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Vaccini Covid. Schillaci a Bruxelles: “Rivedere i contratti di acquisto e prevedere anche accordi nazionali. Via clausola che esenta aziende dai risarcimenti in caso di danni da vaccinazione”
Lo ha detto il ministro ieri durante il Consiglio dei ministri della salute europei. Per Schillaci, inoltre, è anche “necessaria la rinegoziazione dei contratti ancora ineseguiti o soltanto parzialmente eseguiti prevedendo la possibilità di ridurre gli acquisti previsti in funzione dell'effettivo fabbisogno”. “Un'allocazione non efficiente” della spesa  “oltre a rappresentare uno spreco in sé sarebbe difficilmente compresa” dai cittadini e rischierebbe “di generare paradossalmente un senso di disaffezione verso future campagne vaccinali”.
10 DIC -

“Il contesto attuale” del Covid-19 rende “legittimo” anche “un progressivo ritorno a processi di acquisto” dei vaccini “ordinari, anche su base nazionale, anziché” un metodo “centralizzato a livello Ue come nella fase acuta”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel corso del suo intervento durante la sessione pubblica al Consiglio Salute svoltosi ieri a Bruxelles come riferisce l’agenzia Ansa.

“È delicata la questione del possibile ritorno alle procedure di acquisto o gestite direttamente dai singoli Stati anziché in base alla negoziazione centralizzata effettuata dalla Commissione europea - ha evidenziato il ministro -. Se è indubitabile che nel pieno dell'emergenza pandemica il ricorso siffatta procedura sia stato proficuo, mi pare che, pur dovendosi preservare l'obiettivo-valore della collaborazione tra gli Stati membri, il contesto attuale consenta di individuare strumenti d'acquisto ulteriori legittimando anche un progressivo ritorno a processi di acquisizione ordinari anche su base nazionale”.

Il ministro ha aggiunto che resta “fondamentale in ogni caso la possibilità di accedere a tutti i vaccini autorizzati dall'Ema, tenendo conto ovviamente dell'evoluzione epidemiologica”.

Il ministro ha poi sottolineato che “è indispensabile che la Commissione europea in sede di rinegoziazione riveda la clausola” dei contratti di acquisto dei vaccini anti-Covid, “che pone a carico degli Stati membri il risarcimento e/o l'indennizzo dovuto per i danni cagionati dai vaccini, nonché le spese legali sostenute dalle case farmaceutiche produttrici nei singoli procedimenti, non essendo ragionevole che esse gravino sugli Stati membri, specialmente dopo l'autorizzazione all'immissione in commercio ordinaria dei singoli vaccini, come anche rilevato dalla Corte dei Conti europea”.

Per Schillaci infine è anche “necessaria la rinegoziazione dei contratti” per la fornitura dei vaccini “con le case farmaceutiche ancora ineseguiti o soltanto parzialmente eseguiti prevedendo la possibilità di ridurre gli acquisti previsti in funzione dell'effettivo fabbisogno degli Stati”.

“Un'allocazione non efficiente” della spesa per i vaccini “oltre a rappresentare uno spreco in sé sarebbe difficilmente compresa” dai cittadini e rischierebbe “di generare paradossalmente un senso di disaffezione verso future campagne vaccinali”, ha concluso il ministro.

10 dicembre 2022
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