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La Assicurazioni propongono un patto sulla sanità. “Serve un framework pubblico/privato come per la previdenza. Spesa sanitaria non più sostenibile”. E sul ddl Gelli: “Giusta direzione, ma servono correttivi”. Il rapporto Ania 
Così la presidente Maria Bianca Farina nella Relazione presentata all’Assemblea. Questa la proposta lanciata: "Siamo convinti della necessità di promuovere un framework analogo a quello della previdenza, con il ruolo centrale attribuito alle prestazioni pubbliche e un ruolo complementare affidato agli operatori privati". Sulla responsabilità professionale chiesti correttivi su azione diretta danneggiato e autoassicurazione strutture. IL RAPPORTO
05 LUG - "Come nella previdenza, anche nel campo della sanità e dell’assistenza l’assicurazione può svolgere un ruolo determinante nel garantire la sostenibilità del sistema nel lungo termine. Il peso della spesa sanitaria pubblica rispetto al PIL è grosso modo in linea con quello degli altri maggiori Paesi europei, ma è di tutta evidenza che una sua crescita significativa non sarebbe sostenibile. A maggior ragione perché già oggi alcune criticità caratterizzano il nostro sistema sanitario. Conseguenze tangibili di questa difficoltà sono il fenomeno delle liste di attesa e il fatto che gran parte della spesa sanitaria privata è di tipo out- of-pocket". Così la presidente Maria Bianca Farina è intervenuta oggi per presentare la propria Relazione in occasione dell’Assemblea Ania 2016.
 
"Anche nell’area dell’assistenza agli anziani non autosufficienti (Long-Term Care) servono riforme per rendere più efficiente e sostenibile il sistema. Oggi, infatti, il nostro welfare pubblico è strutturato per soddisfare più la fase acuta delle patologie che la riabilitazione e l’assistenza necessarie alla continuità terapeutica", ha proseguito.
 
E dunque, alla luce di questa situazione, come intervenire? Questa la proposta lanciata da Ania: "Sul terreno della sanità e dell’assistenza, siamo convinti della necessità di promuovere nel nostro Paese un framework analogo a quello della previdenza, con il ruolo centrale attribuito alle prestazioni pubbliche e un ruolo complementare affidato agli operatori privati, in linea con scelte già compiute in altri Paesi europei. Siamo altresì convinti dell’importanza del ruolo che, per tali bisogni, può essere svolto dal welfare aziendale che, pertanto, deve essere incentivato nella contrattazione bilaterale".  
 
Non poteva mancare una nota sulla responsabilità professionale. "Il tema della responsabilità civile delle strutture e degli operatori sanitari.
L’aumento del numero delle denunce per malpractice medica ha riguardato, negli ultimi decenni, molti Paesi sviluppati. Anche in Italia si tratta di un fenomeno importante e complesso che coinvolge professionisti, strutture sanitarie, compagnie assicurative e cittadini. La sostenibilità del sistema richiede la ricerca di un equilibrio complessivo che tenga conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti", si legge nella relazione.
 
Quanto al testo del disegno di legge attualmente all'esame della commissione Sanità del Senato: "Il disegno di legge di riforma della r.c. medica, attualmente all’esame del Senato, va nella giusta direzione. Le misure riguardanti la prevenzione e la gestione del rischio, la ridefinizione della responsabilità degli esercenti la professione sanitaria, nonché l’obbligo di assicurazione per le strutture sanitarie e i relativi operatori, mirano infatti a riequilibrare il sistema riducendo i costi e salvaguardando i diritti dei cittadini.  Alcuni correttivi al testo attuale appaiono tuttavia necessari, ad esempio con riguardo all’azione diretta del danneggiato e al regime di autoassicurazione per le strutture sanitarie", chiude la relazione.
 
Passando ai numeri del rapporto, la stima dei premi del portafoglio diretto italiano per l’esercizio 2014 è stata pari a 552 milioni di euro ripartiti al 50% tra le polizze stipulate dalle strutture sanitarie e quelle sottoscritte dai professionisti sanitari. Va ricordato che la statistica non comprende i premi raccolti dalle imprese europee operanti in Italia in regime di libertà di prestazione di servizi. Rispetto all’anno precedente i premi sono diminuiti del 2,2%. Il tasso annuo di crescita dei premi complessivi nel periodo 2004-2014 si attesta al 5,2% (rispettivamente 2,4% per le strutture sanitarie e 9,4% per i professionisti).
 
I sinistri relativi alle strutture sanitarie si riducono del 7,3%, mentre quelli relativi alle polizze dei professionisti del 4,7%. Quanto invece alla situazione del numero dei sinistri che la compagnia chiude senza effettuare nessun pagamento (c.d. sinistri senza seguito), se si esaminano le generazioni più mature (dal 1994 al 2003), mediamente oltre i due terzi dei sinistri denunciati alle compagnie, per il totale della r.c. medica, vengono chiusi senza seguito. In particolare tale percentuale è più elevata per i sinistri relativi alle strutture sanitarie (mediamente pari nel periodo al 70%). Questo potrebbe essere causato da fenomeni di duplicazione di denunce per lo stesso sinistro (che possono colpire ad esempio sia la strut- tura sia il personale medico coinvolto singolarmente) e che sono poi chiuse senza seguito dalla compagnia in quanto riconducibili a un unico sinistro per l’impresa assicurativa. Per i sinistri relativi alla r.c. professionale mediamente il 60% dei sinistri denunciati non dà seguito a un risarcimento.
05 luglio 2016
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