Fare tanto esercizio aerobico non protegge i bambini dalla sindrome metabolica, anche se è utile a ridurne la comparsa in caso di sovrappeso migliorando i livelli di colesterolo HDL. È quanto osservato da uno studio finlandese.
La ricerca, guidata da Eero Haapala dell’University of Jyvaskyla, insieme a un team dell’University of Eastern Finland, è stata pubblicata dal Journal of Science and Medicine Sport, che ha concluso che la scarsa attività aerobica non è uno dei fattori caratterizzanti la sindrome metabolica negli adulti.
La sindrome è caratterizzata da un accumulo di fattori di rischio metabolici e per malattie cardiovascolari ed è contraddistinta da elevato peso corporeo, ipertensione, resistenza all’insulina, aumento dei trigliceridi e ridotti livelli di colesterolo.
La ricerca finlandese ha osservato 352 bambini tra i nove e gli undici anni, compresi nello studio PANIC, e 572 uomini tra i 53 e i 72 anni, dello studio KIHD.
Dai risultati è emerso che una scarsa attività aerobica non è un fattore di rischio per la sindrome metabolica nei bambini. Invece, quando si considera l’attività aerobica in base al peso corporeo, i bambini che fanno più attività presentano un rischio ridotto di sindrome metabolica, anche se questo diverso effetto dell’attività fisica sembra essere dovuto a differenze nella massa grassa corporea e non all’attività aerobica in sé. Lo stesso è stato osservato negli adulti.
“Il nostro studio mostra che essere sovrappeso o obesi aumenta il rischio di sindrome metabolica indipendentemente dai livelli di attività aerobica”, conclude Haapala, secondo il quale si dovrebbe iniziare con “l’aumentare l’attività fisica, migliorare la qualità della dieta e controllare il peso”.