La trattativa per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro delle Farmacie Private si è interrotta per l'indisponibilità di Federfarma ad accettare la proposta di adeguamento salariale proposta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Lo comunicano i sindacati, ricordando che sono circa 60mila
le lavoratrici e i lavoratori dipendenti interessati dal negoziato.
L'associazione datoriale si è orientata su un aumento economico salariale nel triennio di 120,00 euro, cifra che i sindacati reputano "totalmente inadeguata" se rapportata alla loro richiesta, avanzata nel corso di precedenti incontri e basata sul calcolo del differenziale di inflazione registrata nel corso del periodo di vigenza del contratto in essere e dell'inflazione programmata per il prossimo triennio. A seguito del risultato della riunione odierna, le federazioni nazionali di Filcams, Fisascat e Uiltucs avviano lo stato di mobilitazione secondo un quadro di iniziative a carattere nazionale e territoriale che verrà definito nel corso del coordinamento unitaria già fissato al prossimo 19 maggio.
Il lavoro del farmacista - sottolineano i sindacati - è cambiato negli ultimi anni: il contesto del settore sta infatti consolidando (anche per effetto della sottoscrizione dell'accordo di convenzione con lo Stato siglato dalle associazioni Federfarma e Assofarm) i servizi che si svolgono in farmacia, con la conseguente crescita della professionalità offerta da parte del personale, sia esso laureato ed iscritto all'ordine che nel caso degli operatori non laureati. Il maggiore impegno professionale, l'indisponibilità ad incrementare i salari e orari lavorativi sempre più gravosi sono i fattori che rendono la professione della farmacista e del farmacista sempre meno attrattiva.
"Questo fatto - sottolineano Filcams, Fisascat e Uiltucs in una nota - non può non essere affrontato con coraggio: crescita professionale, qualità della vita, conciliazione tra la vita personale e il lavoro, oltre alla questione salariale, sono i temi più sensibili e sentiti portati al tavolo della trattativa". I rappresentanti sindacali reputano parziali o completamente insufficienti le risposte arrivate da Federfarma.
"Sembra che i titolari di farmacia - si legge ancora nella nota sindacale - non si rendano conto della situazione: pare non avvertano il vento del cambiamento, che se non governato rischia di spazzare via una professione nobile ed un servizio essenziale alle cittadine e ai cittadini".
Sulla questione interviene anche la Federazione degli Ordini dei Farmacisti che ribadisce come “ai sensi della normativa vigente, non è parte nella trattativa sindacale né ha alcuna competenza al riguardo, non può che auspicare la ripresa immediata del dialogo per la definizione, in tempi brevi, di un nuovo contratto collettivo di lavoro delle farmacie private, atteso da tanti colleghi, in una prospettiva equa, dignitosa e sostenibile”.
In questi anni, la Federazione “si è impegnata a valorizzare e a far riconoscere le nuove funzioni professionali del farmacista, portando a termine quel percorso annunciato nel 2005 che ha radicalmente cambiato l’attività lavorativa del professionista. Queste funzioni, oggi, sono presenti nella nostra formazione universitaria e parte sostanziale del nostro bagaglio professionale di cui si deve tener conto”.
“Riguardo alla questione della collocazione del contratto nell’ambito del comparto sanitario o meno – prosegue la Fofi - , si tratta di un aspetto che attiene esclusivamente ad una scelta dei sindacati dei lavoratori e dei datori di lavoro”.
La Federazione e gli Ordini territoriali “sono la casa di tutti i farmacisti in qualunque ambito svolgano la professione e sulla base della legge sono enti pubblici sussidiari dello Stato che non svolgono in alcun modo ruoli di rappresentanza sindacale”.