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Che prezzo per il vaccino anti Covid-19 e come calcolarlo?
Giocherà un ruolo determinante il livello di concorrenza, quanti e quali vaccini arriveranno e quali prima o dopo, che livello di protezionismo tra Stati o aree di mercato (USA, EU, Cina, Russia, ecc.), che differenza qualitativa ci sarà tra loro, come e quanto influiranno i preaccordi già presi tra singoli stati e singole aziende farmaceutiche, e quanto saranno vincolanti. Elementi che ne indirizzeranno il mercato
18 SET - “Nella vita ci sono cose molto più importanti del denaro, solo che costano un sacco” diceva Groucho Marx. Infatti la salute non ha prezzo, ma le cure costano. Allora che prezzo pagare il vaccino anti Covid-19, il bene più desiderato oggi nel mondo? E come calcolarlo?
 
Nella teoria del valore classica, quella di Smith, Ricardo, poi Marx (Karl) e infine Sraffa, il prezzo di un bene è definito dal costo dei fattori produttivi necessari a produrlo e a renderlo utilizzabile, più il margine di profitto della filiera (metodo cd. “industriale”).
 
Nella teoria del valore marginalista (Menger, Walras, Marshall, Clarke), invece, il prezzo di un prodotto è definito sulla base “dell'importanza” che il consumatore gli attribuisce: più il prodotto è desiderato, ritenuto necessario, più vale, quindi maggiore è la “wiilingness to pay”, la disponibilità a pagarlo.
 
Riguardo al prezzo di rimborsabilità dei farmaci, la teoria classica si è applicata in Italia fino al 1994, coi cosiddetti “Metodo CIP costi” e successivamente “CIP 2”. Tra i beni di consumo, è rimasta oggi solo sulle principali "commodities" (luce, gas, acqua): si costruisce il prezzo sulle spese di produzione, distribuzione, gli ammortamenti per ricerca e sviluppo, commercializzazione e il margine di produttore e filiera distributiva.
 
Per i farmaci, invece, vaccini inclusi, è la teoria marginalista quella utilizzata oggi pressoché dovunque. Il valore-prezzo del prodotto riflette il grado di utilità-desiderio attribuitogli dai consumatori che lo pagano, in questo caso lo Stato, ovvero il SSN, nello specifico per mezzo dell’AIFA, in rappresentanza e per conto della collettività. Quindi un prezzo basato prevalentemente sul valore sanitario, pertanto sociale, apportato da quel farmaco.
 
In altre parole, nel criterio di definizione del prezzo dei farmaci da parte dell’Autorità, la finalità-utilità del bene prevale sulla sua consistenza intrinseca.
 
Quindi, dato l’approccio “marginalista”, per un vaccino anti Covid-19, dati i bisogni enormi, come i benefici attesi, che valore attribuirgli e quindi a che prezzo, il SSN, sarebbe disposto a pagarlo?
 
In teoria valgono le tradizionali metodologie di attribuzione delle utilità disegnate dalla dottrina economica (preferenze: Rating Scale, probabilità: Standard Gamble, tempi: Time-Trade-Off) e la loro conseguente monetizzazione (produttività: Human Capital o Willingness To Pay), da applicare nella contrattazione tra chi vende, l’Industria, e chi compra, il SSN, tramite l’AIFA, come rappresentante della collettività pagante, entrambi indirizzati dai rispettivi livelli di costo-opportunità in caso di mancato accordo.
 
Nel caso cogente del Covid-19, giocherà un ruolo determinante il livello di concorrenza, quanti e quali vaccini arriveranno e quali prima o dopo, che livello di protezionismo tra Stati o aree di mercato (USA, EU, Cina, Russia, ecc.), che differenza qualitativa ci sarà tra loro, come e quanto influiranno i preaccordi già presi tra singoli stati e singole aziende farmaceutiche, e quanto saranno vincolanti. Elementi che ne indirizzeranno il mercato.
 
Il “giusto” prezzo, dovrebbe perseguire la ricerca dell’Ottimo Paretiano, ovvero del concetto di massima efficienza raggiungibile nel sistema massimizzando le utilità di tutti i diversi stakeholders dai rispettivi diversi obiettivi, (“non migliorare la condizione di un soggetto senza peggiorare quella di un altro”, qui col filtro del bene comune)
 
Quindi, con il prezzo del vaccino anti Covid-19 il più possibile vicino all’incrocio delle bisettrici tra sostenibilità economica del sistema pubblico, equità e qualità dell’assistenza, giusta remunerazione del produttore, da reinvestire in futura innovazione, e filiera. Significano welfare, politiche industriali di sviluppo e progresso sociale e sanitario. Tutto in una piccola fiala.
 
Prof. Fabrizio Gianfrate
Economia Sanitaria
 
18 settembre 2020
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