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Medici e pazienti fanno squadra contro le criticità del Ssn. Presentato Rapporto al ministero della Salute
Le risorse non bastano. Accedere alle cure è difficile, così come ottenere diagnosi o disporre di nuove tecnologie. Le liste d'attesa sono infinite e l’Italia è divisa in Regioni di serie A e altre di serie B. Queste le principali criticità evidenziate nel Rapporto promosso da FederAnziani, che è riuscito a riunire intorno a sé tutte le professionalità del Ssn. Mandelli (Fofi): "Innovazione tecnologica, cronicità e invecchiamento  i tre temi su cui è necessario confrontarsi".
05 LUG - Per una volta sono stati i medici ad ascoltare il parere tecnico dei propri pazienti. Hanno raccolto tutte le opinioni sui servizi offerti dalla sanità pubblica, le hanno messe nero su bianco e, poi, le hanno confrontate ed unite alle proprie. Così, esperienze dei malati da un lato e conoscenze degli esperti, dall’altro, hanno dato vita al “Rapporto sulle criticità del Servizio Sanitario Nazionale” (vedi il link alll'approfondimento a fondo pagina). Un documento, promosso da Senior Italia FederAnziani, che analizza l’intero Sistema, evidenziando tutto ciò che non va e passando al setaccio ogni singola specializzazione medica.
 
Un lavoro che per Marcella Marletta, direttore generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico del ministero della Salute “non ha precedenti. Ascoltare il parere di 34 realtà differenti, tra associazioni e società scientifiche, pazienti e industrie farmaceutiche, significa avere davanti a sé l’opinione dell’intero ‘mondo’ della sanità”. Ed è proprio dalle criticità che, secondo Marletta, si potrebbe partire per costruire un a nuova governance: “Risolvendo le carenze si ricaverebbe un grosso risparmio, soprattutto delle spese indirette”, ha detto il direttore generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico del ministero della Salute intervenento alla presentazione del documento, oggi presso il dicastero di Lungotevere Ripa.
 
Tra le criticità evidenziate nel Rapporto, anche l'esistenza di consistenti differenze tra le Regioni, tanto da penalizzare l'assistenza dei cittadini di alcuni territori rispetto ad altri. Su questo aspetto, per Davide Faraone, sottosegretario al ministero della Salute, la soluzione è limitare il potere di gestione delle Regioni dei soldi destinati alla sanità pubblica: “E' necessaria - ha detto - una bonifica del titolo V della Costiutuzione. Non possiamo restare a guardare mentre uno stesso farmaco in alcune Regioni è gratuito ed in altre è a pagamento. Con i Lea e con il decreto vaccini abbiamo favorito e mirato proprio ad un’uguaglianza territoriale di questo tipo”.
 
Pronto ad incassare le critiche anche Ranieri Guerra, direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute: “E' giusto che il sistema sanitario venga criticato – ha spiegato – ma non possiamo non ricordarci che quello italiano è l’unico al mondo capace di garantire un servizio realmente pubblico. Il ministro, negli ultimi anni, ha condotto una vera e propria battaglia per ottenere le risorse economiche necessarie. Abbiamo provveduto all’aggiornamento dei Lea e garantiamo un costante dialogo tra l’amministrazione centrale e le Regioni che sono chiamate a gestire le finanze per la sanità pubblica. Ora stiamo lavorando anche sul tema delle convenzioni”. Ma se il ministero si da un gran da fare, anche il cittadino ha la sua parte: “deve contribuire al miglioramento di tutto il sistema – ha aggiunto Guerra - mostrando di tenere alla sua salute. Evitando di fumare, facendo attività fisica e cercando di mantenere degli stili di vita corretti”.
 
E proprio sulla prevenzione, il sottosegretario Faraone osserva: “E' un aspetto su cui dobbiamo puntare, ma per farlo è necessario il contributo anche di altri ministeri, come ad esempio quello dello Sport che potrebbe affiancare il ministero della Salute in campagne che puntino a sensibilizzare i cittadini sui corretti stili di vita”.
 
Quanto all'insufficienza di finanziamenti del Ssn, per Marcella Marletta “il compito del governo è evitare il definaziamento del Ssn. Non si possono trovare risorse aggiuntive”. Piuttosto, il direttore generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico del ministero della Salute esorta pazienti e società scientifiche a proporre le loro soluzioni per investire il denaro che c’è nel modo più appropriato possibile: “Come è accaduto per il farmaco per l’epatite: numerosi studi stanno dimostrando che nel tempo produrrà un evidente risparmio”. Lo stesso potrebbe essere fatto per l’impiego di nuove tecnologie: “Va valutato – ha detto Marletta - il rapporto tra il costo diretto che hanno queste strumentazioni e quello indiretto che potrebbe scaturire dal mancato utilizzo”.

