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Demenza. Livelli di emoglobina sia alti che bassi aumentano il rischio
Livelli sia alti che bassi di emoglobina sono associati a un aumento del rischio di demenza.È quanto emerge da uno studio condotto sulla base dei dati raccolti nell’ambito del Rotterdam Study . I risultati della ricerca sono stati pubblicati da Neurology.
02 AGO - (Reuters Health) – Un team di ricercatori olandesi – coordinati da Frank Wolters, dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam - ha preso i dati di 12.305 persone per esaminare i livelli di emoglobina o anemia e il rischio di demenza. Un sottogruppo di 5.319 partecipanti, poi, è stato sottoposto a risonanza magnetica per studiare patologie cerebrali vascolari, connettività strutturale e perfusione cerebrale.
 
Complessivamente, il 6,1% dei partecipanti aveva anemia e 1520 individui hanno sviluppato demenza in un follow-up medio di 12,1 anni. Rispetto al quintile medio dei livelli di emoglobina, il quintile più basso era associato a un aumento del rischio del 29% di tutte le cause di demenza e un aumento del 36% del rischio di malattia di Alzheimer.

Il quintile più alto, invece, era associato a un aumentato rischio del 20% di demenza per qualsiasi causa, rispetto al quintile medio. L’anemia, infine, era associata a un aumento del 34% del rischio di demenza per tutte le cause e a un aumento del 41% della malattia di Alzheimer.
 
Anche il volume di iperintensità della materia bianca e la connettività strutturale sono stati peggiori sia nella gamma inferiore che in quella superiore dei livelli di emoglobina e la connettività strutturale sarebbe stata significativamente peggiore negli individui con anemia rispetto a quelli senza.
Bassi livelli di emoglobina, ma non elevati, sono risultati associati a maggiore prevalenza dei cosiddetti microbleeds, mentre né i livelli di emoglobina né l’anemia sono risultati correlati alla presenza di infarti lacunari o corticali. Infine, i livelli di emoglobina sarebbero stati associati in modo lineare alla perfusione cerebrale.

Fonte: Neurology
 
Will Boggs
 

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
02 agosto 2019
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