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Assofarm: “Anche i dati dimostrano che i cittadini si fidano dei farmacisti, ora servono riforme lungimiranti e pragmatiche"
Dati che arrivano dall’indagine 'Il ruolo del farmacista e delle farmacie: verifica della reputazione e del percepito d’immagine' realizzata da Ipsos Healthcare e Corporate Reputation per la Federazione Italiana Ordine dei Farmacisti.
30 MAR -

Sapevamo di aver fatto un ottimo lavoro durante la pandemia, avevamo capito che i nostri concittadini credono sempre più in noi, eravamo anche coscienti dei timori che molti farmacisti hanno per il futuro. Ora però tutte queste sensazioni si possono confrontare con l’attendibilità dei dati statistici. Dati che arrivano dall’indagine 'Il ruolo del farmacista e delle farmacie: verifica della reputazione e del percepito d’immagine' realizzata da Ipsos Healthcare e Corporate Reputation per la Federazione Italiana Ordine dei Farmacisti. Dal punto di vista metodologico, la ricerca ha il grande merito di essere stata condotta su chi sta davanti e dietro il banco farmaceutico, permettendo così utilissimi raffronti tra le posizioni tanto dei cittadini quanto dei farmacisti. E grazie a questa impostazione dei lavori, sono davvero tanti gli elementi importanti emersi da questo studio.

Fra questi emerge con nettezza la convinzione assai diffusa tra i farmacisti che la crisi pandemica abbia valorizzato il loro ruolo sociale presso le comunità locali, grazie soprattutto alla loro disponibilità ad offrire consigli in caso di piccoli problemi di salute. A fronte di un netto miglioramento della considerazione sociale, quasi 4 farmacisti su 10 pensano però che dal punto di vista operativo le innovazioni degli ultimi anni abbiano prodotto più problemi che benefici. Causa di ciò sarebbe la burocrazia in costante aumento. Impressioni, queste dei farmacisti, che sembrano essere confermate dai cittadini intervistati da Ipsos. Quasi l’80% di essi esprime fiducia nei farmacisti e li apprezza soprattutto per la loro reperibilità, disponibilità e competenza. Ed è grazie a questi meriti che il 93% degli italiani instaura una relazione fidelizzata con una specifica farmacia del proprio territorio. Nel complesso quindi, dalla pandemia in poi molti cittadini hanno migliorato la considerazione per la Farmacia e oggi la considerano sempre più un soggetto di pubblica utilità.

Riguardo al futuro, invece, desideri di opinione pubblica e farmacisti concordano sullo sviluppo dei servizi in farmacia. Ma differiscono in parte su quali servizi puntare primariamente. Particolarmente interessante, lato cittadini, il desiderio di trovare in farmacia un “hub vaccinale”. Tra i farmacisti aumenta invece l’interesse per l’assistenza infermieristica, la telemedicina e il deblistering. Tutto questo però a patto di un aumento di organico e di una riorganizzazione degli spazi. Ed è proprio a seguito di queste ultime considerazioni che buona parte dei farmacisti è indecisa riguardo una maggiore diffusione dei vaccini in farmacia. A rileggerle nel loro insieme, queste informazioni ci restituiscono un quadro della situazione ben decifrabile. I farmacisti italiani stanno vivendo con impegno quei cambiamenti che hanno a lungo invocato e che il Covid ha forzatamente stimolato nella Sanità Italiana. Un impegno che, nel giudizio dei suoi utenti, sta producendo risultati davvero lusinghieri.

Se però i tempi e le dinamiche di questo cambiamento saranno più vivaci sul lato della domanda (i cittadini) che dall’offerta (le istituzioni sanitarie e le riforme normative), le farmacie si troverebbero a rincorrere affannosamente una situazione che invece andrebbe anticipatamente programmata e preparata. Il perdurare di questo stato delle cose rischierebbe di produrre farmacie restie ad attivare servizi che non sono sicure di poter erogare efficientemente, e di fronte ad esse cittadini delusi per servizi che vorrebbero e che non trovano. Le istituzioni dovrebbero invece interpretare il contesto attuale con coraggio e intraprendenza. Le aspettative dell’opinione pubblica da un lato, reputazione e competenze acquisite dalle farmacie dall’altro, dovrebbero essere amalgamate insieme grazie a riforme tanto lungimiranti negli investimenti quanto pragmatiche nelle disposizioni. Senza questo cambio di passo, strategico e non solo operativo, la Sanità italiana non riuscirà mai a sfruttare pienamente il potenziale delle farmacie di cui la ricerca Ipsos ha dato l’ennesima conferma.

Francesco Schito
Segretario Generale Assofarm

Fonte: newsletter Assofarm

30 marzo 2023
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