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Magi (Sumai): “Condividiamo le preoccupazioni. Attenzione al rischio di autonomia professionale differenziata”
18 OTT - Un mercato di specialisti professionisti che invece di essere garantiti da una contrattazione nazionale si trovano a fare una trattativa one to one con le regioni a seconda delle necessità ed esigenze del territorio. Non è fantascienza ma il rischio paventato da Antonio Magi, segretario generale del Sumai Assoprof intervenuto alla presentazione del VI Osservatorio civico sul federalismo in sanità presentato da Cittadinanzattiva.
 
“Chi ci assicura – si è chiesto il segretario generale degli specialisti ambulatoriali interni - che le Regioni rispetteranno i contratti? Mi spaventa l’autonomia regionale perché non è solo un problema di diseguaglianze delle cure. I contratti, se fatti in maniera differenziata sul territorio, possono generare situazioni di diseguaglianza. Siamo sicuri poi che le regioni li rispettino? O apriamo al libero mercato, creando un’autonomia professionale differenziata? Nel momento in cui una regione, il Veneto, paga gli specialisti molto di più di un’altra regione, la Calabria, si può creare un flusso di specialisti dalla Calabria verso il Veneto svuotando di specialisti capaci, attirati da maggiori guadagni, quel territorio perché si seguono le regole il mercato.
Attenzione all’autonomia professionale differenziata per noi professionisti della salute il valore del ministero è e deve restare indiscutibile. Un faro per tutti noi”.
 
“La fotografia di Cittadinanzattiva – ha aggiunto Magi - è come al solito molto dettagliata e attenta alle esigenze dei cittadini e noi che siamo gli operatori non possiamo non tenerne conto. Purtroppo l’osservatorio civico sul federalismo è diventato un osservatorio sulle disuguaglianze che sono sempre più marcate sul territorio nazionale”.
 
“Come segretario generale del Sumai sono particolarmente attento ai dati sulle liste d’attesa e sul piano nazionale cronicità. In merito al problema delle liste d’attesa si conferma che sono molti - più di 11 milioni secondo l’analisi di Cittadinanattiva –, i cittadini che addebitano a tempi di attesa troppo lunghi la loro rinuncia o il ritardo nell'effettuazione di una prestazione. Inoltre sono 6,2 milioni i cittadini che dichiarano di aver rinunciato a una prestazione per motivi economici soprattutto nelle regioni insulari e per le fasce di reddito più basse. E questo dato fotografa una situazione allarmante da un punto di vista sociale di cui la politica dovrà tenerne conto”.
 
“Il secondo elemento, Piano nazionale della cronicità, ricorda l’Osservatorio che a circa due anni all’approvazione del Pnc, questo non vede ancora una sua piena attuazione essendo solo 6 le regioni che lo hanno recepito con proprio atto: Lazio, Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Marche e Puglia. Mentre il Piemonte, Molise e PA Bolzano lo sta approvando, la Lombardia continua a fare corsa a sé avendo un suo piano regionale della cronicità e fragilità.
 
“Alla luce di quest’analisi condividiamo quindi le preoccupazioni sul federalismo in sanità espresse da Cittadinanzattiva e le facciamo nostre perché è vero che le diseguagliane, con le proposte di autonomia differenziata attualmente in discussione, potrebbero anche aumentare; con il rischio che si vada in direzione opposta rispetto alle esigenze dei diritti dei cittadini e a discapito dei criteri di uguaglianza e universalità del Ssn.
 
“Sosteniamo dunque l’iniziativa di un tavolo di confronto sulle proposte di autonomia differenziata aperto sia alle Associazioni di cittadini-pazienti che alle organizzazioni rappresentative dei professionisti della salute. Affinché si valuti la sostenibilità della proposta, gli effetti rispetto ai principi fondanti del SSN e al diritto alla salute delle persone, si definiscano i requisiti che le Regioni devono soddisfare per poter avanzare una proposta di autonomia, si individuino i giusti contrappesi in termini di controllo e d’intervento da parte dello Governo centrale”. 
 
18 ottobre 2018
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