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Vitamina D. A quasi due anni dalla Nota 96 che limita la prescrizione, consumi e spesa in calo del 24%. Ma l’effetto inizia a ridursi
La misura introdotta due anni fa ha limitato la prescrizione della vitamina D a carico del Ssn. Ma dopo il calo di spesa e consumi registrati nel primo anno l’effetto inizia scemare. Aifa: “Osserviamo regioni come la Campania, il Molise e la Sardegna nelle quali abbiamo una ripresa dei consumi. Valutare campagna di sensibilizzazione alla corretta prescrizione da rivolgere ai MMG”. IL REPORT
22 OTT - Nei primi venti mesi di applicazione della nota 96 si registra complessivamente una diminuzione dei consumi e della spesa dei farmaci in nota di circa il 24% rispetto ai periodi precedenti sia in termini di confezioni erogate sia di spesa sostenuta dal Servizio Sanitario Nazionale, con un risparmio di circa 128 milioni di euro in termini assoluti. È quanto emerge dall’analisi effettuata dall’Aifa sulla Nota 96 che ha imposto limitazioni alla prescrizione della vitamina D.
 
“L’effetto più importante in termini economici – rileva l’Aifa -  della Nota si è avuto nei primi 12 mesi con un risparmio medio di 7,5 milioni/mese; attualmente, l’effetto residuo (nei mesi 13-20) è stimabile in una riduzione di circa 4,7 milioni/mese”.
 
“Dai dati presentati, dopo 20 mesi la nota sembra iniziare a perdere di efficacia, se confrontata coi primi mesi della sua applicazione. Osserviamo regioni come la Campania, il Molise e la Sardegna nelle quali abbiamo una ripresa dei consumi”, sottolinea l’Agenzia che evidenzia come occorre “valutare una campagna di sensibilizzazione alla corretta prescrizione da rivolgere ai MMG”.
 
In generale però “non si osservano invece importanti aumenti dei consumi e della spesa di altri analoghi della Vitamina D non oggetto della nota” anche se si “conferma infine l’eterogeneità dell’impatto della nota a livello delle diverse regioni”
 
La classe di età 40-60 anni è quella che ha fatto registrare la maggiore riduzione dei consumi, soprattutto tra le donne
22 ottobre 2021
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