Le farmacie italiane “salutano con estremo favore la proposta di Regolamento della Commissione europea sui medicinali critici, ritenendola un passo importante per rafforzare la sicurezza della catena di approvvigionamento del farmaco ed evidenziando come sia particolarmente rilevante il fatto che tale atto sia una priorità strategica per l’Unione Europea”.
Lo hanno dichiarato i rappresentanti di Federfarma nazionale che l’11 giugno sono stati invitati a partecipare a un’Audizione in XIV Commissione Politiche europee Camera dei deputati, a Roma, in merito alla proposta di regolamento UE sui medicinali critici e di interesse comune. Affinché il Regolamento sui medicinali critici garantisca miglioramenti tangibili rispetto alla effettiva e continua disponibilità di tali farmaci, le farmacie, tuttavia, hanno chiesto ai decisori politici di avanzare alcune modifiche.
In particolare, in virtù del diretto e continuo coinvolgimento delle farmacie nelle attività volte a minimizzare l’impatto delle carenze - dall’allestimento di preparazioni magistrali all’individuazione, di concerto con il medico di medicina generale, di terapie farmacologiche sostitutive - Federfarma ha sottolineato come, accanto agli incentivi per stimolare la produzione di farmaci critici in Europa, si dovrebbero predisporre “obblighi ben definiti e clausole contrattuali che definiscano in modo chiaro le performance di produzione previste”. Solo così, secondo la Federazione, “ci si può assicurare dell’efficacia delle risorse pubbliche investite per perseguire l’obiettivo di fornire un accesso ininterrotto di farmaci critici ai pazienti”.
In secondo luogo, Federfarma ha richiesto il rafforzamento della supervisione degli obblighi di fornitura a carico degli attori della filiera, anche in questo caso per garantire l’efficacia delle misure di supporto finanziario concesse alle industrie produttrici. In ultimo, la Federazione ha evidenziato la necessità di ottimizzare gli obblighi esistenti di stoccaggio a carico della filiera, “arrivando ad un superamento di logiche nazionali e passando ad un approccio europeo di coordinamento di tali obblighi”.