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Prevenzione oncologica: come migliorare strumenti e linguaggi di comunicazione per aumentare cultura e accesso allo screening
17 MAG - I dati sul ritardo nell’adesione di alcune fasce di italiani e italiane ai programmi di Screening oncologico emersi dal X Rapporto Favo, e gli impatti che questi ritardi hanno sulla sopravvivenza, in caso di insorgenza della malattia, definiscono l’urgenza di trovare nuovi strumenti e nuovi linguaggi per educare alla prevenzione la popolazione.
 
Sono state queste riflessioni che hanno portato Prevention For You - una Startup in area di innovazione sociale che sta lavorando per identificare gli strumenti ed i linguaggi più efficaci per educare alla prevenzione, presentata nel corso della XIII Giornata del malato oncologico, organizzata da Favo - a realizzare, insieme ai docenti della Piattaforma di Visual Journalism della Libera Università di Bolzano, il primo Diagramma Partecipato sulla prevenzione oncologica in Italia, progettato con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sulla prevenzione del cancro di un pubblico eterogeneo, attraverso un approccio fisico, cioè tangibile e percepibile attraverso sensi diversi dalla vista, e un approccio ludico.
 
La “rappresentazione fisica dei dati” permette alla persona di interagire con quelle cifre che, se soltanto lette o ascoltate, spesso non vengono del tutto comprese. In questo modo, invece, esplorare e vivere strumenti materiali aiuta ad assimilare meglio il significato nascosto dietro ai dati.
La prevenzione primaria e secondaria in tutti gli ambiti e gli screening di popolazione, che hanno dimostrato una efficacia nell’impatto sulla salute della comunità, rappresentano un terreno di grande interesse anche ai fini del riposizionamento del ruolo del le Aziende Sanitarie, che istituzionalmente si occupano di trasferire conoscenza e cultura della prevenzione ad una comunità locale.
 
La Ausl di Modena, fra le prime, si è resa conto del fatto che un approccio comunicativo tradizionale, basato su modalità monodirezionali e monocanale, possa essere inefficace nel promuovere la salute e la prevenzione ed ha sperimentato nuovi approcci e nuovi linguaggi,in particolare realizzando laboratori partecipati, confermando che la partecipazione crea contesti in cui l’istituzione e il cittadino sono alla pari, rafforza un vero e proprio legame di fiducia e favorisce l’identificazione dei migliori percorsi per ridurre il gap di adesione agli screening.
 
Perché l’approccio partecipativo e la trasformazione dei linguaggi possa essere efficace, è tuttavia necessario che anche il Sistema Sanitario compia una ‘rivoluzione copernicana’, mettendo la persona, e non la malattia, al centro della propria azione sistemica di sanità pubblica e proseguendo in una stagione che sembra già aver inaugurato: quella di includere la componente civica (associazioni, rappresentanze sociali), le culture non solo tecnico-scientifiche, e di ibridizzare esperienze, punti di vista e saperi, spingendo decisamente l’impegno delle Ausl nel ruolo di agenti sociali.
 
17 maggio 2018
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