“Uno sciopero e una costante rigidità che stanno solo rallentando le trattative e il miglioramento delle condizioni dei dipendenti di farmacia”. Questo il commento di Federfarma relativamente all’annuncio dello sciopero nazionale dei dipendenti di farmacia privata da parte delle organizzazioni sindacali.
“Pur rientrando nell’esercizio dei diritti costituzionali dei lavoratori questa ulteriore iniziativa, pone nuovi ostacoli al rinnovo del contratto, rallentando le trattative che erano state riavviate e rimandando l’applicazione di nuove condizioni volte a migliorare gli aspetti economici e il livello della qualità della vita dei dipendenti di farmacia. Occorre anche ricordare che le farmacie sono un servizio pubblico essenziale, che deve essere in ogni caso garantito. Pertanto, il 6 novembre i cittadini troveranno comunque le farmacie aperte”.
“Nel corso delle trattative Federfarma aveva formulato una prima proposta di incremento salariale pari a 120,00 euro mensili, successivamente incrementata a 180,00 per andare incontro alle richieste dei sindacati. Accanto all’incremento salariale, Federfarma era disposta a riconoscere una serie di ulteriori benefit, sia in termini di servizi di welfare, sia prevedendo percorsi formativi mirati in orario di lavoro e garanzie aggiuntive in materia di maternità, infortunio. I sindacati, invece, sono rimasti rigidamente ancorati alla richiesta di un aumento di 360,00 euro mensili. Una richiesta irrealistica, perché insostenibile per migliaia di farmacie, che garantiscono il servizio nei piccoli centri e in aree depresse”.
“È essenziale, per Federfarma, che le condizioni economiche e normative stabilite dal CCNL siano sostenibili per tutte le farmacie – che sono diverse tra loro, grandi e piccole, rurali e urbane – in modo da garantire la capillarità e l’efficienza della rete territoriale”.