All’incremento degli investimenti per le nuove tecnologie mira Luigi Boggio, presidente di Assobiomedica: “L’industria di farmaci e dispositivi medici credo sia un elemento fondamentale di questo tavolo che riunisce medici e pazienti. La salute non è un costo, ma un elemento di sviluppo. Eppure, le risorse destinate alla ricerca sono diminuite del 25%. Ogni 18 mesi un dispositivo viene superato o migliorato. Questo continuo cambiamento dimostra che la parola d’ordine è e dev’essere innovazione”, ha detto Boggio.

“Con un fatturato di 4 miliardi – ha aggiunto Enrico Hausermann, amministratore delegato di Assogenerici - abbiamo un’unica missione: portare salute. Oggi il 50% dei farmaci usati in Europa sono equivalenti. Il nostro obiettivo è aumentarne la platea anche in Italia”.

Abbattere la burocrazia è invece il punto centrale delle proposte avanzate da Andrea Mandelli, presidente Fofi, la Federazione Ordine Farmacisti Italiani: “Innovazione tecnologica, cronicità e invecchiamento della popolazione sono i tre temi su cui è necessario confrontarsi. Ma se la norma burocratica resta il distinguo per andare avanti, si proseguirà difficilmente. La burocrazia blocca le imprese e frena gli investimenti che potrebbero arrivare dall’estero”.

Tra i temi al centro del confronto, anche quello relativo agli anziani, una popolazione in continuo aumento e soprattutto con esigenze in continuo mutamento.

“Se la popolazione cambia, se i bisogni dei cittadini si modificano, anche il modello di assistenza deve essere adeguato”, ha osservato Barbara Mangiacavalli, presidente Ipasvi, la Federazione Nazionale Collegi Infermieri, che ha evidenziato come tra gli anziani siano in aumento le demenze, le patologie croniche, le situazioni di isolamento. “Per adeguare l'assistenza - ha quindi sottolineato la presidente della Federazione degli infermieri - c’è bisogno di uno sforzo sinergico del ministero della Salute e del Miur, ragionando sui fabbisogni non solo dei cittadini, ma anche delle singole regioni. Molte realtà locali stanno sperimentando l’innovazione, cambiando i propri modelli di assistenza ed hanno la necessità di essere sostenute. I cittadini senior hanno bisogno di specializzazione, ma anche di continuità. Hanno bisogno di infermieri con competenze specialistiche avanzate che sappiano far fronte alla cronicità, alla fragilità ed anche all’isolamento”.
 
Anche il neo comandante dei Nas, Adelmo Lusi, si è fatto portavoce delle esigenze della terza età, una realtà spesso ricca di difficoltà quotidiane. “Ho preso il comando da pochissimo, ma questo periodo è stato sufficiente per farmi rendere conto che le fasce più deboli della popolazione non sono tutelate. E questa mancanza di protezione non conosce differenze geografiche: c’è al sud, come al nord. Durante le ispezioni nei centri anziani purtroppo riscontriamo, troppo spesso, l’assenza dei requisiti necessari sia a livello di infrastrutture che di presenza di personale medico e paramedico. Ancora, farmaci scaduti e attrezzature obsolete. Tutto questo non può lasciarci indifferenti, né da un punto di vista umano, né tantomeno istituzionale”.

E dove le istituzioni non riescono ad arrivare, c’è chi si rimbocca le maniche per dare il proprio contributo al Sistema. “Abbiamo lanciato il progetto Senior Italia Care - ha detto Roberto Messina, presidente di Senior Italia FederAnziani, un programma di monitoraggio delle condizioni di salute della popolazione senior direttamente all’interno dei Centri Sociali per gli Anziani. I Csa aderenti saranno dotati di un kit di dispositivi medici per l’automonitoraggio delle condizioni di salute, che consentirà di effettuare esami diagnostici di autovalutazione (pressione cardiaca, Ecg per individuare eventuali casi di fibrillazione atriale, spirometria, saturimetria, emoglobina, ematocrito). Il coinvolgimento dei medici di famiglia ci consentirà di essere guidati nei percorsi sanitari qualora dalle auto-indagini emergano potenziali patologie da approfondire nelle sedi più opportune che il nostro medico di fiducia ci indicherà”.
 
Migliorare le condizioni dei servizi offerti ai cittadini è, dunque, obiettivo comune di tutti gli attori che operano nel Sistema. Ma il Rapporto sulle criticità del Servizio Sanitario Nazionale è solo l’inizio di questo ambizioso progetto. È il punto di partenza di un percorso che culminerà a novembre in occasione del VI Congresso della Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute, quando “le critiche - ha concluso Messina - si trasformeranno in proposte conncrete”.
05 luglio 2017
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