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Mandelli (Fofi): “Maggiore dimestichezza con questi test non induca a diagnosi né modifiche arbitrarie di eventuali terapie farmacologiche”
10 GEN -

“L’esperienza della pandemia ha certamente dato una forte spinta all’utilizzo dei dispositivi per l’autodiagnosi, i cosiddetti ‘test rapidi’ che oramai sono entrati a far parte delle nostre abitudini e del nostro linguaggio quotidiano. E sono sempre più numerose le tipologie di test che possono essere acquistate in farmacia, allo scopo di autocontrollo domestico della presenza di un’infezione, piuttosto che per il controllo della glicemia o dei livelli ematici di colesterolo, per la ricerca di intolleranze e così via. Ma se da un lato è indubbia l’utilità, per il cittadino, di poter testare il proprio stato di salute nella comodità di casa propria, dall’altro va sottolineato che non sempre affidarsi all’autotest senza chiedere il consiglio e la spiegazione del medico o del farmacista sia la scelta migliore”. A sottolinearlo è Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi), commentando i risultati dell'indagine di Quotidiano Sanità e PDF sull'aumento dell'uso dei test diagnostici fai da te.

“Non va infatti sottovalutata l’importanza - spiega - innanzitutto di eseguire il test in maniera appropriata, e poi della corretta interpretazione dei risultati, azioni che richiedono conoscenze e competenze specifiche, proprie dei professionisti sanitari. La maggiore dimestichezza che hanno oggi i cittadini con i test casalinghi non deve indurre né a diagnosi fai-da-te né a modifiche arbitrarie di eventuali terapie farmacologiche in corso, che richiedono in ogni caso la consultazione del medico o del farmacista. I provvedimenti normativi scaturiti dalla pandemia hanno notevolmente ampliato il coinvolgimento dei farmacisti di comunità nell’attività di diagnosi e screening, sia mediante l’effettuazione del prelievo di sangue capillare, sia mediante il prelevamento del campione biologico a livello nasale, salivare o orofaringeo. Inoltre, attraverso l’erogazione dei servizi di telemedicina, il farmacista sta assumendo un ruolo sempre più attivo nella prevenzione delle patologie cardiovascolari. La nuova farmacia di prossimità, infatti, è innanzitutto prevenzione, uno dei valori cardine della sanità del futuro per ridurre l’impatto delle principali patologie croniche a forte impatto sociale. Ogni malattia individuata per tempo è un punto a favore della salute dei cittadini e della sostenibilità del nostro sistema sanitario”.

10 gennaio 2024
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