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Coronavirus. Task force Ordine psicologi per fornire indicazioni  e supporto alle autorità e ai cittadini
Con le associazioni psicologiche della Protezione Civile e i coordinamenti degli psicologi della Croce Rossa è stato deciso concordemente di mettersi a disposizione della Protezione Civile nazionale per spendere l’esperienza degli psicologi dell’emergenza. A breve un vademecum per aiutare le persone a confrontarsi psicologicamente nel modo migliore possibile con il problema
24 FEB - Fornire il supporto della professione alle Autorità, indicazioni ai cittadini sulla gestione psicologica del problema e fornire indicazioni agli Psicologi.
Questi in tema “coronavirus” gli obiettivi dell’Esecutivo nazionale dell’Ordine degli psicologi che ha costituita una Task Force Cnop, coordinata dal presidente David Lazzari e composta dai membri dell’Esecutivo, dai referenti delle associazioni o reti psicologiche attive nella Protezione Civile, Donatella Galliano, Roberto Ferri, Antonio Zuliani, Pierluigi Policastro, Rita Di Iorio.
 
Supporto alle autorità. Il presidente del Cnop  Lazzari ha incontrato e si è messo in contatto con i referenti delle associazioni psicologiche nella Protezione Civile (Psicologi per i Popoli e Sipem) e con i coordinamenti degli Psicologi della Croce Rossa, Cisom e Ass. Alfredino Rampi. È stato deciso concordemente di mettersi a disposizione della Protezione Civile nazionale per ogni necessità legata al problema “coronavirus”, al fine di spendere l’esperienza degli Psicologi dell’emergenza e che hanno collaborato con la PC a supporto delle attuali necessità.
 
È stata inoltre data indicazione per attivare in tal senso i coordinamenti regionali delle associazioni a supporto delle PC regionali.
Inoltre il presidente Lazzari ha scritto al Presidente del Consiglio Conte e al Ministro della Salute Speranza per fornire il contributo degli Psicologi per la gestione della comunicazione relativa al problema. In questi casi una comunicazione ben supportata può aiutare molto le persone e la collettività a capire ed affrontare il problema.
 
Gestione psicologica del problema. “Il problema oggettivo del “coronavirus” diventa problema soggettivo in relazione al vissuto psicologico, alle emozioni e paure che il tema suscita nelle diverse persone” sottolinea l’Ordine degli psicologi. La “percezione del rischio” può essere distorta e amplificata sino a portare a condizioni di panico che non solo sono quasi sempre del tutto ingiustificate ma aumentano il rischio perché portano a comportamenti meno razionali e ad un abbassamento delle difese, anche biologiche, dell’organismo.
È bene quindi affidarsi ai dati e alla comunicazione diffuse dalle autorità pubbliche e alle indicazioni di cautela e prevenzione in essa contenute (Ministero della Salute e Iss).
 
Non cercare di placare l’ansia inseguendo informazioni spesso amplificate ed incontrollate. Ricordare che l’eventuale esposizione al virus non è sinonimo di malattia, che la contagiosità non equivale alla reale pericolosità per la salute umana, che esistono indicazioni pratiche per ridurre il pericolo. Che avere timori e paure è normale ma non ansia generalizzata, angoscia o panico, che non aiutano e sono controproducenti.
Un atteggiamento psicologico valido può aiutare non solo chi lo attua ma anche gli altri, innescando un circuito virtuoso, e aumentando il “quoziente di resilienza” dei singoli, della famiglia, della comunità.
 
Nelle prossime ore il Cnop pubblicherà e metterà a disposizione un vademecum per aiutare le persone a confrontarsi psicologicamente nel modo migliore possibile con il problema. Raccomanda comunque alle persone che sentono un particolare disagio psicologico di chiedere, senza timore o vergogna, un aiuto professionale.
 
Indicazioni agli psicologi. “In queste ore ci viene segnalato che sono in aumento le persone che chiedono aiuto psicologico, anche se molti sono preoccupati o trattenuti dal timore di avere contatti personali – prosegue il Cnop – Risulta evidente che i cittadini devono sentirsi sereni nel chiedere un aiuto psicologico, che può essere molto importante per la gestione soggettiva e comportamentale del problema, e gli psicologi tranquilli di poterlo dare nel rispetto delle raccomandazioni fornite dalle Autorità sanitarie. Raccomandiamo quindi agli Psicologi di seguire, a tutela propria e dei propri utenti, le raccomandazioni dell’Iss, potendo continuare a svolgere la propria attività in quelle zone dove non ci sono restrizioni specifiche.
 
Per le attività in studio con adulti, individuale o di gruppo, non ci sono controindicazioni generali laddove professionista ed utenti sono asintomatici e non vi sono fattori epidemiologici di rischio. Per i bambini si raccomanda la igienizzazione del materiale usato in terapia, anche se il virus appare meno pericoloso in età pediatrica.
 
L’uso di consulenze o terapie a distanza può essere indicato qualora ci si trovi in zone con restrizioni particolari o ci sia la presenza di fattori epidemiologici chiari di rischio, tale modalità non va quindi generalizzata come alternativa ma utilizzata con criteri specifici e motivati. Per tali attività si vedano le linee guida emanate dal Cnop.
In caso di quesiti di tipo medico o comportamentale si raccomanda di indicare agli utenti di seguire le indicazioni fornite dalle Autorità sanitarie e di aiutarli a sviluppare comportamenti ed atteggiamenti adeguati e responsabili.
Per quanto riguarda le forme assistenziali per i liberi professionisti il Cnop si raccorderà con Enpap per fornire ogni utile informazione.
24 febbraio 2020
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