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Associazione Ricercatori in Sanità: “Si continua a perpetuare una condizione insana”
17 MAG -

“È con grande amarezza che apprendiamo la bocciatura dell’articolo 16bis del decreto bollette, volto a risolvere il paradossale stato di precarietà in cui versa la ricerca sanitaria degli IRCCS e IZS pubblici. Questo articolo era nato per volontà multipartitica di voler sanare la decennale precarietà del personale degli IRCCS e IZS pubblici: erano stati infatti presentati 6 emendamenti identici dalle principali forze politiche di maggioranza ed opposizione. In un paese che si dica civile non sarebbe nemmeno pensabile avere persone precarie da 20/30 anni nello stesso Istituto ad eseguire lo stesso lavoro. Qui si continua invece a perpetuare una condizione insana a cui, speravamo, la politica avrebbe potuto finalmente porre rimedio”.

È quanto dichiara in una nota il direttivo di Arsi, l’Associazione dei Ricercatori in Sanità che chiede al Parlamento di pretendere immediatamente i dati sul personale attualmente in carica, disponibili presso la Direzione Generale della Ricerca e dell’Innovazione, e ripresentare gli emendamenti nel primo provvedimento utile.

“Purtroppo – prosegue la nota –  in questi anni abbiamo avuto modo di constatare come non sempre la volontà politica sia sufficiente, dopo: essere stati dimenticati nella LdB 2021, bocciati nel MilleProroghe a Gennaio2021, stralciati dalla LdB 2022, ritirati dal Decreto Riordino IRCCS L 200/2022, accantonati nella LdB 2023. Oggi, dopo un temporaneo passo indietro del Parlamento con una giustificazione che ci lascia basiti, veniamo stralciati dal decreto bollette. La stessa giustificazione era stata data a seguito dello stralcio dell’emendamento in LdB 2023. Dopo altri 5 mesi, ci chiediamo come sia possibile che il numero del personale da stabilizzare non sia stato quantificato, soprattutto alla luce del fatto che annualmente il Ministero della Salute riceve gli aggiornamenti del personale della ricerca dai singoli IRCCS, tramite il Workflow della Ricerca, e siamo consci del fatto che la richiesta dei numeri dei lavoratori sia stata fatta anche alle Direzioni Generali degli IZS. Ci chiediamo allora se non ci sia la volontà precisa di non comunicare questi dati. Ed in tal caso sorge spontaneo domandarsi ‘cui prodest’? 

Chiediamo al Parlamento – conclude l’Arsi – di pretendere immediatamente i dati sul personale attualmente in carica, disponibili presso la Direzione Generale della Ricerca e dell'Innovazione, e ripresentare gli emendamenti nel primo provvedimento utile”. 

 

17 maggio 2023
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