FarmacistaPiù/9 La digitalizzazione è il futuro della farmacia
La capillarità della rete delle farmacie di comunità non può che vedere esaltata la sua funzione di punto di accesso al SSN grazie all’integrazione in un sistema informativo sanitario
07 OTT - Quello della sanità digitale, e-Health, è stato uno dei temi ricorrenti di questa VI edizione di FarmacistaPiù, fin dalla cerimonia inaugurale, quando il vicepresidente della Lombardia,
Filippo Sala, ha sottolineato come la Regione si candidi a essere l’area più vasta in Europa, e forse nel mondo, a essere coperta dalla rete 5G e abbia già digitalizzato i dati di milioni di assistiti.
E ampio spazio ha avuto anche nel convegno “Il Rinascimento della Professione” dove questo aspetto è stato trattato da
Maurizio Pace, segretario della FOFI delegato a rappresentare la professione nella Cabina di regia del Nuovo Sistema Informativo Sanitario. Pace sottolinea la duplice valenza della digitalizzazione “da una parte offre la concreta possibilità di portare tutti i professionisti della salute a fianco del paziente, attraverso la condivisione dei dati, ma anche garantendo un più rapido accesso alle prestazioni; dall’altra parte, si realizza un più stretto collegamento tra i professionisti– il medico di medicina generale, lo specialista, l’infermiere, il farmacista, ma anche tra il territorio e le strutture del servizio sanitario”.
E’ un aspetto centrale per la rete delle farmacie di comunità, “che fa della capillarità territoriale la sua forza, giungendo a presidiare anche i comuni più piccoli, e oggi c’è modo di far sì che questa capillarità non si traduca in isolamento ma anzi contribuisca ancora di più a un rapido accesso alle prestazioni”. E’ questo il senso ultimo del Fascicolo sanitario elettronico, che al suo interno contiene il Dossier farmaceutico, istituito a seguito di un emendamento presentato al Senato dal presidente della FOFI
Andrea Mandelli, che terrà traccia di tutti i farmaci prescritti al paziente o assunti in automedicazione e che sarà aggiornato dal farmacista della farmacia di comunità.
“E’ uno strumento fondamentale” spiega il Segretario della FOFI “non solo per avere un quadro preciso di che cosa assume realmente il paziente, con le ovvie implicazioni sulla sicurezza e l’appropriatezza, ma anche per contribuire al monitoraggio dell’aderenza alla terapia, e quindi anche contenere la spesa non necessaria”. Che la digitalizzazione della sanità sia una via da percorrere necessariamente per gli ovvi vantaggi che presenta lo si è già colto dall’esperienza della dematerializzazione delle prescrizione, “una trasformazione partita proprio nella mia Regione, la Sicilia” spiega Pace “e conclusa con successo”.
Non mancano però aspetti sui quali è necessario operare fin da subito: ”Innanzitutto i sistemi regionali devono essere in grado dialogare tra loro, altrimenti si ostacola sia la possibilità di avere un quadro complessivo della situazione, dal punto di vista epidemiologico e farmacoeconomico, ma soprattutto, considerando la mobilità sanitaria nel nostro paese, per evitare che il paziente, per fare un esempio, debba portare con sé lastre e referti. Senza contare, come ricordato dal Segretario generale del PGEU, Ilaria Passarani, che il prossimo passo sarà il dialogo tra i professionisti di tutta l’UE e la standardizzazione è indispensabile”.
Infine c’è il capitolo dell’uso delle app da parte del paziente. “In questo campo abbiamo visto in pochi anni proliferare un’offerta enorme, ma mancano ancora procedure di validazione e certificazione di questi strumenti, tanto dal punto di vista della funzionalità e, diciamo così, dell’efficacia, quanto sul piano della privacy e dell’integrità dei dati” conclude Maurizio Pace “anche in questo ambito occorre un’attività regolatoria sul modello di quella attuata per farmaci e dispositivi medici”.