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Covid. Altems: “In calo incidenza, positività e pressione sui servizi sanitari, ma è presto per dire di aver evitato la terza ondata”
È quanto riporta il report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica. “La pandemia in Italia è in una fase altalenante in termine di numero di nuovi contagi e questo si riverbera sulla mortalità che si mantiene purtroppo ancora stabile ma alta. L’uscita da questa situazione può dipendere solo da due azioni: chiusure più “aggressive” o una accelerazione nella somministrazione dei vaccini”. IL REPORT
22 GEN - Di nuovo in calo l’incidenza settimanale dell’infezione da Covid-19, registrando un valore nazionale pari a 146 ogni 100.000 residenti. Giù anche la positività che nell’ultima settimana scende al 7%. Si registra una minor pressione anche sui servizi sanitari: in settimana ci sono stati -36,99 isolati a domicilio ogni 100.000 abitanti, -1,39 ricoveri ordinari ogni 100.000 abitanti e -0,15 ricoveri intensivi ogni 100.000 abitanti. È quanto emerso dalla 36ma puntata dell’Instant Report Covid-19 curato da Altems.
 
“L’andamento settimanale dell’incidenza, della positività e della pressione sui servizi sanitari – afferma il professor Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari - ALTEMS dell’Università Cattolica – risulta essere in calo, ma è ancora presto per adagiarsi sugli allori. La pandemia in Italia è in una fase altalenante in termine di numero di nuovi contagi e questo si riverbera sulla mortalità che si mantiene purtroppo ancora stabile ma alta. L’uscita da questa situazione può dipendere solo da due azioni: chiusure più “aggressive” o una accelerazione nella somministrazione dei vaccini soprattutto in quelle categorie che possono essere, più di altre, veicoli di contagio in quanto socialmente più esposte come i docenti, gli stessi studenti, i trasportatori e le forze dell’ordine”.
 
Negli ultimi 7 giorni, le regioni che hanno effettuato il maggior numero di inoculazioni per punto di somministrazione sono state il Veneto (4.566), l’Emilia-Romagna (4.469), Il Friuli-Venezia Giulia (3.961) ed il Lazio (3.450). Al contrario, il Trentino-Alto Adige (375), la Valle D’Aosta (799) e la Lombardia (775) sono le regioni che, per punto di somministrazione, hanno registrano il numero più basso di somministrazioni.
Al 19 gennaio 2020, ben 6 regioni hanno emanato bandi per l’assunzione di personale medico da dedicare alla campagna vaccinale anti Covid-19. La Regione più attiva in tal senso è stato il Lazio che ha emanato 3 bandi, seguita dell’Emilia-Romagna e della Lombardia (entrambe 2 bandi). Un solo bando è stato, invece, emanato in Campania, Umbria e Liguria.
 
Quadro epidemiologico
In merito agli aspetti epidemiologici si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 18 Gennaio) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 547.059) sulla popolazione nazionale è pari a 0,92% (in calo rispetto ai dati del 11/01 in cui si registrava lo 0,97%). La percentuale di casi (n= 2.390.102) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dal 3, 84% al 4,01%.
 
L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione regionale nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 9 ed il 15 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 366 ogni 100.000 residenti. La settimana appena trascorsa evidenzia un calo dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 146 ogni 100.000 residenti.
 
Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra nella PA Bolzano (6,32%), in Veneto (6,13%) e in Valle d’Aosta (6,12%), ma è in PA Bolzano (2,27%), Veneto (1,42%) e Puglia (1,40%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 0,92% (in calo rispetto ai dati del 11/01).
Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo). È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: la settimana tra il 22 ed il 28 novembre è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (1.612 casi ogni 100.000 residenti), mentre nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 1.101 casi ogni 100.000 residenti, in calo rispetto alla settimana precedente.
 
Dal report #21, si introduce una nuova analisi in termini di monitoraggio della prevalenza derivante dal confronto negli ultimi mesi (Prevalenza periodale del 20 novembre – 19 dicembre e del 20 dicembre – 18 gennaio per 100.000 abitanti) si denota come nella maggior parte delle regioni tale indice abbia subito un significativo calo. Le Regioni con una prevalenza periodale più alta nell’ultimo mese sono la PA Bolzano e il Veneto. In particolare, il valore nazionale della prevalenza di periodo è diminuito passando da 2.296 (nel periodo 20 novembre – 19 dicembre) a 1.777 (nel periodo 20 dicembre – 18 gennaio).
 
Letalità (rapporto decessi su positivi)
Nell’ultima settimana il dato più elevato si registra nella PA di Trento pari a 14,88 x 1.000 e nella Liguria pari a 12,10 x 1.000, nonostante siano ben lontani dal valore massimo registrato a marzo; la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 4,16 per 1.000 (in calo rispetto alla scorsa settimana analizzata 4,25 x 1.000).
 
