Cronache
Oms. Gli Usa potrebbero rientrare a patto di avere un americano alla guida dopo la scadenza di Ghebreyesus nel 2027
Il documento di proposta, secondo quanto riporta Reuters, prevede la nomina di un inviato speciale degli Stati Uniti nel 2025, che riferisca a Trump e alla Casa Bianca, per supervisionare i negoziati con l'Oms sulle potenziali riforme, prima dell'uscita prevista per l'anno prossimo. L'inviato sarebbe anche incaricato di spingere affinché un funzionario statunitense gestisca l'agenzia sanitaria globale per la prima volta nella sua storia.
06 FEB -
L’amministrazione Trump sarebbe intenzionata a dettare le ‘sue’ regole per rientrare nell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). A quanto riporta Reuters, il piano Usa includerebbe un programma di profonda riforma dell'ente e, soprattutto, la nomina di un americano alla guida come direttore generale, quando il mandato di Tedros Adhanom Ghebreyesus terminerà, nel 2027.
Come noto, l’ordine esecutivo di Trump che detta l'uscita dall'Oms degli Stati Uniti è stata una delle sue prime mosse politiche dopo l'insediamento. Una decisione che, se confermata, porterà l'agenzia sanitaria globale a perdere il suo finanziatore più importante entro gennaio 2026. L'accusa lanciata all'interno dello stesso documento è quella di aver gestito male la pandemia di Covid e di essere stata indebitamente influenzata da altre nazioni. Da allora Trump ha fatto intendere che gli Stati Uniti potrebbero tornare se l'Oms fosse riformata, senza fornire dettagli su cosa ciò richiederebbe. La proposta di riforma è in discussione da prima che Trump entrasse in carica, ma non è chiaro se la sua amministrazione adotterà altre raccomandazioni, hanno affermato le fonti sentite dall'agenzia. L'amministrazione Trump “continuerà a rivedere i processi e gli enti sanitari per implementare le riforme necessarie”, ha affermato il portavoce della Casa Bianca Kush Desai in una dichiarazione a Reuters.
L'Oms non è riuscita a mettere in atto le riforme proposte negli ultimi due decenni, portando a un deterioramento della gestione e delle competenze scientifiche, afferma il documento, in cui si riconosce che lasciare l'Agenzia, però, danneggerebbe gli interessi americani. Allo stesso modo nel testo si spiega che lo stesso varrebbe per la permanenza nell'organizzazione a meno che non venga riformata. Il direttore della trasformazione dell'Oms, Soren Brostrom, ha respinto le critiche in un’intervista in cui afferma che l'agenzia ha intrapreso le riforme fondamentali fino ad oggi sotto Tedros. Ma “se gli stati membri...hanno ulteriori richieste di riforma, cercheremo di soddisfarle”, ha aggiunto.
Il documento di proposta prevede inoltre la nomina di un inviato speciale degli Stati Uniti nel 2025, che riferisca a Trump e alla Casa Bianca, per supervisionare i negoziati con l'Oms sulle potenziali riforme, prima dell'uscita prevista per l'anno prossimo. Attualmente, il coordinamento dell'Oms è gestito dal Dipartimento di Stato e dal Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani. L'inviato sarebbe anche incaricato di spingere affinché un funzionario statunitense gestisca l'agenzia sanitaria globale per la prima volta nella sua storia. “La mancanza di leadership americana al vertice dell'Oms è stata un fattore critico nello spreco di fondi americani e nel declino dell'efficienza dell'organizzazione”, si legge nella proposta. Brostrøm ha spiegato che qualsiasi Stato membro può proporre un direttore generale e spingere per il proprio candidato. Il consiglio esecutivo dell'Oms seleziona una breve lista di candidati e colui che ottiene almeno due terzi dei voti degli Stati membri viene scelto per il ruolo.
06 febbraio 2025
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