14 GEN - Cresce ancora l’incidenza settimanale dei casi che si attesta sui 1.988 casi per 100 mila abitanti rispetto ai 1.669 di sette giorni prima, anche se rispetto alle settimane precedenti la crescita sembra rallentare. Per quanto riguarda l’indice Rt sale a 1,56 rispetto all’1,43 della settimana precedente.
Cambiano invece i colori di alcune regioni. La Valle d’Aosta è la prima regione a passare in zona arancione avendo superato la soglia del 20% di occupazione delle terapie intensive e il 30% dei reparti di area non critica.
Si salvano dalla zona arancione per un soffio la Calabria, il Friuli Venezia Giulia, la Sicilia, la Lombardia, la Liguria e per il rotto della cuffia il Piemonte.
Cambio di colore anche per la Campania che lascia la zona bianca e passa in giallo dalla prossima settimana avendo ambedue superato le soglie. Molto al limite la situazione della Puglia che ha dati sul filo del giallo ma si è salvata.
Da notare invece come la Pa Di Bolzano per la seconda settimana consecutiva presenta dati da zona bianca.
“La pressione sui servizi ospedalieri – si legge nel report - osservata nell’ultima settimana, associata alle progressive evidenze che arrivano da altri Paesi Europei, rende necessario invertire rapidamente la tendenza per evitare condizioni di estremo sovraccarico dei servizi sanitari, già oggi fortemente impegnati”.
“L’epidemia – si rimarca - si trova in una fase delicata e si osserva ormai da numerose settimane un persistente aumento nel numero di casi e nelle ospedalizzazioni. Alla luce della elevata incidenza e della circolazione della variante Omicron di SARS-CoV-2, è necessario il rigoroso rispetto delle misure comportamentali individuali e collettive, ed in particolare distanziamento interpersonale, uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e riducendo le occasioni di contatto ed evitando in particolare situazioni di assembramento”.
“Una più elevata copertura vaccinale, in tutte le fasce di età, anche quella 5-11 anni, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano strumenti necessari a contenere l’impatto soprattutto clinico dell’epidemia anche sostenuta da varianti emergenti” conclude il report.
Ecco i dati principali emersi dalla cabina di regia:
● L’incidenza settimanale a livello nazionale continua ad aumentare: 1988 ogni 100.000 abitanti (07/01/2022 -13/01/2021) vs 1669 ogni 100.000 abitanti (31/12/2021 -06/01/2021), dati flusso ministero Salute.
● Nel periodo 22 dicembre 2021 – 4 gennaio 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,56 (range 1,24 – 1,8), in ulteriore aumento rispetto alla settimana precedente e ben al di sopra della soglia epidemica. É in leggera diminuzione invece l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt = 1,2 (1,18-1,22) al 4/01/2022 vs Rt = 1,3 (1,27-1,32) al 28/12/2021.
● Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 17,5% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 13 gennaio) vs il 15,4% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 06 gennaio). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 27,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 13 gennaio) vs il 21,6% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 06 gennaio).
● 13 Regioni/PPAA sono classificate a rischio Alto, di cui 3 a causa dell’impossibilità di valutazione, 8 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio Moderato secondo il DM del 30 aprile 2020. Tra queste, cinque Regioni/PPAA sono ad alta probabilità di progressione a rischio Alto secondo il DM del 30 aprile 2020.
● Quasi tutte le Regioni/PPAA riportano almeno una singola allerta di resilienza. Dieci Regioni/PPAA riportano molteplici allerte di resilienza.
● Raddoppia il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (649.489 vs 309.903 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in forte diminuzione (13% vs 16% la scorsa settimana). È in diminuzione anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48% vs 50%) ed aumenta la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (39% vs 34%)