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Covid. Iss: “Forte aumento dei casi non notificati per sottodiagnosi o autodiagnosi”
Lo sottolinea l’Iss nel nuovo report epidemiologico pubblicato questa mattina che rileva comunque un aumento del numero di casi segnalati e delle ospedalizzazioni mentre i ricoveri in terapia intensiva e decessi risultano ancora in diminuzione. In diminuzione, rispetto alla precedente settimana, è anche la percentuale di casi tra gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione (2,4%). IL RAPPORTO.
25 GIU -

Anche l’Istituto superiore di sanità ufficializza quanto da alcune settimane numerosi esperti avevano denunciato: “In questa fase della pandemia, caratterizzata dalla circolazione di varianti altamente trasmissibili, c’è verosimilmente stato un forte aumento della quota di persone che hanno avuto un’infezione non notificata ai sistemi di sorveglianza per motivi legati a fenomeni di sottodiagnosi o “autodiagnosi””.

E tra le conseguenze, oltre all'ovvia sottostima del tasso di incidenza, e quindi del rischio relativo, anche una sottostima dell'efficacia vaccinale che si calcola per l'appunto in rapporto al tasso di incidenza.

Lo scrive oggi l’Iss nel suo report epidemiologico settimanale che registra (settimana 13-19 giugno) comunque un aumento del numero di casi segnalati e delle ospedalizzazioni mentre i ricoveri in terapia intensiva e decessi risultano ancora in diminuzione.

In diminuzione, rispetto alla precedente settimana, è invece la percentuale di casi tra gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione (2,4%).

Il tasso di incidenza a 7 gg, è quindi in aumento rispetto alla settimana precedente e risulta compreso fra i 200 e 250 casi per 100.000 abitanti nelle fasce d’età <9 anni e >90 anni, per tutte le altre fasce d’età il tasso di incidenza a 7 gg risulta fra i 250 e 1000 casi per 100.000 abitanti. Il tasso di incidenza a 7 gg dei ricoveri risulta in aumento in tutte le fasce di età.

Stabile rispetto alla settimana precedente la percentuale di casi segnalati con stato clinico iniziale asintomatico (70%).

Infezioni da virus SARS-CoV-2 nelle ultime due settimane: dal 6 al 19 giugno 2022  
Durante il periodo di riferimento sono stati segnalati 381.250 nuovi casi, di cui 174 deceduti (tale valore non include le persone decedute nel periodo con una diagnosi antecedente al 6 giugno 2022).  

In aumento l’incidenza settimanale: i dati del flusso ISS nel periodo 13/06/202219/06/2022 evidenziano una incidenza ancora in aumento e pari a 391 per 100.000 abitanti, rispetto alla settimana precedente (255 per 100.000 abitanti nel periodo 06/06/2022-12/06/2022). Lo stesso trend si osserva nel periodo più recente censito nei dati aggregati raccolti dal Ministero della Salute (540 per 100.000 abitanti nel periodo 17/6/2022-23/6/2022 vs 310 per 100.000 abitanti nel periodo 10/6/202216/6/2022).

In aumento l’incidenza a 14 giorni in tutte le fasce d’età. Nella fascia 30-39 anni si registra il più alto tasso di incidenza a 14 giorni, pari a 787 per 100.000, mentre nella fascia di età 0-9 anni si registra il valore più basso, 408 casi per 100.000 abitanti. 

L’età mediana alla diagnosi dei soggetti segnalati negli ultimi 14 giorni è stabile e pari a 48 anni. 

Trasmissibilità del virus SARS-CoV-2
I valori di Rt sono i seguenti: 

  • Rt sintomi = 1,1 (IC95%: 1,1-1,12) al 8 giugno 2022, in aumento rispetto alla settimana precedente (0,76 al 1 giugno 2022)
  • Rt ospedalizzazioni = 1,16 (IC95%: 1,11-1,21) al 14 giugno 2022, in aumento rispetto alla settimana precedente (0,95 al 7 giugno 2022)
  • Rt augmented = 1,47 (IC95%: 1,47-1,48) al 14 giugno 2022, in netto aumento rispetto alla settimana precedente (1,17 al 7 giugno 2022).

Focus età scolare (0-19 anni)
Dall’inizio dell’epidemia sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata COVID-19 4.006.177 casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 19.398 ospedalizzati, 428 ricoverati in terapia intensiva e 57 deceduti.  

