettabili le dichiarazione dell'A.D. della Conad Pugliese, il quale vuole far passare il valore della professionalità attraverso un'unica chiave di lettura che è quella di tipo economica. Non sarà mai cosi perché il farmacista è un professionista che non abdicherà mai alla sua funzione di tutela della salute del cittadino".
 
20 gennaio 2017
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