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Per i vertici di Federfarma è tempo di far suonare la campanella del Game Over
Pubblichiamo la lettera inviata dal presidente di Ferfarma Nuoro, Carlo Ghiani, ai Presidenti delle Unioni regionali e delle Associazioni provinciali di Federfarma. “Non è più tempo né per donne né per uomini della provvidenza, né per chi antepone le proprie ambizioni personali a quelle della categoria, né per chi sembra ritenere che le cariche, anziché l'espressione pro-tempore della fiducia dei colleghi, siano una sorta di proprietà personale conseguita per diritto divino e quindi da conservare a qualunque prezzo e condizione”
21 OTT - Gentile Presidente,
faccio appello alla Tua cortesia personale per chiederTi di regalarmi una manciata di minuti e un filo di attenzione: quanto basta per leggere questa lettera. Che, è giusto premetterlo, vuole metterTi a parte di un problema che riguarda la mia persona, ma che - allo stesso modo e nello stesso tempo - riguarda anche Te e ognuno di noi. Nessuno escluso. Perché queste righe, come soggetto collettivo, riguardano l'intera nostra categoria e la (in)civiltà ormai raggiunta dai suoi rapporti interni.
 
Vengo subito al dunque: avendo alle spalle una lunga esperienza di consultazioni elettorali di categoria di ogni genere, tipo e livello, non mi meraviglia davvero che nei mesi che precedono il rinnovo dei vertici delle nostre sigle sindacali e/o professionali, il cosiddetto "dibattito di categoria" sia teatro di fenomeni che solo l'aggettivo "vergognosi" può definire con accettabile approssimazione. Il più frequente è la pratica di colpire gli avversari (e i loro amici) ricorrendo alla diffusione di maldicenze e basse insinuazioni, meglio se false, sussurrate a mezza bocca ma in modo tale da farle sentire bene, anche se sempre in modo tale da non farsi individuare.
 
In vista delle ormai non lontane elezioni Federfarma del prossimo anno, i calunniatori si sono moltiplicati come i funghi dopo le prime piogge d'autunno, ben nascosti nel marciume del sottobosco nel quale vivono e prosperano, e provano a colpire con le loro velenose maldicenze il "nemico", ovvero il candidato avversario e i suoi eventuali amici e/o alleati. 
 
Ovviamente, e ciò ha una sua comprensibilissima logica, l'intensità delle calunnie è inversamente proporzionale alla capacità di sostenere il confronto elettorale sul terreno delle idee e dei programmi: meno se ne possiede, di quella capacità, più si ricorre alla calunnia per infangare i concorrenti, in un crescendo di invenzioni cialtronesche,

Ora, sulla calunnia ognuno è ovviamente libero di avere le sue opinioni: so che per qualcuno non è altro che una forma estrema di tecnica di propaganda, magari sgradevole ma alla fine (à la guerre comme à la guerre...) comprensibile, anche se non condivisibile. E so anche che per altri essa è semplicemente quel venticello rossiniano, l'auretta gentile cantata ne "Il barbiere di Siviglia" che "piano piano, terra terra, sottovoce, sibilando, va scorrendo, va ronzando nelle orecchie della gente".

Personalmente, da sardo a denominazione d'origine controllata e garantita quale sono, la penso molto diversamente. Per noi isolani, infatti, chi lancia calunnie offendendo le persone nei valori (per noi) più sacri, la dignità e l'onore, è esattamente uguale a chi spara alle spalle nascosto dietro un muretto a secco: un infame.

Proprio per questo motivo, dopo settimane passate senza muovere un dito o pronunciare un fiato contro le calunnie messe in giro a piene mani contro il sottoscritto, per lo più riferite a presunte quanto generiche irregolarità che sarebbero state compiute nel corso della mia presidenza di Credifarma, ritengo doveroso dire qualche parola al riguardo. 

