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Croce rossa. Corte dei conti: “Percorso riordino complesso. Irrisolto contenzioso sui precari. Nel 2015 disavanzo da 9 mln”
Pubblicata la relazione della magistratura contabile sulla Cri. “Percorso di riordino particolarmente complesso”. E poi su conti: “Una situazione di instabilità finanziaria, da ricollegare in gran parte a posizioni debitorie (di parte) delle sedi decentrate”. LA RELAZIONE
14 GEN - “Come già rappresentato nella precedente relazione, il percorso di riordino di un ente articolato come CRI è stato, anche dal punto di vista normativo, particolarmente complesso, ancorché gestito dalla Governance dell’ente in modo graduale e nel rispetto della legge”. A rilevarlo è la Corte dei conti nella sua relazione sull’esercizio 2015 della Croce rossa italiana.
Cri che ricordiamo è stata investita da una radicale riforma che ha imposto la trasformazione da Ente di diritto pubblico non economico in Associazione di diritto privato.
 
Nella sua relazione la Corte ricorda come “da anni l'Amministrazione è interessata da un importante contenzioso, riferito al riconoscimento del diritto alla stabilizzazione del personale precario in possesso dei requisiti previsti dalle norme che, ad oggi, ha determinato l’assunzione di n. 442 lavoratori”. Da notare come la sezione giurisdizionale del Lazio della Corte dei conti ha emesso sentenza di condanna (sentenza n. 515 depositata il 24.12.2015) nei riguardi di alcuni dirigenti per violazione delle normali procedure di reclutamento e per mancato rispetto dei vincoli di bilancio, nell’ambito della convenzione fra CRI e ARES 118 di Latina.
 
In ogni caso il contenzioso pesa sui conti dell’Ente ma è ancora ben lontano dal risolversi completamente. “Nel quadro del contenzioso dell’ente – rileva la Corte dei conti - la complessa problematica della SI.S.E., in termini giudiziari ed extragiudiziari, non ha trovato una definizione e i giudizi CRI contro Regione Sicilia e SI.S.E. contro CRI sono ancora pendenti. I complessivi riflessi in termini di cassa e di bilancio del contenzioso giudiziario (anche con riferimento al premio incentivante) sono stati particolarmente gravosi per l’Ente, di fatto obbligato ad intervenire per evitare ulteriori ricadute sulle attività della CRI (conseguenti all'esecuzione dei provvedimenti giudiziari)”.
 
“A livello consolidato – evidenzia la Relazione - l'Amministrazione chiude l’esercizio finanziario 2015 con un disavanzo pari a 9.434.566,85 euro , che risulta determinato sia dal disavanzo delle unità territoriali (7.061.815,66 euro), che da quello del Comitato centrale ( 2.372.751,19 euro). La situazione finanziaria del Comitato centrale, rispetto al 2014, passa da un avanzo di euro 8,7 milioni ad un disavanzo finanziario pari a euro 2,3 milioni, che trova copertura con l’utilizzo di quote vincolate dell’avanzo di amministrazione.  Il disavanzo finanziario delle unità territoriali, in netto miglioramento rispetto al 2014, è il risultato delle attività gestionali e contabili derivanti dall’applicazione delle disposizioni del d.lgs. n. 178/2012, in relazione alla operatività della Gestione stralcio dei Comitati provinciali e locali, con particolare riferimento al trasferimento delle disponibilità di cassa risultanti sui vari conti correnti degli ex Comitati pubblici (provinciali e locali) a valere sui conti correnti dei Comitati regionali competenti in ambito territoriale, i quali proseguono nella Gestione stralcio, operando all’interno del circuito della Tesoreria Unica”.
 
Per quanto riguarda invece la situazione amministrativa  la Corte evidenzia “a fine 2015 un avanzo di 63.950.488 euro. Le risultanze aggregate evidenziano un aumento complessivo dell’avanzo di amministrazione, rispetto all’esercizio 2014, pari a 18.914.770 mln con una variazione del 42%, da attribuire alle unità territoriali per 10.505.448 mlndi euro e al Comitato centrale per 8.409.322 mln di euro. Il risultato di amministrazione al 31 dicembre 2015 delle unità territoriali, pari ad euro -7.988.117,56, rispetto alle risultanze al 1° gennaio 2014 presenta una differenza positiva di euro 10.505.448,35”.
 
Il problema dei residui attivi. La Corte dei conti precisa poi come “per il Comitato centrale si rileva un incremento del risultato di amministrazione, pari a  8.409.322,00 euro, condizionato, in particolare, dalle variazioni intervenute nel conto dei residui; in tale contesto, si rappresenta la necessità che l’Amministrazione provveda (similarmente a quanto fatto per i residui passivi) a un significativo riaccertamento dei residui attivi”.
 
In questo senso “la sostanziale inattendibilità dell’appostamento dei residui attivi ha determinato un preciso orientamento del Collegio unico dei Revisori, in ordine all’utilizzo (non opportuno) del presunto avanzo di amministrazione dell’Ente. Dal 1° gennaio 2014 il sistema delle convenzioni stipulate dalle A.P.S. e il relativo andamento delle stesse, non consente possibilità di un controllo, di una vigilanza o di un monitoraggio da parte della Sede centrale o regionale. E questa è una criticità che a livello normativo dovrà essere risolta al fine di fornire al comitato centrale e ai comitati regionali degli strumenti incisivi di monitoraggio, controllo e vigilanza sulle convenzioni e sui contratti”.
 
In conclusione per la Corte dei conti “alla riorganizzazione di CRI corrispondono:
 
- una situazione di instabilità finanziaria, da ricollegare in gran parte a posizioni debitorie (di parte) delle sedi decentrate;
 
- la necessità di definire compiutamente le rispettive poste debitorie e creditorie fra Centro, Regioni e articolazioni locali, nel contesto del sostanziale caos contabile di alcuni comitati locali già segnalato nel precedente referto 2014”.
 
Infine si “sottolinea che a tale stato di disorganizzazione vanno direttamente riferite gravi difficoltà di recupero dei crediti. Come precedentemente evidenziato, sussistono forti criticità in ordine alla congruità dei c.d. “verbali di riallineamento” dei rapporti credito/debito, basati su meccanismi compensativi e transattivi, fra il Comitato centrale (Gestione separata) e i Comitati territoriali (in particolare, Latina, Bolzano e Milano)”.
14 gennaio 2017
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