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Come e quando usare l’aspirina. Arriva l’app di Harvard
Sui benefici dell’aspirina in prevenzione secondaria non c’è molto da dire. Molti sono invece i dubbi relativi ai suoi benefici, a fronte del rischio di sanguinamento, nei contesti di prevenzione primaria. Prendere la decisione giusta su due piedi, con il paziente di fronte, può rappresentare comunque un problema nella pratica clinica di tutti i giorni. Ma adesso c’è la app di Harvard, che in pochi secondi aiuta il medico a fare la cosa giusta.
22 GIU - “Abbiamo deciso di sviluppare la Aspirin-Guide – spiega Samia Mora, cardiologa del BWH – perché abbiamo capito che fare un bilancio dei rischi e dei benefici dell’aspirina nel singolo paziente senza storia di ictus o di infarti, rappresenta un processo complesso. Questa nuova app consente di individualizzare la valutazione rischi-benefici in pochi secondi, mentre il paziente si trova lì davanti al medico.”
 
Lo stesso giorno del lancio dell’applicazione, la Mora e colleghi hanno pubblicato su JAMA Internal Medicine una review di tutti gli studi che supportano l’impiego dell’aspirina per ritardare o prevenire un primo infarto o uno stroke e che fornisce esempi di come questa nuova app possa facilitare il processo decisionale, aiutando allo stesso tempo i medici ad implementare le attuali linee guida per l’impiego dell’aspirina a basse dosi in prevenzione primaria.
 
Gli studi randomizzati evidenziano che in prevenzione secondaria l’aspirina riduce dell’1-2% l’anno gli eventi cardiovascolari aterosclerotici, al prezzo di effetti collaterali accettabili, con un ordine di grandezza inferiore ai benefici. Il bilancio rischi-benefici è molto meno chiaro quando ci si sposti in un contesto di prevenzione primaria e questo ha portato a linee guida nazionali e internazionali dai contenuti non di rado contraddittori.
 
La US Preventive Service Task Force ha emanato quest’anno delle linee guida per l’impiego dell’aspirina a basso dosaggio nella prevenzione primaria della malattia cardiovascolare aterosclerotica.
 
I messaggi chiave sono così riassumibili: utilizzare l’aspirina nei soggetti di 50-59 anni con un rischio di patologia cardiovascolare aterosclerotica a 10 anni ≥ 10%, non ad aumentato rischio di sanguinamento, con un’aspettativa di vita ≥ 10 anni e motivati ad assumere l’aspirina per ≥ 10 anni.
La decisione di prescrivere o meno aspirina va individualizzata nei soggetti di 60-69 anni, con un rischio di patologia cardiovascolare aterosclerotica a 10 anni del 10% non ad aumentato rischio di sanguinamento, con un’aspettativa di vita ≥ 10 anni e motivati ad assumere l’aspirina per ≥ 10 anni.
In queste linee guida non vengono date raccomandazioni per i soggetti < 50 anni o ≥ 70 anni.
 
Sempre nel 2016, le linee guida dell’American Diabetes Association raccomandano di utilizzare l’aspirina al dosaggio di 75-162 mg al dì nei soggetti con diabete non ad aumentato rischio di sanguinamento e con un rischio di patologia cardiovascolare aterosclerotica a 10 anni ≥ 10% (che comprende la maggior parte delle donne e degli uomini ≥ 50 anni con diabete e con ≥ 1 altro fattore di rischio per ASCVD).
Si raccomanda di individualizzare il trattamento nei soggetti con diabete < 50 anni con multipli fattori di rischio per ASCVD (rischio di ASCVD a 10 anni 5-10%).
Il trattamento con aspirina non è invece raccomandato nei soggetti con diabete a basso rischio di ASCVD (rischio a 10 anni < 5%).
 
L’Aspirin-Guide è scaricabile gratuitamente dall’Apple app store dal 20 giugno.
 
Maria Rita Montebelli
22 giugno 2016
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