Pnrr. L’appello dei medici a Draghi e a Speranza: “Chiediamo un ruolo da protagonisti nel processo di rinnovamento in sanità”
08 GIU - Una lettera-appello al Presidente del Consiglio,
Mario Draghi, e una al Ministro della Salute,
Roberto Speranza. E, allegato a entrambe, un Documento, condiviso con tutte le Organizzazioni sindacali mediche e approvato dal Comitato Centrale. Che, in nove punti, sintetizza la “Questione medica”: le istanze, le proposte, le riforme che i medici ritengono necessarie e urgenti per una rivalutazione del loro ruolo all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, e dell’intera società.
A firmare gli appelli è stato il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici,
Filippo Anelli, che si è fatto portavoce della Professione al gran completo, nelle sue diverse declinazioni: dai medici ospedalieri ai medici di medicina generale, dagli anestesisti rianimatori agli specialisti ambulatoriali e convenzionati, dai medici dell’ospedalità privata agli Odontoiatri, dagli specializzandi ai liberi professionisti. Tutti concordi su un punto: il Piano nazionale di ripresa e resilienza è l’occasione per rivoluzionare il Servizio sanitario nazionale. E, di questa rivoluzione, i medici vogliono essere i protagonisti.
Il Documento è stato infatti condiviso dalla Fnomceo, che è l’Ente sussidiario dello Stato esponenziale della Professione medica e Odontoiatrica, con tutte le Organizzazioni Sindacali che hanno chiesto di partecipare a un incontro ad hoc: Fismu, Snr, Sbv_Cuspe, Anaao-Assomed, Fvm, Snami, Cimop, Cisl Medici, Cgil Medici Dirigenti Ssn, Aaroi-Emac, Fimmg, Simet, Cimo-Fesmed, Andi, Uil Fpl, Anpo, Ascoti, Fials Medici, Fimp, Sumai – Assoprof, Aipac.
Ognuna portatrice di interessi particolari, ma tutte unite nel nome dell’interesse generale della tutela della Salute pubblica. “La riorganizzazione di un Paese non è obiettivo di poco conto così come l’avvio di processi di revisione degli assetti strutturali - scrive Anelli rivolto al Premier Draghi -. È pur vero però che l’obiettivo può essere raggiunto, se tutte le componenti che costituiscono gli assi portanti dell’edificio partecipano al comune sforzo. In tal senso siamo a richiedere con forza, come medici e odontoiatri, che i decisori politici non trascurino, all’interno del processo, le risorse professionali quali elementi costituenti di tutto il percorso di rinnovamento”.
“Le pur necessarie azioni di ammodernamento delle strutture sanitarie, di aggiornamento tecnologico a fini assistenziali, il rafforzamento del capitale umano in termini di formazione sono un condivisibile sforzo di riallineamento dei servizi assistenziali sanitari ai bisogni dei cittadini-pazienti ma certo necessitano di un contestuale, coerente coinvolgimento e giusta valorizzazione dei ruoli dei professionisti sanitari – continua -. La Professione nelle diverse articolazioni istituzionali-esponenziali e sindacali di categoria, ciascuna per la rispettiva competenza e mission ha attivato un confronto interno sullo scenario che si verrà a delineare dalla attivazione del progetto Recovery ribadendo, in maniera condivisa, la necessità di un riconoscimento di ruolo e di competenza dei Professionisti. Richiesta di riconoscimento in termini di identità, di ridefinizione del perimetro delle competenze professionali, di efficacia di rapporti con le proprie comunità sociali”.
“Non sembra necessario ricordare la grande prova di valore espressa dagli operatori sanitari e in particolare dai medici e dagli odontoiatri in un periodo di emergenza sanitaria Covid 19 che non ha eguali negli ultimi tempi – aggiunge -. Questa tragica esperienza ha evidenziato le criticità del sistema assistenziale sanitario che ha retto, in una situazione emergenziale drammatica, grazie all’impegno e abnegazione dei professionisti sanitari che si sono spesi senza risparmio. Da ciò discende la necessità di una revisione e riorganizzazione profonda dei nostri percorsi sanitari che dovrà concretizzare una riforma di sistema che non può prescindere dalla considerazione e valorizzazione delle risorse professionali che costituiscono l’asset della nostra sanità. Ad avviso della Fnomceo e delle Organizzazioni sindacali di categoria è intorno ai professionisti e alle relative competenze che va costruita la nuova assistenza sanitaria innovata nella tecnologia, resa sinergica nelle strategie, potenziata in termini di formazione, integrata nei servizi, rafforzata nelle reti ospedaliere e nelle strutture di prossimità, atta a superare diseguaglianze territoriali e bisogno sociale”.
