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Coronavirus. I casi superano quota 31 mila, di cui 2.941 guariti e 2.503 deceduti. “Prossima settimana per vedere efficacia delle misure”
Rispetto a ieri i casi in più sono 3.526. Ad oggi il numero di persone tuttora positivi (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni risulta il seguente: 12.095 i malati in Lombardia, 3.404 in Emilia Romagna, 2.488 in Veneto, 1.764 in Piemonte, 1.302 nelle Marche, 423 in Campania, 661 in Liguria, 1.024 in Toscana, 550 nel Lazio, 347 in Friuli Venezia Giulia, 226 in Sicilia, 320 in Puglia, 216 in Abruzzo, 368 nella Pa di Trento, 19 in Molise, 192 in Umbria, 282 in provincia di Bolzano, 112 in Calabria, 115 in Sardegna, 134 in Valle d’Aosta e 20 in Basilicata. IL REPORT
17 MAR - I casi di nuovo Coronavirus in Italia sono saliti a 31.506 (+3.526 rispetto a ieri), tra cui 2.941 persone guarite (+192 rispetto a ieri) e 2.503 deceduti (+345 rispetto a ieri). Le persone attualmente positive sono quindi 26.062 (+2.989 rispetto a ieri). Complessivamente sono stati effettuati  148.657 tamponi, dei quali circa 110 mila in Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Veneto.

Questi i dati principali dell'aggiornamento odierno forniti dal capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli durante il punto stampa delle ore 18.
 
Ad oggi il numero di persone tuttora positive (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni risulta il seguente: 12.095 i malati in Lombardia (+1.234 rispetto a ieri), 3.404 in Emilia Romagna (+316), 2.488 in Veneto (+214), 1.764 in Piemonte (+359), 1.302 nelle Marche (+117), 423 in Campania (+60), 661 in Liguria (+86), 1.024 in Toscana (+183), 550 nel Lazio (+78), 347 in Friuli Venezia Giulia (+1), 226 in Sicilia (+23), 320 in Puglia (+108), 216 in Abruzzo (+51), 368 nella Pa di Trento (+1), 19 in Molise (+2), 192 in Umbria (+33), 282 in provincia di Bolzano (+47), 112 in Calabria (+25), 115 in Sardegna (+10), 134 in Valle d’Aosta (+31) e 20 in Basilicata (+8).
 
Le vittime sono 1.640 in Lombardia (220 in più di ieri), 393 in Emilia Romagna (+47), 80 in Veneto (+11), 69 nelle Marche (+12), 133 in Piemonte (+22), 60 in Liguria (+10), 23 nel Lazio (+4), 30 in Friuli Venezia Giulia (+8), 6 in Abruzzo (+2), 17 in Toscana (+3), 9 in Campania (+0), 2 in Valle d’Aosta (+0), 7 nella Pa di Trento (+1), 8 nella Pa di Bolzano (+2), 3 in Sicilia (+1), 2 in Sardegna (+0), 1 in Calabria (+), 1 in Molise (+0), 1 in Umbria (+0) e 18 in Puglia (+2).
 
Delle persone attualmente positive (26.062) sono ricoverate con sintomi 12.894 (+1.869), 2.060 1.851 (+209) sono in terapia intensiva, mentre 11.108 (+911) si trovano in isolamento domiciliare.
  
Il dato di oggi di vittime e contagiati da coronavirus in Italia “credo sia nel trend dei dati di questo periodo. La prossima settimana potremo avere dei dati adeguati in relazione alle misure adottate”, ha detto il commissario Angelo Borrelli durante la conferenza stampa alla Protezione Civile
 
Borrelli ha poi informato che oggi è stato “allestito un ospedale da campo degli Alpini a Bergamo e che sempre oggi sono stati trasferiti dagli ospedali della Lombardia 50 pazienti in terapia intensiva”
 
Rispetto alle mascherine il capo della Protezione civile ha precisato che “ci sono molte aziende che hanno dato disponibilità a produrre mascherine per personale non sanitario e credo che con l'entrata in vigore del decreto avremo presto aziende in grado di produrre mascherine per la popolazione”.
 
