Tumori: ritmo circadiano influenza anche diagnosi e trattamento
Oltre che nel regolare il sonno/veglia, il ritmo circadiano potrebbe influenzare anche sviluppo, diagnosi e trattamento di un tumore. È quanto ha evidenziato una revisione degli studi effettuata da un team di ricercatori ell’ETH di Zurigo in Svizzera e pubblicata da Trends in Cell Biology.
30 MAR - Il ritmo circadiano aiuta l’organismo a sincronizzare diversi “compiti” nell’arco della giornata: tra questi l’espressione di alcuni geni, la funzionalità immunitaria e la riparazione cellulare. Recenti studi hanno evidenziato che il ritmo circadiano è coinvolto nell’insorgenza di tumori e ne regola anche la progressione e le metastasi; la velocità con cui le cellule tumorali si staccano dal tumore primario ed entrano nel flusso sanguigno oscilla ritmicamente durante il giorno, ma i tempi di questo ritmo differiscono tra i vari tipi di cancro.
Ad esempio, il cancro al seno ha maggiori probabilità di metastatizzare durante la notte mentre il cancro alla prostata e il mieloma multiplo raggiungono il picco in altri punti della giornata.
Secondo gli autori di una revisione degli studi pubblicata da Trends in Cell Biology, queste informazioni possono essere utili quando si somministrano chemioterapia e immunoterapia, per sfruttare clinicamente il momento adatto della giornata: sono i principi su cui si basa la cronoterapia. “La cronoterapia promette di essere una valida opzione di trattamento alternativo nella lotta contro il cancro”, scrivono i ricercatori svizzeri.
Ci sono già sufficienti evidenze a favore della cronoterapia nella riduzione della gravità degli effetti collaterali e nel potenziamento della terapia. In uno studio i pazienti con melanoma che ricevevano i farmaci immunoterapici alle 4:30 del mattino avevano quasi il doppio in probabilità di sopravvivere rispetto ai pazienti che ricevevano il trattamento in altri orari della giornata.
La conoscenza del ritmo circadiano è utile anche al momento della diagnosi di tumore, dal momento che le cellule cancerogene producono proteine in diverse quantità durante il giorno e alcune di queste sono utilizzate come marker molecolari. “Potremmo ridurre le possibilità di diagnosi errate di un paziente raccogliendo e testando le biopsie nel momento della giornata in cui la concentrazione di queste proteine è più alta”, concludono gli autori dello studio.
Fonte: Trends in Cell Biology 2023