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Morbillo. In arrivo il nuovo Piano del Ministero. Obiettivo vaccinare 800 mila giovani tra i 16 e i 35 anni
Ad annunciarlo il consulente del Ministero Vittorio Demicheli che precisa come le prime 500mila immunizzazioni saranno effettuate già l'anno prossimo. In ogni caso, niente obbligo. Ministero insieme ad Iss, Aifa, Agenas, Ordini dei medici che fanno parte del Nuovo Nitag (Gruppo tecnico consultivo su vaccinazioni), sta mettendo a punto un nuovo piano che prevede un approccio ‘attivo’. DECRETO ISTITUZIONE NITAG - COMPONENTI NITAG
15 NOV - Sono 800 mila i giovani tra i 16 anni e i 30-35 “tagliati fuori” dalla legge Lorenzin, che rende i vaccini obbligatori da 0 a 16 anni di età, che potrebbero ammalarsi di morbillo con conseguenze spesso gravi, se non addirittura letali. Per loro, ritenuti “fasce vulnerabili”, il ministero della Salute, insieme a Iss, Aifa, Agenas, Ordini dei medici, sta mettendo a punto un nuovo piano per l'eradicazione di morbillo e rosolia, che dovrebbe essere pronto entro fine anno (e dovrà passare attraverso un’intesa Stato-Regioni), e che prevede un approccio «attivo» alla vaccinazione, superando il concetto di obbligo, peraltro difficilmente applicabile agli adulti.
 
Dal neo costituito Nitag (Gruppo tecnico consultivo sulle vaccinazioni), (Vedi componenti Nitag) coordinato da Vittorio Demicheli, emerge l'ipotesi di affiancare le classiche campagne di comunicazione con interventi più concreti per “convincere” i giovani a vaccinarsi contro il morbillo: è allo studio, apprende l'Agi, una serie di incentivi atti a favorire chi si è vaccinato nei più svariati settori.
 
Ad esempio, si sta ragionando sulla possibilità di ridurre la tassa di iscrizione all'università, o di premiare i vaccinati con crediti extra, ma anche di aggiungere un punto alla patente, o agevolare le iscrizioni ai centri sportivi, o magari aggiungere punteggio nei concorsi. Una serie di interventi premianti, insomma, che al ministero ci si augura possano convincere gran parte di questi soggetti «vulnerabili» a vaccinarsi pur senza esserne obbligati.
 
Serviranno ovviamente accordi con le Regioni, ma prima si tratta di discuterne con i ministeri competenti, a partire da quello dell'Istruzione: a breve, sempre secondo quanto si apprende, partirà un tavolo al ministero della Salute con i rappresentanti dei vari dicasteri. Il piano contro morbillo e rosolia, che andrà a sostituire l'ultimo che fu approvato nel 2011, corre in parallelo rispetto al disegno di legge sui vaccini, al vaglio della commissione Sanità del Senato, che prevede di mantenere l'obbligo ma «flessibile», ossia modulandolo in base alle emergenze epidemiologiche.
 
“L'obbligo per le nuove generazioni sarà mantenuto – afferma Demicheli in un'intervista a Sanità24 - affinché la copertura resti buona, ma bisogna in fretta offrire la vaccinazione agli adolescenti e ai giovani adulti suscettibili. Altrimenti ci vorranno moltissimi anni per interrompere la catena dei contagi”. L'offerta del vaccino, ha spiegato l'esperto, dovrebbe avvenire ogni volta che il giovane entra in contatto con una istituzione.
 
Ad esempio la soluzione per l'offerta alle matricole universitarie potrebbe essere una circolare del Miur che impegni i rettori a promuovere la vaccinazione attiva, inserendo la profilassi nel sistema di valutazione dell'università”.
 

Il piano, ha aggiunto Demicheli, dovrebbe essere pronto entro gennaio, e dovrebbe affrontare anche il capitolo riguardante la vaccinazione degli operatori sanitari. Entro metà dicembre invece si insedierà il nuovo Nitag (Gruppo tecnico consultivo sulle vaccinazioni), con esponenti del ministero, dell'Iss, dell'Aifa, di Agenas, di Ordini e sindacati medici e di società scientifiche.Sono 800 mila i giovani tra i 16 anni e i 30-35 “tagliati fuori” dalla legge Lorenzin, che rende i vaccini obbligatori da 0 a 16 anni di età, che potrebbero ammalarsi di morbillo con conseguenze spesso gravi, se non addirittura letali. Per loro, ritenuti “fasce vulnerabili”, il ministero della Salute, insieme a Iss, Aifa, Agenas, Ordini dei medici, sta mettendo a punto un nuovo piano per l'eradicazione di morbillo e rosolia, che dovrebbe essere pronto entro fine anno (e dovrà passare attraverso un’intesa Stato-Regioni), e che prevede un approccio «attivo» alla vaccinazione, superando il concetto di obbligo, peraltro difficilmente applicabile agli adulti.
 
Dal neo costituito Nitag (Gruppo tecnico consultivo sulle vaccinazioni), coordinato da Vittorio Demicheli, emerge l'ipotesi di affiancare le classiche campagne di comunicazione con interventi più concreti per “convincere” i giovani a vaccinarsi contro il morbillo: è allo studio, apprende l'Agi, una serie di incentivi atti a favorire chi si è vaccinato nei più svariati settori. 
 
Ad esempio, si sta ragionando sulla possibilità di ridurre la tassa di iscrizione all'università, o di premiare i vaccinati con crediti extra, ma anche di aggiungere un punto alla patente, o agevolare le iscrizioni ai centri sportivi, o magari aggiungere punteggio nei concorsi. Una serie di interventi premianti, insomma, che al ministero ci si augura possano convincere gran parte di questi soggetti «vulnerabili» a vaccinarsi pur senza esserne obbligati.
 
Serviranno ovviamente accordi con le Regioni, ma prima si tratta di discuterne con i ministeri competenti, a partire da quello dell'Istruzione: a breve, sempre secondo quanto si apprende, partirà un tavolo al ministero della Salute con i rappresentanti dei vari dicasteri. Il piano contro morbillo e rosolia, che andrà a sostituire l'ultimo che fu approvato nel 2011, corre in parallelo rispetto al disegno di legge sui vaccini, al vaglio della commissione Sanità del Senato, che prevede di mantenere l'obbligo ma «flessibile», ossia modulandolo in base alle emergenze epidemiologiche.
 
“L'obbligo per le nuove generazioni sarà mantenuto – afferma Demicheli in un'intervista a Sanità24 - affinché la copertura resti buona, ma bisogna in fretta offrire la vaccinazione agli adolescenti e ai giovani adulti suscettibili. Altrimenti ci vorranno moltissimi anni per interrompere la catena dei contagi”. L'offerta del vaccino, ha spiegato l'esperto, dovrebbe avvenire ogni volta che il giovane entra in contatto con una istituzione.
 
Ad esempio la soluzione per l'offerta alle matricole universitarie potrebbe essere una circolare del Miur che impegni i rettori a promuovere la vaccinazione attiva, inserendo la profilassi nel sistema di valutazione dell'università”.
 
Il piano, ha aggiunto Demicheli, dovrebbe essere pronto entro gennaio, e dovrebbe affrontare anche il capitolo riguardante la vaccinazione degli operatori sanitari. Entro metà dicembre invece si insedierà il nuovo Nitag (Gruppo tecnico consultivo sulle vaccinazioni), con esponenti del ministero, dell'Iss, dell'Aifa, di Agenas, di Ordini e sindacati medici e di società scientifiche.
15 novembre 2018
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