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Cancro. Interventi telefonici utili per alleviare ansia e depressione
Una nuova revisione Cochrane conferma l’efficacia degli interventi telefonici nell’alleviare, in qualche misura, la depressione e altri sintomi negli adulti con cancro, anche se la certezza delle evidenze in generale è bassa. I ricercatori hanno valutato l’efficacia degli interventi telefonici per ridurre i sintomi associati a un cancro e al suo trattamento in u32 studi che hanno incluso 6.250 partecipanti
03 LUG - (Reuters Health) – “Gli interventi telefonici potrebbero – e probabilmente dovrebbero (soprattutto alla luce del COVID-19) – essere opzioni offerte in aggiunta agli incontri face-to-face con i medici per il supporto ai sintomi”, dice Emma Ream dell’Università del Surrey di Guildford, “Sono importanti soprattutto per quelle popolazioni che vivono molto lontane dai centri di assistenza, sono immunocompromesse o si sentono troppo stanche e indisposte”.
 
Ream e colleghi hanno valutato l’efficacia degli interventi telefonici per ridurre i sintomi associati a un cancro e al suo trattamento in una revisione sistematica di 32 studi che hanno incluso 6.250 partecipanti. Gli interventi, forniti principalmente da infermieri, si dirigevano a sintomi di ansia, depressione, sofferenza emotiva, incertezza, affaticamento, dolore, sintomi correlati alla sfera sessuale, intensità dei sintomi e/o distress in generale.
La maggior parte dei 21 interventi telefonici è sembrata ridurre significativamente i sintomi depressivi.

Molti interventi telefonici apparivano più efficaci del controllo nella riduzione di ansia, affaticamento e sofferenza emotiva. Al contrario, non è stato possibile trarre alcuna conclusione sull’efficacia degli interventi telefonici per ridurre incertezza, dolore, sintomi legati alla sfera sessuale, dispnea o sintomi generali. Inoltre, nel complesso, i ricercatori hanno osservato che la certezza delle evidenze era molto bassa per tutti gli esiti.

“Anche se le evidenze sono incoraggianti, si deve ammettere che la fiducia nelle stime è più bassa di quanto si vorrebbe e pertanto è necessaria una valutazione continua”, conclude Ream. “Servono ulteriori ricerche per contribuire a costruire una base di evidenze solida su questo”.

Fonte: Cochrane Database of Systematic Reviews

 
Will Boggs

 
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
03 luglio 2020
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