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Pubblicato l’Annual Report 2019 del Pharmaceutical Group of the European Union (Pgeu)
Il Rapporto annuale dell’Associazione dei farmacisti di tutta l’Unione Europea  analizza le sfide e le opportunità che i farmacisti dovranno affrontare nei prossimi anni, il loro ruolo nell’assicurare la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti, nel migliorare i servizi pubblico sanitario garantendo l’accesso ai farmaci e al Servizio sanitario, contribuendo, per il futuro, alla sostenibilità del servizio sanitario. IL RAPPORTO
03 APR - Si comunica che il Pharmaceutical Group of the European Union (PGEU), cui aderisce come è noto anche la Federazione, ha pubblicato il suo Annual Report 2019.

Il Rapporto annuale dell’Associazione dei farmacisti di tutta l’Unione Europea è intitolato “Verso una migliore disponibilità di medicinali in Europa - Il ruolo dei Farmacisti di Comunità” (“Towards improved availability of medicines in Europe - The Role of Community Pharmacists”) e analizza le sfide e le opportunità che i farmacisti dovranno affrontare nei prossimi anni, il loro ruolo nell’assicurare la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti, nel migliorare i servizi pubblico sanitario garantendo l’accesso ai farmaci e al Servizio sanitario, contribuendo, per il futuro, alla sostenibilità del servizio sanitario.

Nel presentare il Rapporto, il Presidente del PGEU nel 2019, Mr Michal Blyliniak dell’Ordine Farmaceutico Polacco (Polish Pharmaceutical Chamber), ha ricordato che nel 2019 si è celebrato il 60° anniversario della nascita del PGEU ed ha dichiarato: “Gli ultimi 60 anni hanno visto molti cambiamenti nella prestazione delle cure sanitarie e farmaceutiche e l’attività del farmacista si è evoluta ed è migliorata insieme ai sistemi sanitari europei. I farmacisti di comunità sono pronti a sviluppare ulteriormente il loro ruolo nel fornire cure di alta qualità al paziente e nei servizi di prevenzione e nel promuovere l’uso sicuro ed effettivo dei farmaci e dei dispositivi medici”.
 
Inoltre, si rammenta che il PGEU, come comunicato con la circolare federale n. 11373 dell’11 febbraio 2019, lo scorso anno aveva pubblicato sul proprio sito internet il position paper “Pharmacy 2030: A Vision for Community Pharmacy in Europe”, nel quale sono stati ampiamente evidenziati gli obiettivi comuni a tutti i farmacisti di comunità europei, finalizzati a soddisfare appieno i bisogni dei pazienti e ad affrontare le principali tematiche attuali del settore sanitario, quali ad esempio, la digitalizzazione dei servizi, l’integrazione delle farmacie nei servizi sanitari di screening e promozione della salute, nonché l’ampliamento della quota di farmaci e dispositivi da poter fornire ai pazienti. I farmacisti di comunità lavorano nel cuore delle comunità, fornendo consulenza professionale di alta qualità sull’uso sicuro, efficace e razionale dei medicinali. Spesso sono il primo e l’ultimo punto di contatto tra i pazienti e il sistema sanitario; in quanto tale, offrono un contributo inestimabile alla salute di oltre 500 milioni di persone in tutta Europa.
 
Tale documento, che riprende gli aspetti fondamentali della politica professionale perseguita dalla Federazione degli Ordini dei Farmacisti (varata nel 2006 e contenuta nel Documento di Palazzo Marini) di valorizzazione del ruolo del farmacista, in particolare, per la sua attività professionale nell’aderenza terapeutica e nell’offerta dei servizi cognitivi, è stato ulteriormente diffuso in tutta l’Unione Europea in occasione del già citato evento celebrativo dei 60 anni dalla costituzione dell’Associazione Europea dei Farmacisti (che solo successivamente sarà ufficialmente rinominata PGEU/GPUE), che si è svolto alla presenza di numerosi rappresentanti di Autorità e Istituzioni presso la sede del Parlamento Europeo.
 