Lo faccio, ovviamente, per amore di verità e a mia tutela, ma anche per tutelare tutti: perché la "macchina del fango" che oggi colpisce me domani può essere rivolta contro di Te o qualsiasi altro. E lo faccio anche perché ritengo sia ormai giunta l'ora di arginare una volta per tutte e con tutta la forza e fermezza possibili la deriva sciacallesca nella quale è scivolato il "dibattito di categoria", stroncando le calunnie e soprattutto i calunniatori, nell'unico modo possibile: opponendo la verità dei fatti e dei dati alle dicerie e costringendoli a uscire allo scoperto, nel caso volessero ancora persistere con le loro infamie.

Per quel che mi riguarda, la faccenda è in fondo molto semplice: alla guida di Credifarma siedono ormai da tempo altri amministratori, nominati dagli attuali vertici sindacali e certamente indisponibili a coprire, laddove fossero sostenute da fatti, le infamanti accuse che i calunniatori in servizio permanente effettivo lanciano da qualche tempo al mio indirizzo. 

Bene ,fra questi nuovi amministratori c’è anche l’AD , dott. Alessandrini ,che conosco per essere un galantuomo al quale vi chiedo di rivolgervi, per chiedergli ogni possibile chiarimento e delucidazione in ordine alla liceità degli atti da me compiuti in qualità di presidente di Credifarma, fosse anche il semplice rilievo per una spesa fuori luogo.

Chiedendo naturalmente e preventivamente scusa al dr Alessandrini per l’insolito ruolo che gli chiedo di svolgere con l'esclusiva e meritoria intenzione di liberare l'aria dai miasmi delle maldicenze interessate e portare un contributo di necessaria chiarezza,

Nessuno meglio e più di lui, in ragione dell'accesso a ogni possibile documentazione relativa alla gestione della società e al quale rilascio a lui e solo a lui il mio assenso alla divulgazione dei dati che mi riguardano , potrà destituire di ogni fondamento le basse insinuazioni e accuse fatte circolare sul mio operato ritenendo giusto che chi ha sbagliato debba giustamente pagare.

Ma mi sento in dovere di andare oltre e per far ancora più chiarezza voglio ripetere quanto ho fatto alcuni anni fa per soddisfare la morbosa curiosità di un collega del Consiglio di Presidenza che andava chiedendo in giro “ma quanto guadagna il Presidente di Credifarma?”

Per soddisfare la sua curiosità ho depositato presso la presidenza del collegio sindacale della Federfarma le mie ultime tre denunce dei redditi e comunicai ai colleghi consiglieri che potevano andare a consultarle ma solo depositando le loro. D’incanto la curiosità passò a tutti . 
Nessuno è andato a consultarle.

Voglio rilanciare la sfida e depositerò le mie ultime cinque denunce dei redditi e saranno a disposizione dei componenti del C d P presso lo studio dell’avvocato Macciotta a Cagliari e per consultarle devono essere depositate quelle di tutti loro con allegati i rimborsi spesa che hanno percepito ,in tal modo si potrà anche rilevare chi campa di Farmacia e chi di Sindacato , i miei rimborsi spesa ho autorizzato la Credifarma ad esibirli. E infine sono a disposizione per un pubblico confronto per discutere le vere cause della crisi della società e come è stata risolta che nessuno a tutt’oggi conosce se non pochi intimi.

Per la prima volta in Assemblea la drssa Racca ha detto “la nostra finanziaria sta faticosamente rimettendosi in carreggiata e risalendo la china in cui era precipitata a causa degli errori della gestione precedente”

Fuori questi errori e chi li ha commessi paghi. In caso contrario mi vedrò costretto a procedere giudizialmente per diffamazione.

Basta messaggi minacciosi veicolati anche da compiacenti fringuelli canterini e ci dica cosa ne vuol fare della Credifarma (si mormora che le due banche socie vogliano abbandonare) che non è sicuramente “cosa vostra”.
O porterà tutto a ratifica in un’assemblea come quella del 18? 

