Manovra. Distributori intermedi del farmaco: “Misure lungamente attese e vitali per il comparto”
La bozza di legge prevede un incremento della remunerazione pari allo 0,65% sul prezzo dei farmaci di classe A e un contributo aggiuntivo, per il 2026 e 2027, di 5 centesimi a confezione sui medesimi farmaci. Mirone (Federfarma Servzi): “Ignorare la fragilità della Distribuzione intermedia significa mettere a rischio l’intero sistema sanitario nazionale”. Farris (Adf): “Le nostre aziende non potrebbero che tagliare pesantemente il servizio e ridurre le forniture”.
13 NOV - “Le misure a sostegno dei Distributori intermedi indicate nel disegno di legge di bilancio sono di vitale importanza per tutto il comparto e non sono più rinviabili”. A dichiararlo, in una nota,
Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi. La bozza di legge di bilancio in discussione alla Camera assegna ai Distributori intermedi un incremento della remunerazione pari allo 0.65% sul prezzo dei farmaci di classe A e un contributo aggiuntivo (solo per gli anni 2026 e 2027) di 5 centesimi a confezione sui medesimi farmaci.
Interventi in grado di dare una boccata di ossigeno alle aziende, che denunciano come sia diventato sempre più difficile garantire i servizi richiesti dal SSN nell’attuale scenario di crisi e “con margini che non coprono neanche i costi operativi delle aziende”. Per Mirone “Ignorare la fragilità della Distribuzione intermedia, anello centrale ma notoriamente il più debole della filiera del farmaco, significa mettere a rischio l’intero sistema sanitario nazionale, con ricadute economiche e sociali che finirebbero per causare difficoltà e carenze di medicinali ai cittadini. È pertanto urgentissimo mettere in sicurezza la filiera garantendo ai grossisti farmaceutici che sono l’anello vitale tra produzione del farmaco e dispensazione all’utente finale la giusta remunerazione per il servizio pubblico svolto”, conclude il presidente di Federfarma Servizi.
“Vogliamo esprimere il nostro apprezzamento per le misure a sostegno della categoria previste nel disegno di legge” aggiunge
Walter Farris, Presidente di ADF-Associazione Distributori Farmaceutici. “E’ finalmente maturata la consapevolezza che senza di esse le nostre aziende, schiacciate da anni di sotto remunerazione e sempre più gravate da costi crescenti, non potrebbero che tagliare pesantemente il servizio e ridurre quindi numeri e volumi delle forniture dei medicinali con ripercussioni sia sulle aziende fornitrici sia sulle farmacie e quindi sui pazienti”.
La Distribuzione intermedia, spiega la nota congiunta di Adf e Federfarma Servizi, “sopporta infatti da anni una remunerazione sul farmaco di classe A, imposta dalla legge, così esigua (pari al 3% sul prezzo del medicinale) da non coprire neppure i costi operativi. I grossisti perdono oltre 25 centesimi per ogni confezione di medicinale di fascia A consegnato alle farmacie, con la conseguenza che questa compressione dei margini conduce ad erogare sottocosto servizi di interesse pubblico per il SSN mettendo a repentaglio le posizioni lavorative di oltre 17.000 addetti diretti ed indiretti del settore. Indispensabile garantire ai Distributori il recupero di una parte della marginalità persa per sostenere l’intero sistema”.
Le misure in legge di bilancio, seppure decisamente apprezzate dalla categoria, non consentono tuttavia, per Federfarma Servizi e Adf, di “risolvere il problema strutturale della sotto remunerazione che si è verificata negli anni precedenti con il taglio del margine dal 6,65% al 3%. Secondo studi condotti dall’università Sapienza di Roma si calcola infatti che dal 2009 al 2019 i Distributori abbiano perso circa il 70% dei propri margini sul farmaco di classe A con un trend spinto, in particolare, dal progressivo calo dei prezzi dei medicinali, dalla Distribuzione Diretta ospedaliera per non parlare del periodo della pandemia e del post-pandemia. Negli ultimi anni, insieme agli altri partner di filiera, i Grossisti hanno operato in uno scenario di “policrisi” a più dimensioni: carenze di medicinali, aumento dei costi energetici e di carburante, crisi finanziaria, inflazione, aumento dei tassi d’interesse bancari. E gli ultimi bilanci delle aziende di distribuzione confermano l’aggravarsi della situazione e lo stato di crisi del settore che non può che peggiorare nei prossimi anni per effetto dell’incremento continuo dei costi di trasporto e del personale. In tale scenario diventa di fatto impossibile continuare ad assicurare la capillarità di un servizio attraverso il quale viene assicurata la fornitura di medicinali anche nelle zone più remote del Paese, in particolare alle farmacie rurali. Senza un intervento che, irrobustendo tutta la filiera del farmaco, consenta ai Distributori di recuperare quantomeno parte della marginalità persa, c’è il rischio concreto di collasso dell’intero sistema”
“Auspichiamo quindi - concludono i due Presidenti Farris e Mirone - che vi sia la più ampia condivisione delle misure riportate nel disegno di legge nell’interesse di tutto il sistema sanitario nazionale e sia consentito ai Grossisti di recuperare almeno parzialmente la necessaria marginalità. Potremo così continuare a svolgere il nostro compito di razionale ed efficiente distribuzione dei medicinali attesi tutti i giorni dai pazienti in farmacia”.