“‘Colmare il divario in materia di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina’. È una delle tre aree di azione per rilanciare la crescita evidenziata nel Rapporto sul futuro della competitività europea presentato da Mario Draghi. E la farmaceutica ha un ruolo geostrategico di primaria importanza”, è quanto afferma Marcello Cattani, Presidente di Farmindustria, in occasione della Notte europea dei Ricercatori - iniziativa promossa dalla Commissione Europea - prevista per questa sera.
“Farmaci e vaccini sono fondamentali per la cura dei cittadini, per vivere di più e meglio. Medicinali che sono il risultato dello straordinario lavoro, giorno dopo giorno, di migliaia di ricercatrici e ricercatori in Europa e in tutto il mondo. Senza di loro non ci potrebbe essere progresso e innovazione. Per sviluppare un farmaco sono necessari 10-15 anni. La Ricerca è lunga, costosa, fino a 2 miliardi di euro, spesso è costellata di fallimenti e solo 1 su 5-10 mila molecole diventa un medicinale. È importante quindi dare il massimo risalto anche in Italia a una notte che ha tra gli obiettivi quelli di aumentare la cultura scientifica e di mostrare la bellezza della Ricerca ai giovani, che rappresentano la speranza di domani. Favorendo la “quinta libertà” citata da Enrico Letta nel suo Rapporto (Much More than a Market) per potenziare la ricerca, l’innovazione e l’istruzione nel mercato unico. Bisogna facilitare – si precisa - un ecosistema in cui la diffusione della conoscenza promuove la vitalità economica e il progresso sociale”.
“Farmindustria - prosegue il presidente - è da tempo in prima linea con progetti già avviati per trasmettere amore e passione verso le Life Sciences. Proprio per sviluppare le nuove competenze, favorire la formazione di professionalità altamente qualificate e rafforzare la partnership tra settore pubblico e privato è stato recentemente firmato un Protocollo d’Intesa tra MUR, CRUI e Farmindustria. Nel complesso i ricercatori nell’industria farmaceutica nella nostra Nazione sono aumentati del 2,5% in un anno e oggi sono 7.000 su 70.000 addetti. Una R&S che è sempre più ‘rosa’, con il 53% di donne. Oggi è però necessario uno scatto decisivo in Europa per delineare un quadro più attrattivo e recuperare il gap rispetto ad altri competitor internazionali. Perché la R&S farmaceutica sarà il campo dove si investirà di più a livello globale: 2.000 miliardi di dollari entro il 2029. La competizione internazionale richiede una semplificazione burocratica del nostro continente per accogliere e mettere rapidamente a disposizione dei pazienti l’innovazione. E sostenere, come ricordato nel Rapporto Draghi, i molti ricercatori e imprenditori di talento che depositano brevetti ma sono ostacolati da normative incoerenti e restrittive”, conclude Cattani.