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Migranti, ecco come l'Oms tutela la loro salute
22 FEB - Il viaggio dei migranti, spesso, è lungo e faticoso. E per questo è possibile che al loro arrivo nel Paese di destinazione abbiano bisogno di cure specifiche. Lesioni accidentali, ipotermia, ustioni, problemi cardiovascolari, complicazioni della gravidanza, diabete e ipertensione sono i problemi di salute più frequenti tra i rifugiati e i migranti. In molte circostante, a pagare il prezzo più alto sono le donne, le cui condizioni già precarie possono essere aggravate da atti di violenza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità fa luce su tutte queste circostanze, dalle condizioni di salute, alle soluzioni per poterle migliorare, attraverso una politica congiunta.

Migranti più a rischio di malattie non trasmissibili
Più in generale, i rifugiati e i migranti sono esposti a problemi di salute simili a quelli del resto della popolazione, anche se la loro maggiore vulnerabilità aumenta il rischio di malattie trasmissibili. La principale causa di un incremento di queste patologie va ricercata nell'interruzione della cura. Queste persone durante il viaggio non possono curarsi e, quando arrivano a destinazione, trascorre altro tempo prima che possano dedicarsi alla propria salute. Tali condizioni aggravano la situazione soprattutto di chi soffre già di patologie croniche. Anche i bambini risultano tra i soggetti più a rischio: il loro sistema immunitario, in via di formazione, non li protegge dalle infezioni che, di conseguenza, vengono contratte più facilmente.

Oms:”screening obbligatorio per i migranti”
Per questi motivi, l’Oms raccomanda lo screening obbligatorio delle popolazioni di rifugiati e di migranti, sottolineando anche l’importanza di offrire dei controlli sanitari equi e pari a quelli a disposizione del resto dei cittadini. Tali controlli sanitari dovrebbe riguardare sia le malattie trasmissibili che quelle non trasmissibili, in nome del rispetto dei diritti umani e della dignità. Ogni persona in transito deve avere una copertura sanitaria universale e l'accesso equo ai servizi essenziali di salute di qualità, senza discriminazioni sulla base del sesso, età, religione, nazionalità o razza.
Attenzione però: i risultati di questi screening non devono mai essere usati per espellere un rifugiato o un immigrato da un paese.

Vaccinazioni per tutti
La stessa equità di accesso dovrebbe essere garantita anche per le vaccinazioni. Tutto questo dovrebbe avvenire a prescindere dallo status giuridico. Un rapido accesso ai servizi sanitari può evitare la diffusione di malattie, è quindi nell'interesse sia di rifugiati e migranti, che del paese di accoglienza. Allo stesso modo, la diagnosi e il trattamento di malattie non trasmissibili, come il diabete o l'ipertensione, può impedire che queste condizioni peggiorino, evitando di mettere a rischio la vita.
 
Gli impegni dell’Oms
Ma cosa sta facendo l'Oms, concretamente, per affrontare questi grandi flussi migratori verso l’Europa?
L’Organizzazione mondiale della Sanità è a lavoro per sviluppare politiche sanitarie sensibili alla questione migranti, sta rafforzando i sistemi sanitari per fornire un accesso equo ai servizi e sta istituendo dei sistemi di informazione per valutare la salute dei migranti. Tra le altre attività, anche una cooperazione multilaterale tra i vari paesi in conformità della risoluzione salute dei migranti approvata durante l’ Assemblea Mondiale della Sanità nel 2008. Dal marzo 2016, l'Oms ha spostato il suo approccio in materia di salute: non è più solo una questione umanitaria, ma un problema sanitario universale. L’assistenza non dev’essere a breve termine, ma a lungo termine e ciò può essere ottenuto solo con un rafforzamento dei sistemi sanitari. Un rafforzamento da condurre accanto alle Nazioni Unite e ad altre Istituzioni interessate, come l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).
22 febbraio 2017
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