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Miele europeo a rischio: non conforme alle norme UE una confezione su cinque. In Italia “solo” una su dieci
Attività straordinaria di controlli in tutta Europa sulla conformita della produzione di miele. Analizzati 2.237 campioni di miele, in diversi punti della catena di produzione e di commercializzazione. Irregolare il 19% delle confezioni. Meglio in Italia con meno del 10% di irregolarità. Sotto esame anche i prodotti ittici che hanno superato l'esame nel 94% dei casi.
24 DIC - Indagine della Commissione Europea in tutti gli Stati membri dal 1° giugno 2015 al 15 luglio 2015 sui prodotti ittici e sul miele, per rilevare eventuali non regolarità dei prodotti. Per quel che riguarda l'ittica il 94% dei prodotti è stato ritenuto conforme. Invece per il miele le non conformità sono state il 19% del totale. In seguito allo scandalo della carne equina del 2013 (presenza di carne di cavallo non dichiarata in prodotti a base di carne), la Commissione europea ha avviato alcune indagini al fine di svelare pratiche fraudolente nella commercializzazione di alcuni alimenti in settori particolarmente a rischio. In particolare è stato concordato un piano di controllo coordinato, da attuare contemporaneamente nei territori degli Stati membri, per svelare pratiche fraudolente nella commercializzazione dei prodotti ittici e del miele.

La Raccomandazione, che contiene in dettaglio le procedure per l’attuazione del Piano, non è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, per garantire l’effetto sorpresa dei controlli. Le attività di campionamento si sono svolte in tutti gli Stati membri dal 1° giugno 2015 al 15 luglio 2015.

Il Piano di controllo coordinato sui prodotti ittici aveva lo scopo di svelare la commercializzazione di prodotti della pesca e di acquacoltura contenenti specie ittiche diverse da quelle dichiarate in etichetta (sostituzione di specie). Sono stati prelevati su tutto il territorio europeo circa 3.900 campioni di prodotti ittici di circa 150 specie differenti, in tutti gli stadi della catena di produzione. I test analitici hanno confermato che il 94% dei campioni è risultato conforme. In Italia le attività di campionamento sono state affidate al corpo del NAS, mentre le indagini analitiche sono state svolte da alcuni Istituti Zooprofilattici Sperimentali. 
 
Nel nostro paease sono stati prelevati 251 campioni di prodotti, processati e non processati, a base di “pesce bianco”, tra cui nasello/merluzzo, pesci piatti (rombo, sogliola, platessa, halibut), baccalà/stoccafisso, orata, spigola, cernia, pagello, pesce persico, storione.
Il campionamento è stato effettuato lungo diversi punti della catena di fornitura e di distribuzione, compresi posti di ispezione frontaliera, stabilimenti di trasformazione, mercati, celle frigorifere, commercianti, vendite al dettaglio e ristoratori (compresi mense, ristoranti, ecc.).
Sono stati riscontrati 6 campioni non conformi (pari al 2,4% del totale) contenenti una specie differente da quella riportata in etichetta. Dei 6 campioni, 4 sono stati prelevati ai posti di ispezione frontaliera (provenienza Senegal e Cina) e 2 alla vendita al dettaglio. Per quanto riguarda le specie, quella maggiormente sostituita è risultata la cernia (4 casi), seguita da rombo e limanda (1 caso per ognuno). Questi riscontri sono però in accordo con i trend rilevati negli altri Stati Membri.

Miele: in Europa il 19% dei campioni controllati è risultato non conforme. Il Piano di controllo coordinato sul miele aveva lo scopo di accertare la possibile commercializzazione di prodotti con origine geografica e/o botanica diversa rispetto a quella dichiarata in etichetta, nonché ottenuti utilizzando zuccheri o prodotti dello zucchero esogeni.

Sul territorio europeo sono stati prelevati 2.237 campioni di miele, in diversi punti della catena di produzione e di commercializzazione, al fine del controllo analitico abbinato a quello documentale (identità e controlli fisici, test di laboratorio per verificare la composizione degli zuccheri, irregolarità dell’etichettatura per ciò che riguarda origine botanica e geografica). I campioni non conformi riscontrati sul territorio europeo sono stati pari al 19% del totale. Le non conformità registrate sono prevalentemente correlate alla falsa dichiarazione dell’origine botanica (7%) e all’adulterazione con zuccheri (6%), mentre le non conformità correlate con l’origine geografica, parametri chimico-fisici e altre problematiche di etichettatura sembrano essere meno frequenti (2%).

Inoltre, il 13% dei campioni sono stati classificati come “sospetti di non conformità”, in considerazione di esiti inusuali o discutibili, con particolare riguardo all’origine geografica (2%) o alla possibile adulterazione con zuccheri (11%).

Per quanto riguarda il territorio italiano sono stati analizzati 110 campioni di miele. I campioni non conformi sono stati 10 (pari al 9,1%), di cui 2 per l’aggiunta di zuccheri esogeni.

Le altre irregolarità riscontrate sono ascrivibili a: idrossimetilfurfurale (HMF) superiore ai limiti di legge in 2 casi, indice diastasico difforme in 3 casi, caratteristiche organolettiche non conformi in 3 mieli e ad origine botanica e/o geografica diversa dal dichiarato in 6 prodotti (melissopalinologica).
A seguito del riscontro delle non conformità, sono stati effettuati ulteriori controlli di rintracciabilità da parte dell’ICQRF e mosse le opportune contestazioni amministrative. Questi i numeri dell'indagine (che è stata assicurata dall'Ispettorato anche per il 2016): gli operatori controllati sono stati 392 e 728 i prodotti controllati, con una percentuale di irregolarità pari al 7,5%. I campioni analizzati sono stati 240, con una percentuale di irregolarità pari al 9,2%. Le contestazioni amministrative sono state 47, le notizie di reato 6 e 22 i prodotti sequestrati.
24 dicembre 2015
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