“L’appello unanime delle professioni sanitarie è stato accolto.In questi mesi, l’emergenza delle aggressioni al personale sanitario era diventata una triste quotidianità e rischiava di aggravare il senso di impotenza e la preoccupazione per la propria incolumità fisica di quanti, in condizioni spesso difficili, si occupano della salute dei pazienti”. Lo scrive la Fnofi in una nota stampa.
“Avevamo chiesto – prosegue - un segnale inequivoco, con l’introduzione della possibilità dell’arresto in flagranza differito e con l’implementazione della sorveglianza. Con soddisfazione, prediamo atto che il Governo ha accolto le proposte del Ministro Schillaci e del Ministro Nordio, a loro volta sollecitati dagli Ordini e dalle Federazioni sanitarie, ed è intervenuto con un decreto legge di immediata applicabilità. Confidiamo che, in sede di conversione, la protezione del professionista possa essere estesa anche nei casi in cui l’aggressione avviene nel domicilio del paziente; domicilio dove spesso il professionista, ed in particolare il fisioterapista, si trova da solo e deve sapere che anche lì può contare sulla protezione della propria sicurezza”.
“Le norme penali da sole non bastano ad arginare il fenomeno delle aggressioni, ma sicuramente consentono di alzare la soglia di attenzione di tutta l’opinione pubblica e, anche con l’impegno degli Ordini, favorire modalità di relazione più serene e più efficaci con i cittadini”, conclude.