“Il più recente confronto tra la Fnomceo e le Organizzazioni sindacali di categoria ha portato alla luce la unanime convinzione che l’azione che si andrà a intraprendere quale PNRR, in assenza del coinvolgimento delle risorse professionali, sia da ritenersi insufficiente a risolvere il contesto della realtà sanitaria attuale – osserva ancora Anelli nella lettera -. Più precisamente l’assenza di previsione di interventi diretti sulla Professione lascia perplessi i protagonisti stessi del Sistema Salute, medici e odontoiatri che nelle varie dimensioni istituzionali e sindacali di categoria, si sono interrogati riguardo alle impostazioni di un progetto che intenderebbe costituire una riforma di sistema, in assenza, però, della giusta attenzione da riservare ai soggetti professionali costitutivi del sistema stesso”.
“La consapevolezza che lo strumento PNRR sia finalizzato ad affrontare solo alcuni problemi specifici del progetto di riforma sanitaria fa sì che appaia propedeutico individuare un ulteriore valido strumento normativo che affronti concretamente i nodi che la Professione pone – conclude -. La prossima Legge di Bilancio potrebbe, a nostro avviso, affrontare le diverse questioni che l’articolazione del mondo medico pone sul tappeto e in questo senso chiediamo la Sua autorevole attenzione sulle questioni poste che siamo disponibili a meglio esplicitarLe nei termini che Lei dovesse ritenere”.
Questioni che, nel Documento condiviso con le Organizzazioni sindacali, sono sintetizzate in nove punti, sui quali i Medici chiedono un’interlocuzione col Governo:
- Le competenze, l’autonomia e le funzioni svolte dal medico, quale responsabile della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, individuando strumenti legislativi utili a garantire la specificità della Professione
- Il tema della valorizzazione delle competenze dei professionisti ed il conseguente riconoscimento della meritocrazia
- Il task shifting e la relativa erosione delle competenze mediche con conseguente confusione dei ruoli a discapito della qualità del SSN, della organizzazione dell’assistenza e della sicurezza delle cure.
- La carenza in organico dei professionisti con conseguente sovraccarico di lavoro, problemi con la sicurezza sul lavoro e sul rischio clinico e sulla formazione, la precarizzazione di tanti Medici e Odontoiatri
- Il tema della governance sanitaria che non tiene più conto delle competenze e delle esigenze sanitarie nella definizione degli obiettivi aziendali e dell’azione amministrativa, sia nel pubblico che nel privato
- Il non adeguato riconoscimento economico del valore professionale
- Il ruolo sociale svolto dalla Professione a garanzia dei diritti previsti dalla nostra Carta Costituzionale
- I modelli assistenziali e il ruolo medico. L’inadeguatezza di questi modelli hanno messo in difficoltà l’esercizio professionale come ad esempio nel caso dell’assistenza territoriale.
- La formazione e la programmazione dei professionisti ancora affidata a provvedimenti tampone e non a soluzioni strutturali.
“L'intera classe medica si ritrova unita intorno alla Federazione – commenta Anelli -. Tutte le organizzazioni sindacali che hanno chiesto di discutere della Questione medica condividono con noi il tema focale: l’attenzione che la Politica, le Istituzioni, la Società devono avere nei confronti dei medici. I medici sono stati i grandi protagonisti dell’emergenza Covid. Sono stati definiti eroi, per aver portato a compimento la loro missione in un contesto in cui i sistemi di sicurezza non funzionavano. Oggi chiedono quel riconoscimento che hanno acquisito sul campo. E che non può non partire dalla definizione di cosa sia il medico, di quale sia la sua funzione non solo assistenziale ma anche sociale".
"È infatti il medico, con le sue competenze, a garantire i diritti fondamentali, costituzionalmente protetti, che sono alla base della nostra società: il diritto alla vita, il diritto alla salute. Ma anche il diritto all'autodeterminazione da parte del paziente, che si compie proprio grazie ai suggerimenti e agli indirizzi che il medico con le sue competenze fornisce al cittadino. Il diritto alla libera ricerca, alla libera scienza. Il diritto all’uguaglianza e all’equità. Credo che su questi diritti il medico giochi un ruolo essenziale e fondamentale, che non è soltanto legato all'esercizio delle competenze ma anche a garantire la piena realizzazione della democrazia nel nostro paese. Orbene, questi temi che sono così importanti credo che oggi debbano portare il medico ad avere un ruolo ancora più incisivo anche nella governance del Servizio sanitario nazionale. Non bastano le risorse messe nel Pnrr: servono delle scelte che restituiscano ai professionisti dignità professionale, tirandoli fuori da quella palude che è la palude dei prestatori d'opera, per farli tornare ad essere professionisti autonomi e responsabili”, conclude.