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FarmacistaPiù. Pani: “La formazione arma indispensabile per farmacisti. Perché il futuro è già realtà”
In una realtà che muta molto rapidamente e in cui l’intelligenza artificiale la farà da padrone lo strumento più appropriato per gestirla è la formazione. “Dovete studiare, studiare e studiare ancora. È l’unica arma disponibile, davanti all'ignoto, per renderlo un po' meno ignoto”” ha detto il coordinatore comitato scientifico Fondazione Cannavò.
05 OTT - Nel giro di 20 anni il 90% di tutti i lavori del Ssn richiederanno competenze genomiche e digitali. Bisognerà essere in grado di navigare in un ambiente sanitario ricco di dati, capire e usare la medicina digitale. Bisognerà quindi cavalcare il cambiamento. E per non farsi trovare impreparati difronte a una realtà che muta molto rapidamente e in cui l’intelligenza artificiale la farà da padrone le uniche armi da utilizzare sono la conoscenza e la formazione. Per questo il diktat è: studiare.
 
È questo il messaggio lanciato da Luca Pani, Coordinatore comitato scientifico Fondazione Cannavò e professore all'Università di Modena e all'Università di Miami nel corso della VI edizione di FarmacistaPiù a MIlano.
Tutto muta anche i pazienti ha detto: “Ormai con c’è più differenza tra il paziente e il consumatore. Facebook, Google, Amazon, Microsoft saranno le nuove aziende farmaceutiche”. E in questo contesto si apre per il farmacista uno spazio: “Non dimentichiamo che l’automazione migliorerà l’efficienza ma non potrà sostituire l’interazione umana. E la farmacia unico luogo sanitario in cui entra l'individuo sano a rischio"

Lancia quindi una provocazione: il Ssn non esiste più. “Potrà resuscitare solo attraverso l’inclusione digitale dei pazienti/consumatori - ha spieigato - attraverso la formazione e l’educazione continua di chi si occupa di salute. Bisogna recuperare tempo per l’assistenza promuovendo l’interazione umana. L’intelligenza artificiale prima o poi riuscirà a farlo. Questo ancora non avviene perché i robot sono programmati per non sbagliare, ma gli errori ci hanno consentito di crescere e cambiare e quando sarà inserito l’algoritmo dell’errore i robot ci sostituiranno. Tutti quindi devono essere formati ed educati: l’unica difesa è studiare è l’unica arma che si ha davanti all’ignoto. Ci sono considerazioni etiche che bisognerà sempre fare: la sicurezza dei pazienti, la gestione dei dati e della privacy, il rispetto della dignità umana”.
 
Saranno dieci le aree tecnologiche da seguire e sulle quali occorre essere informati. 
La prima riguarda i test autodiagnostici, nuove tecnologie diagnostiche che supporteranno gli operatori sanitari in prima linea: “Oggi misurano sino ad 11 parametri che l’intelligenza artificiale comincia a combinare, per dare suggerimenti in termini di terapia o di prevenzione”.
C'è poi quella dei sensori per l’autocontrollo, come i device collegati al bluetooth e agli smartphone: “Sensori indossabili per il monitoraggio remoto dei segni vitali che segnalano la necessità di rivolgersi al medico”. Ci sono poi le videocamere per il monitoraggio dei pazienti “gireranno nella rete elettrica che ci circonderà come un’enorme gabbia. Si accorgeranno dei movimenti delle persone senza violare la privacy”. A questa segue quella del monitoraggio remoto, alla base della telemedicina.
E ancora ci sono la lettura del genoma, “nel Regno unito si sta già sperimentando un passaggio verso l’implementazione della sequenza genomica completa per uso clinico” e il riconoscimento vocale, elaborazione del linguaggio naturale “una tecnologia che presenta uno strumento prezioso per la documentazione clinica. A questo si aggiungono la robotica interventistica e riabilitativa”.
 
“In futuro ci sarà una convergenza di tutte queste tecnologie – ha spiegato Pani – e bisogna essere pronti perché ci sarà il farmacista artificiale, il medico artificiale, l’infermiere artificiale che definirà in modo probabilistico le condizioni del paziente e dirà quello che si deve fare e quello sul quale eventualmente concordare. Dobbiamo gestire il cambiamento, ma se non c’è un ambito legislativo tutto viene de-regolamentato, la regolamentazione ha lo scopo di proteggere i pazienti. Ci vogliono  risorse, soprattutto servono investimenti nella formazione delle persone con le giuste competenze professionali. I leader – ha concluso –  devono essere visionari per governare le fide future e le trasformazioni profonde”.
05 ottobre 2019
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