In diminuzione rispetto alla settimana precedente la percentuale dei casi segnalati nella popolazione in età scolare (13%) rispetto al resto della popolazione. Nell’ultima settimana, il 19% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 30% nella fascia d’età 5-11 anni, il 50% nella fascia 12-19 anni. 

In aumento il tasso di incidenza e il tasso di ospedalizzazione in tutte le fasce d’età benché i dati riferiti all’ultima settimana siano da considerare in via di consolidamento.  

Reinfezioni da virus SARS-CoV-2
Dal 24 agosto 2021 al 22 giugno 2022 sono stati segnalati 556.406 casi di reinfezione, pari a 4.0% del totale dei casi notificati. Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari a 8,4%, in aumento rispetto alla settimana precedente (7,5%).

L’analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021 (data considerata di riferimento per l’inizio della diffusione della variante Omicron), evidenzia un aumento del rischio relativo aggiustato di reinfezione (valori significativamente maggiori di 1):

  • nei soggetti con prima diagnosi di COVID-19 notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di COVID-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti;
  • nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni;
  • nelle femmine rispetto ai maschi. Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (>80%) dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito famigliare;
  • nelle fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni. Verosimilmente il maggior rischio di reinfezione nelle fasce di età più giovani è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d’età > 60 anni;
  • negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.

Impatto della vaccinazione nel prevenire infezioni, ricoveri e decessi
La campagna vaccinale in Italia è iniziata il 27 dicembre 2020. Al 22 giugno 2022, sono state somministrate 138.126.938 (47.314.339 prime dosi, 49.921.118 seconde/uniche dosi, 40.042.502 terze dosi e 848.979 quarte dosi https://github.com/italia/covid19opendata-vaccini). 

Nella fascia 5-11 anni, in cui la vaccinazione è iniziata il 16 dicembre 2021, al 22 giugno 2022 si registra una copertura con almeno una dose pari a 38,2% e con il ciclo primario completo pari a 34,8%. 

Il tasso di ospedalizzazione standardizzato per età, relativo alla popolazione di età ≥ 12 anni, nel periodo 6/05/2022-5/06/2022 per i non vaccinati (60 ricoveri per 100.000 ab.) risulta oltre due volte e mezza più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da ≤120 giorni (26 ricoveri per 100.000 ab.) e oltre tre volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (17 ricoveri per 100.000 ab.) (vedi Tabella 5 allegata). 

Il tasso di ricoveri in terapia intensiva standardizzato per età, relativo alla popolazione di età ≥ 12 anni, nel periodo 6/05/2022-5/06/2022 per i non vaccinati (3 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 ab.) risulta circa due volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da ≤ 120 giorni (1 ricovero in terapia intensiva per 100.000 ab.) e circa quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (1 ricovero in terapia intensiva per 100.000 ab.)  (vedi Tabella 5 allegata). 

Il tasso di mortalità standardizzato per età, relativo alla popolazione di età ≥ 12 anni, nel periodo 22/04/2022-22/05/2022, per i non vaccinati (15 decessi per 100.000 ab.) risulta circa quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da ≤ 120 giorni (4 decessi per 100.000 ab.) e circa sei volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (2,4 decessi per 100.000 ab.) (vedi Tabella 5 allegata). 

L’efficacia del vaccino (riduzione percentuale del rischio nei vaccinati rispetto ai non vaccinati) nel periodo di prevalenza Omicron (a partire dal 3 gennaio 2022) nel: 

  • prevenire la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 è:
- pari al 40% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 31% tra i 91 e 120 giorni, e 46% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale- pari al 54% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster
  • prevenire casi di malattia severa è:

- pari a 69% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 68% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 71% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni.
- pari al 86% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster.

Le stime di efficacia del vaccino attualmente escludono dalla popolazione suscettibile i soggetti con pregressa diagnosi nei 90 giorni precedenti, tempo dopo il quale si è nuovamente a rischio di infezione come da definizione di reinfezione (vedi Glossario). Si evidenzia inoltre, dati gli attuali alti livelli di copertura vaccinale, che le stime di efficacia potrebbero risentire di uno sbilanciamento nella distribuzione della popolazione fra vaccinati e non vaccinati. Quest’ultimi rappresentano una fetta molto piccola della popolazione, caratterizzata verosimilmente da fattori di rischio differenti per i quali non è possibile aggiustare all’interno dei modelli per mancanza di adeguate informazioni a livello individuale (es: aspetti socio-comportamentali).

25 giugno 2022
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