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Antibiotico resistenza. Schito (Assofarm): “Ridurla affidando ai farmacisti la personalizzazione delle dosi”
Questa strategia, secondo il segretario generale dell’associazione delle farmacie comunali, produrrebbe il duplice beneficio di impedire l’abuso di antibiotici e al contempo di evitare lo spreco di risorse economiche. Per Schito il ruolo delle farmacie a sostegno della sostenibilità può passare anche attraverso altri interventi: “Se c’è una cosa che abbiamo imparato dalla vicenda pandemica è che ogni farmacia è un collegamento insostituibile tra i grandi piani sanitari e ogni angolo territoriale del nostro paese”.
01 MAR - “Se c’è una cosa che abbiamo imparato dalla vicenda pandemica è che ogni farmacia, indipendentemente dalle dimensioni o dall’ubicazione, è un collegamento insostituibile tra i grandi piani sanitari e ogni angolo territoriale del nostro paese. Dovremo sfruttare questa consapevolezza anche per le sfide sanitarie che il futuro non mancherà di porci di fronte”. A dirlo è Francesco Schito, segretario generale di Assofarm, che in un editoriale sul notiziario dell’associazione evidenzia il ruolo centrale che le farmacie possono svolgere per un mondo sempre più sostenibile, in termini economici e ambientali. Tra le grandi sfide da affrontare, c’è poi quella dell’antibiotico resistenza: “Le risposte ad esso dovranno necessariamente passare dalle istituzioni internazionali e nazionali. Operativamente però, le farmacie possono giocare un ruolo importante”, sostiene Schito. In che modo? Attraverso “la personalizzazione delle dosi da parte del farmacista, tema che Assofarm caldeggia da tempo“.

La personalizzazione delle dosi da parte del farmacista, spiega il segretario generale di Assofarm, “produrrebbe il duplice beneficio di impedire l’abuso assuntivo di antibiotici (col relativo effetto-assuefazione ad essi) e al contempo di evitare lo spreco di risorse economiche spese in farmaci in esubero rispetto alla terapia prescritta”.

Per Schito, inoltre, “le farmacie green non si fermano alla propria organizzazione – spiega Schito -, ma estendono la propria azione verso il mercato, preferendo nella propria offerta prodotti con eccipienti non dannosi per l'ambiente (sposando così appieno la filosofia One Health), proponendo servizi educativi e di consulenza ai cittadini al fine di incoraggiare scelte di vita più ecologiche e sostenibili”.

Infine, “le green pharmacy tutte insieme potrebbero attivare una vera e propria azione di sensibilizzazione sulla filiera per spingere l’industria farmaceutica a ridurre le componenti non biodegradabili di farmaci e della plastica utilizzata per il blisteraggio. Siamo insomma di fronte ad una approccio olistico non solo del problema, ma anche fortemente coinvolgente verso tutti i soggetti (dai produttori ai cittadini) coi quali interagiamo. Un approccio non sappiamo quanto diffuso tra le circa 20.000 farmacie italiane ma che certamente rientrerà nei futuri programmi di sviluppo delle nostre Farmacie Comunali”, conclude il segretario generale di Assofarm.
01 marzo 2023
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