Mortalità (rapporto decessi su popolazione)
Nell’ultima settimana, la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 4,59% (in calo rispetto alla scorsa settimana analizzata 4,82%). Il Friuli-Venezia Giulia ha superato notevolmente il valore soglia registrando una mortalità grezza pari a 13,51%, a seguire il Veneto a 8,85% e la PA Trento a 8,62%.
 
Andamento dell’età dei contagi
È stato analizzato l’andamento dell’età dei contagi dal 24 agosto 2020 al 27 dicembre 2020. Si nota che i contagi tra gli over-70 sono passati dall’essere il 7,2% di tutti i nuovi contagi, nel periodo 24 agosto - 6 settembre, all’essere il 18,2%, nel periodo 30 novembre - 13 dicembre (picco massimo), per poi scendere al 17,4% nel periodo 14 dicembre - 27 dicembre e arrivare al 16,4% nel periodo 28 dicembre – 10 gennaio.
 
Nuova pressione per setting assistenziale (Domicilio, terapia medica, terapia intensiva, x 100.000 ab): 4 - 11 gennaio 2021
Dal report #29 è stato avviato il monitoraggio della distribuzione per setting della nuova pressione (aggiuntiva o sottrattiva) che il sistema sanitario ha registrato nella settimana appena trascorsa. Si può notare come nella settimana appena trascorsa la maggiore parte della nuova pressione si sia tradotta in nuovi casi isolati a domicilio. Nel complesso, in Italia, ci sono stati -36,99 isolati a domicilio ogni 100.000 abitanti, -1,39 ricoveri ordinari ogni 100.000 abitanti e -0,15 ricoveri intensivi ogni 100.000 abitanti.
 
Terapia intensiva
Nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva
Dal report #33 è stato avviato il monitoraggio dei nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva (x 100.000 ab). Il valore medio registrato nel contesto italiano è pari a 1,87. Le regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono il Veneto (4,26), la P.A di Trento (3,85) e il Friuli-Venezia Giulia (3,23).
 
Tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e di Area Non Critica al 19 gennaio 2021
L’indicatore mette in relazione il tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva con il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica. Le soglie del 30% e del 40% sono individuate dal D.M. del 30/4/2020 come quelle oltre le quali vi è un sovraccarico rispettivamente per la Terapia Intensiva e per l’Area Non Critica. Si può notare come grazie queste soglie il grafico si divida in quattro quadranti: nel primo si posizionano tutte quelle regioni che hanno superato sia la soglia relativa al tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva che quella relativa al tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica, nel secondo si posizionano le regioni che superano solo la soglia relativa all’Area Non Critica, nel terzo sono presenti le regioni non a rischio di sovraccarico e nel quarto le regioni a rischio di sovraccarico relativamente alla sola Terapia Intensiva. Al 19 gennaio 2021 sette regioni (Puglia, Emilia-Romagna, Lazio, P.A. di Bolzano, Marche, Friuli-Venezia Giulia, P.A. di Bolzano e P.A. di Trento) si posizionano nel primo quadrante con la più elevata pressione nella P.A. di Trento sia per tasso di saturazione in area non critica che per tasso di saturazione delle terapie intensive. Liguria, Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Molise, Toscana, Campania, Calabria, Basilicata e Valle d’Aosta non sono a rischio di sovraccarico in nessuna delle due aree oggetto di valutazione, posizionandosi quindi nel terzo quadrante.
 
Bandi per medici da destinare alle vaccinazioni al 19 gennaio 2021
Dal rapporto #36 si avvia il monitoraggio delle regioni che hanno emanato bandi per l’assunzione di personale medico da dedicare alla campagna vaccinale anti Covid-19. Al 19 gennaio 2020, ben 6 regioni hanno approntato quanto necessario per reclutare personale medico dedicato. La Regione più attiva in tal senso è stato il Lazio che ha emanato 3 bandi, seguita dell’Emilia-Romagna e della Lombardia (entrambe 2 bandi). Un solo bando è stato, invece, emanato in Campania, Umbria e Liguria.
 
Andamento vaccinazioni Covid-19 in Italia
Numero medio di vaccinazioni per punto di somministrazione al 19 gennaio 2021
È stato analizzato al 19 gennaio 2021 il rapporto tra vaccinazioni effettuate e punti vaccinali, esprimendo così un numero medio di vaccinazioni effettuate da ciascun punto di somministrazione regionale. Il valore più alto dell’indicatore si registra in Veneto, dove ciascun punto di somministrazione ha effettuato circa 15.457 vaccini. Valori alti dell’indicatore si riscontrano anche in Emilia-Romagna (9.160), Toscana (5.974), Friuli-Venezia Giulia (6.694) e Puglia (5.825). Al contrario il suddetto indicatore rivela un basso rapporto tra vaccini inoculati e punti di somministrazione in Basilicata (2.028) ed in Valle D’Aosta (1.790).
 