L’Associazione, infatti, fu fondata nel 1959 dai rappresentanti della FOFI insieme a quelli degli altri 5 paesi (Belgio, Germania, Francia, Lussemburgo e Paesi Bassi) che già avevano istituito le tre comunità europee (CECA, CEE ed EURATOM) le quali poi, attraverso l’Atto unico europeo del 1986 e il Trattato di Maastricht del 1992, confluirono nell’Unione Europea. Gli scopi e gli ideali che spinsero i vertici federali dell’epoca a promuovere la costituzione dell’Associazione Europea dei Farmacisti erano fondamentalmente quelli che ancora oggi continuano a fondare l’attività del PGEU: “lo scambio di pratiche ed esperienze tra i differenti modelli di farmacia e la promozione del ruolo del farmacista come elemento chiave nella dinamica della salute pubblica” (tratto dal libro “Noi, Farmacisti.” del Dr. Giacomo Leopardi, già Presidente FOFI e Presidente PGEU nel 1998).
 
Il PGEU Vision paper ritiene che i suddetti obiettivi di sanità pubblica possano essere raggiunti attraverso dieci raccomandazioni incentrate sulla funzione e sulle attività professionali del farmacista, di seguito nuovamente riportate tradotte:
1) ottimizzare i benefici per pazienti e sistemi sanitari derivanti dall'intervento del farmacista di comunità attraverso la promozione dei servizi farmaceutici, al fine di migliorare i risultati terapeutici e l'aderenza e minimizzare i rischi;
2) coinvolgere i farmacisti di comunità in modelli di assistenza collaborativa;
3) garantire l’accesso da parte dei farmacisti di comunità a tutte le informazioni sanitarie dei pazienti e all'elenco dei farmaci che quest’ultimi stanno assumendo;
4) interpellare i farmacisti sull'implementazione di nuove tecnologie digitali nel settore sanitario;
5) consentire ai farmacisti di contribuire allo sviluppo della digitalizzazione dell’assistenza sanitaria, in qualità di fonti attendibili per l'informazione sanitaria;
6) supportare i farmacisti nell'integrare la farmacogenomica, le regole cliniche convalidate e i dati reali provenienti dalla loro pratica quotidiana, al fine di migliorare la sicurezza del paziente;
7) supportare i farmacisti di comunità nell'offerta dei servizi sanitari di screening, gestione dei farmaci, promozione della salute e istruzione, al fine di contribuire alla riduzione dell'onere complessivo derivante dalle malattie croniche;
8) stabilire quadri normativi per ottimizzare il valore della rete di farmacie di comunità in considerazione della loro capillarità e vicinanze ai pazienti;
9) assicurare che i farmacisti di comunità possano dispensare ai pazienti ogni tipologia di farmaco e di dispositivo medico di cui hanno bisogno;
10) garantire che la remunerazione dei farmacisti di comunità rispecchi correttamente il loro contributo nel miglioramento dell'assistenza farmaceutica, nella riduzione dell'onere per gli altri servizi sanitari e nel mantenimento della sostenibilità dei sistemi sanitari.
 
Il Rapporto annuale affronta, inoltre, l’annosa questione della carenza di medicinali, che rappresenta sicuramente una delle principali barriere all’accesso dei pazienti ai medicinali in Europa. In proposito, si rammenta che a giugno dello scorso anno il PGEU aveva pubblicato un comunicato stampa con la posizione ufficiale dell’Associazione europea su tale tematica, che era stato oggetto di apposita circolare federale (n. 11582 del 20.6.2019).

Il Report, sottolinea come, ad oggi, i farmacisti di comunità riescano ancora a garantire la continuità delle cure e a minimizzare l’impatto sullo stato di salute dei loro pazienti nella maggior parte dei casi. Tuttavia, è necessario rimuovere diversi ostacoli per supportare ulteriormente i farmacisti di comunità in questo ruolo chiave, considerando che l’impatto della carenza di medicinali è in aumento ogni giorno. I risultati del Medicine Shortages Survey 2019 (Sondaggio sulla carenza dei medicinali 2019), condotto tra i membri della PGEU, hanno evidenziato che l’indisponibilità dei medicinali continua a crescere in Europa e ha un impatto enorme sui pazienti e sull’attività della farmacia.
 