Rispetto al futuro Borrelli chiarisce che è ancora “prematuro fare delle previsioni sulle diffusioni del virus al sud e per poter esprimere dei giudizi. Quello che è importante è limitare la mobilità e stare più possibile a casa, perché questo è l'unico modo che ci permette di ridurre la diffusione del virus”.
 
“Una settimana fa – ha concluso - le condizioni erano diverse, c'era un'area molto ristretta nella quale c'era una zona rossa e nel resto d'Italia c'era libera circolazione. Le ultime misure ci fanno sperare che si possano sortire gli effetti sperati. Mi auguro che non si arrivi a vedere numeri importanti come questi e tutto dipende dalla nostra attenzione a tenere comportamenti corretti”.
 
 
“Annunciamo la sperimentazione del tocilizumab, farmaco per artrite reumatoide; i dati preliminari sono promettenti. Lo studio sarà su 330 pazienti e partirà giovedì per valutare l'impatto del farmaco”. È quanto ha affermato il neo dg di Aifa Nicola Magrini (si è insediato lo scorso 2 marzo) che oggi è intervenuto alla conferenza stampa alla Protezione civile
 
“Oggi – ha detto - annunciamo uno studio su cui c'era molta attesa: partirà giovedì un ampio studio di fase II sul farmaco tocilizumab già approvato contro l'artrite, su cui ci sono dati preliminari promettenti”. “Il farmaco -  ha precisato - riduce l'effetto del fattore di infiammazione, perché il virus produce reazione infiammatoria molto ampia. L'idea dunque era che potesse spegnere questa `cascata infiammatoria”. E i dati, ha aggiunto “sono in via di acquisizione: ci sono segnalazioni di alcuni pazienti che hanno avuto un miglioramento della condizione e altri no”.
 
Magrini ha poi specificato che “lo studio coinvolgerà 330 pazienti per valutare il possibile impatto del farmaco contro Covid-19. Questo consentirà di avere un dato sull'entità e la quantificazione del beneficio”.
 
Magrini ha evidenziato poi che l’Aifa è in campo per “accelerare ed esemplificare l'accesso a farmaci sperimentali e a tutte le terapie disponibili per combattere il coronavirus. Nel decreto Cura Italia è chiaramente espressa la volontà di una centralizzazione dell'approvazione degli studi”. Inoltre il numero uno dell’Agenzia rimarca come “l'Aifa avrà maggiore autorità nella sua commissione tecnica scientifica per decidere sulle proposte di sperimentazioni e poi trasmettere gli studi approvati alla Protezione civile. Nel decreto sarà contenuta anche una norma di semplificazione dei pareri dei comitati etici, con un solo comitato etico deputato all'Istituto Spallanzani di Roma”.
 
“Credo - ha concluso - che lo sforzo fatto da tutti gli organismi che stanno collaborando per migliorare l'accesso a farmaci e nuovi protocolli mostrano che l'Italia è la frontiera più innovativa per la sperimentazione di farmaci e vaccini e questo sforzo si concretizzerà in nuovi dati sull'entità della reale efficacia di queste terapie”. 
 
“Sull'amplificazione dell'uso dei tamponi, nessun cambiamento di rotta dell'Oms: non sono raccomandati screening di massa, specie in epidemia con trasmissione sostenuta come in Italia. Resta fermo di fare test su tutti i casi sospetti e tutti i contatti dei casi sospetti”. Sul tema tamponi è intervenuto così Ranieri Guerra direttore generale aggiunto Oms.
 
L’Oms raccomanda di “aumentare il numero dei test ai sanitari in prima linea, serve un monitoraggio continuo”, ha sottolineato Guerra che poi ha detto come “l'Europa dovrebbe adottare quanto più possibile misure congiunte, non è possibile fermare questo virus con misure tradizionali. Più unificata la risposta più efficace la difesa della popolazione. Non solo come misure di contenimento,
  

 
17 marzo 2020
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