Numero medio di vaccinazioni per punto di somministrazione dal 12 gennaio al 19 gennaio 2021
È stato analizzato il rapporto tra vaccinazioni effettuate e punti vaccinali, esprimendo così un numero medio di vaccinazioni per punto di somministrazione nella settimana dal 12 al 19 gennaio 2021. Negli ultimi 7 giorni, le regioni che hanno effettuato il maggior numero di inoculazioni per punto di somministrazione sono state il Veneto (4.566), l’Emilia-Romagna (4.469), Il Friuli-Venezia Giulia (3.961) ed il Lazio (3.450). Al contrario, il Trentino-Alto Adige (375), la Valle D’Aosta (799) e la Lombardia (775) sono le regioni che, per punto di somministrazione, hanno registrano il numero più basso di somministrazioni.
 
Percentuale di dosi distribuite (somministrate/consegnate) al 19 gennaio 2021
L’indicatore mostra la percentuale di dosi di vaccino somministrate rispetto alle dosi consegnate. Dal grafico si evince che la P.A di Bolzano, le Marche e la Campania sono le regioni con la percentuale di dosi somministrate più alta, mentre la Calabria, il Molise e la Basilicata registrano i valori più bassi. In Italia il 76,86% delle dosi vaccinali consegnate sono state somministrate.
 
Dosi somministrate/popolazione residente (per 10.000 abitanti) al 19 gennaio 2021
L’indicatore mostra le dosi di vaccino somministrate rispetto alla popolazione residente in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che la P.A di Bolzano, la Valle d’Aosta e il Friuli-Venezia Giulia sono le regioni in cui si sono somministrati più vaccini rispetto alla popolazione residente. La Calabria, l’Abruzzo e l’Umbria, attualmente sono le regioni in cui si sono somministrate meno dosi.
 
Dosi consegnate/popolazione residente (per 10.000 abitanti) al 19 gennaio 2021
L’indicatore mostra le dosi di vaccino consegnate rispetto alla popolazione residente in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che la Valle d’Aosta, il Piemonte e l’Emilia-Romagna sono le regioni a cui sono state consegnate più dosi rispetto alla popolazione residente. La Puglia, la P.A di Bolzano e la Calabria attualmente sono le regioni in cui sono state consegnate meno dosi.
 
Dosi somministrate/popolazione residente (per 1.000 abitanti)* - Incremento 12-19 Gennaio 2021
L’indicatore mostra l’incremento nelle dosi di vaccino somministrate rispetto alla popolazione residente in ogni regione italiana (per 1.000 abitanti). Dal grafico risulta che l’incremento maggiore rispetto alla settimana precedente si è avuto nella P.A di Bolzano, in Piemonte e in Valle d’Aosta. L’Umbria, la Calabria e la Sardegna sono le regioni in cui  si è assistito all’incremento più modesto.
 
Dosi consegnate/popolazione residente (per 10.000 abitanti)* 19 Gennaio 2021
L’indicatore mostra l'incremento nelle dosi di vaccino consegnate rispetto alla popolazione residente in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti) rispetto alla settimana precedente. Dal grafico risulta che la P.A di Bolzano il Molise e l’Emilia-Romagna sono le regioni in cui l’indicatore è aumentato maggiormente. L’Umbria, la Sardegna e la Calabria sono le regioni caratterizzate dall’incremento più modesto.
 
Dosi somministrate/popolazione residente > 80 anni (per 1.000 abitanti)* - 19 Gennaio 2021
L’indicatore mostra le dosi di vaccino somministrate rispetto alla popolazione residente con età maggiore di 80 anni in ogni regione italiana (per 1.000 abitanti). Dal grafico risulta che la P.A. di Trento, la P.A di Bolzano ed il Molise sono le regioni in cui si sono somministrati più vaccini rispetto alla popolazione residente. La Sardegna, la Calabria e l’Abruzzo attualmente sono le regioni in cui si sono somministrate meno dosi.
 
Casi di influenza x 1.000 assistiti, 2019/2020 vs 2020/2021
L’indicatore mostra l’andamento dei casi di influenza x 1.000 assistiti comparando l’andamento tra la stagione influenzale 2020/2021 rispetto alla stagione 2019/2020. L’indicatore mostra un numero di casi di influenza nella stagione in corso nettamente più basso rispetto al periodo 2019/2020 in tutte le regioni italiane. Si fa riferimento ad un periodo di 7 settimane, dalla 49 settimana del 2020 alla 3 settimana del 2021.
 
22 gennaio 2021
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