Sulla Manovra "il risultato complessivo non è ancora pienamente sufficiente affinché l'Italia rimanga attrattiva per investimenti e innovazione e possa conservare la sua leadership in Europa. La riforma fondamentale è il superamento dell'onere del payback sulla spesa farmaceutica ospedaliera a carico delle aziende. Per proteggere i nostri primati industriali ed essere ancora competitivi, è fondamentale fare ulteriori passi in avanti. Non possiamo aspettare la legge di Bilancio del prossimo anno: serve subito una ulteriore riduzione del payback sugli acquisti diretti".
Così Marcello Cattani, presidente Farmindustria, che oggi è stato ascoltato in audizione dalle Commissioni riunite Bilancio di Senato e Camera in merito all'attività conoscitiva preliminare all'esame della Manovra 2026.
Cattani ha ricordato che "l'Europa ha già perso molto terreno rispetto agli altri grandi macro sistemi globali" e per l'Italia "è necessario e urgente adottare misure per aumentare competitività e attrattività, evitando - ha aggiunto - forti difficoltà per l'accesso alle cure". Per farlo, secondo il presidente è necessario "eliminare o ridurre fortemente le barriere non tariffarie (payback); introdurre elementi per avviare un processo di superamento dei payback; evitare riduzioni dei prezzi e mantenere la possibilità per le aziende di praticare sconti; migliorare le condizioni di accesso al mercato e velocizzare i tempi".
Le proposte di Farmindustria per la legge di Bilancio riguardano la revisione per i tetti della spesa farmaceutica: "Per gli acquisti diretti alzare il tetto dell'1%, come le imprese hanno proposto al Governo nei mesi scorsi, per adeguare le risorse all'innovazione, o almeno a 0,5% come emerso in interviste del ministero della Salute nelle scorse settimane - ha detto Cattani - L'aumento dei fondi per gli acquisti diretti di 0,2% è infatti molto lontano rispetto al necessario e il payback rimane così su livelli insostenibili per l'industria (2,3 miliardi di euro nel 2026 e quasi 3 miliardi nel 2027), scoraggiando il mantenimento degli investimenti". Le imprese del farmaco chiedono di "escludere i plasmaderivati dalla spesa soggetta al tetto, in quanto medicinali salvavita, inseriti tra i farmaci critici e di particolare rilievo per la sicurezza nazionale".