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Depressione e ansia nemici della rehab cardiaca
L’ansia e la depressione sono comuni nei pazienti che hanno subito un danno al cuore. Tuttavia accade spesso che non vengano correttamente inquadrate e incidono negativamente sul paziente, in particolare sulla sua partecipazione a programmi di riabilitazione cardiaca
14 OTT - (Reuters Health) – Ansia e depressione, pur essendo comuni tra i cardiopatici, possono ostacolare, e talvolta far abbandonare, i programmi di riabilitazione cardiaca. Secondo alcuni ricercatori australiani- che su questo argomento hanno pubblicato uno studio sull’European Journal of Preventive Cardiology – di ansia e/o depressione soffre un paziente su cinque in riabilitazione cardiaca.
 
“I medici devono fornire un ulteriore supporto ai pazienti con sintomi di comorbilità di salute mentale per consentire loro di sperimentare in toto i vantaggi per la salute fisica e mentale che i programmi di riabilitazione cardiaca offrono”, osserva Angela Rao, della University of Technology di Sydney, autrice principale dello studio.

Lo studio
. Per osservare più da vicino l’impatto della salute mentale sui pazienti in riabilitazione cardiaca, Rao e colleghi hanno studiato 4.784 pazienti cardiologici trattati in due ospedali di Sydney tra il 2006 e il 2017. Tutti i pazienti avevano compilato questionari sulla salute mentale all’inizio dei programmi di riabilitazione. Quasi uno su cinque, il 18%, presentava sintomi di una depressione da moderata a estremamente grave. 
 
Più di uno su quattro, il 28%, manifestava sintomi di ansia da moderata a estremamente grave e più di uno su 10, il 13% ha segnalato sintomi di stress da moderato a grave. La riabilitazione sembrava migliorare i sintomi di salute mentale in alcuni pazienti, ma quasi la metà di quelli con sintomi di ansia o depressione moderata non hanno mostrato un miglioramento significativo alla fine del programma.

“I medici dovrebbero ricordare che la depressione è un fattore di rischio per le patologie cardiovascolari”, dice Mary Ann McLaughlin, direttrice di Cardiovascular Health and Wellness presso il Mount Sinai Heart di New York City non coinvolta nello studio. “In generale, non eseguiamo screening per depressione e ansia presto come dovremmo”.

Fonte: European Journal of Preventive Cardiology 2019

 
Linda Carroll
 

(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
14 ottobre 2019
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