Sono però pressoché certo che i campioni nel lancio della calunnia, da vigliacchi quali sono, si guarderanno bene dal disturbare l’AD della Credifarma, conoscendo l'infondatezza delle voci che mettono in giro con l'unico obiettivo di "buttarla in caciara" (fulgido esempio l’ultima Assemblea Nazionale e la scandalosa circolare inviata per comunicarne l’esito) e inquinare fin da subito il confronto tra le diverse posizioni che si fronteggiano in vista del prossimo rinnovo degli organi direttivi di Federfarma.
 
O ancor meglio potrebbe accadere che, punti nell’orgoglio, mettessero a disposizione di tutti noi gli stessi dati che li riguardano e che conosciamo solo aggregati. 
Se ciò non avenisse io vi invierò i miei.
 
Perché è del tutto evidente che "buttarla in caciara" è il solo modo che hanno per sottrarsi a un confronto condotto sul merito della grave situazione attraversata dalla farmacia italiana e sulle scelte più adeguate per superarla e affrontare con successo le complesse sfide che si profilano nel futuro immediato, confronto che li costringerebbe a esprimere capacità di analisi, di visione e di progettualità: tutte qualità che certamente non rientrano nella cassetta degli attrezzi di chi sceglie di usare la diffamazione come suo unico strumento e argomento. 
 
Ma può pur sempre essere che, a essere punti dalla vaghezza di chiedere chiarimenti e delucidazioni, siano colleghi che - pur senza essere malevoli e tanto meno maldicenti - hanno finito per restare impressionati dal cumulo di fango indirizzato contro la mia persona, tanto da non riuscire a impedirsi qualche dubbio o perplessità. Non si dice, del resto, "calunniate, calunniate, qualcosa resterà"? Ecco, nel caso a qualcuno fosse appunto rimasto appiccicato addosso "qualcosa", mi auguro che voglia rivolgersi direttamente alla fonte per le verifiche del caso e dissolvere così ogni suo dubbio o perplessità, per piccoli che siano, in ordine alla assoluta correttezza del mio operato.
 
Di più e meglio davvero non credo di poter dire o fare, per sgombrare il campo dai veleni messi in giro ad arte da chi non ha altro scopo che quello di avvelenare il clima prima della partita nella quale si giocherà il futuro prossimo della rappresentanza sindacale delle farmacie, rispetto alla quale - per correttezza - non voglio esprimere alcuna considerazione di stampo elettoralistico, essendo ben altra la finalità di questa lettera e non avendo davvero attenzione di abusare del tempo e dell'attenzione che Tu, gentile Collega, hai voluto concedermi.
 
Una piccola esortazione di interesse generale, in chiusura mi permetto però di farla, quale che sia la Tua opinione in ordine alle politiche di rappresentanza fin qui condotte dal nostro sindacato e agli esiti (purtroppo drammaticamente insufficienti) che esse hanno prodotto: impegniamoci tutti, in un momento decisivo per le sorti future delle nostre farmacie, affinché l'ormai prossima sfida per il rinnovo dei vertici Federfarma si sposti dal terreno delle contrapposizioni personalistiche, condotte al ribasso e quasi sempre utilizzando come unico metro di giudizio il criterio del "meno peggio", al terreno dei contenuti, delle idee e dei programmi, in modo che possano essere premiati quelli che - in modo ragionevole, praticabile e sostenibile - aprono spiragli e prospettive di futuro alla nostra attività professionale e alle nostre farmacie.
 
Non è più tempo né per donne né per uomini della provvidenza, né per chi antepone le proprie ambizioni personali a quelle della categoria, né per chi sembra ritenere che le cariche, anziché l'espressione pro-tempore della fiducia dei colleghi, siano una sorta di proprietà personale conseguita per diritto divino e quindi da conservare a qualunque prezzo e condizione.
 
Per tutti costoro e per i seminatori di cardi che finiscono inevitabilmente per raccogliere (e, quel che è peggio, far raccogliere) spine, il tempo è scaduto e confido molto che anche Tu voglia fare parte della fitta schiera di coloro che sono finalmente e fermamente decisi a far suonare la campanella del game over.
 
Grazie per la Tua attenzione e il Tuo tempo
 
Cordialmente 
 
Carlo Ghiani
Presidente Federfarma Nuoro 
21 ottobre 2016
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