La ricerca di soluzioni per garantire la continuità del trattamento a causa della carenza di medicinali è diventata un’attività quotidiana dei farmacisti di comunità in Europa. Tuttavia, il tipo di soluzioni che i farmacisti di comunità possono offrire ai pazienti differisce tra i Paesi europei a causa della legislazione e dei regolamenti nazionali. Nel 2019, alcuni Stati membri hanno introdotto nuove misure per garantire la continuità delle cure ai pazienti e nel rapporto ne sono illustrati alcuni esempi.

Inoltre, nel corso del 2019, in alcuni Stati membri sono stati introdotti servizi di farmacia avanzati e, a titolo esemplificativo, si riportano le seguenti esperienze:
 
1. in Francia hanno previsto l’effettuazione di:
- test rapido dello streptococco: 
per evitare un trattamento inutile per le infezioni alla gola, i farmacisti francesi di comunità possono eseguire un test rapido dello streptococco per identificare se l’infezione è di origine batterica o virale. Il test, che viene rimborsato, può essere eseguito sia su prescrizione medica di un antibiotico da parte del medico curante sia come misura di triage in farmacia;

- telecare: la possibilità per un farmacista di eseguire determinati interventi farmaceutici da remoto, a condizione che il paziente abbia precedentemente beneficiato della cura o della revisione dell’uso di medicinali per la polimedicazione o la malattia cronica;

- vaccinazioni: possono essere effettuate dai farmacisti di comunità in tutto il Paese a partire da marzo 2019. I primi risultati hanno mostrato che, nel corso delle 5 settimane della stagione influenzale 2019-2020, 1⁄4 dei pazienti vaccinati avevano ricevuto il vaccino in una farmacia. Complessivamente, oltre 2 milioni di pazienti sono stati vaccinati nelle farmacie di comunità;

- sostituzione di un medicinale: in caso di carenza, il farmacista ha la possibilità di sostituire il farmaco carente. Il prodotto sostituito deve essere conforme alle linee guida Agenzia del Farmaco Francese (ANSM);

- dispensazione di medicinali soggetti a prescrizione medica: la possibilità per il farmacista di dispensare medicinali soggetti a prescrizione medica per curare, in casi specifici, disturbi minori seguendo rigidi protocolli forniti dalle Autorità Sanitarie (servizio in attesa di attuazione nel corso del 2020);

- terapie e dosaggi: i farmacisti possono rinnovare terapie mediche e i dosaggi dei farmaci per i pazienti cronici, sentito il parere favorevole del medico di famiglia (attivazione in attesa delle disposizioni applicative);

2. in Scozia, sin dal 2006, i pazienti scozzesi possono utilizzare la farmacia di comunità di loro scelta come primo punto di riferimento per il trattamento di disturbi minori. Nel 2019, una ricerca indipendente ha evidenziato gli alti livelli di soddisfazione, le percezioni positive di tali consulti e fiducia nel Servizio di Cura dei Disturbi Minori (MAS); la ricerca ha dimostrato che quasi il 90% dei partecipanti ha valutato il servizio complessivamente 10 su 10 per soddisfazione e la stragrande maggioranza ha valutato la propria esperienza di consulenza come “Eccellente”. Nell’aprile 2020, il servizio di cura dei disturbi minori verrà sostituito con il nuovo servizio sanitario Servizio Sanitario Nazionale (NHS), introducendo modifiche al modello di remunerazione e ampliando l’ammissibilità al servizio al fine di aumentare l’accessibilità complessiva al servizio.
 
Infine, il Segretario Generale del PGEU, Ilaria Passarani, ha garantito l’impegno dell’Associazione dei farmacisti di comunità europei a tradurre in realtà quanto riportato nel Rapporto e a favorire lo sviluppo del ruolo dei farmacisti di comunità nel miglioramento dell’assistenza ai pazienti e nel rafforzamento dei sistemi sanitari europei.
03 aprile 2020
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