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Mindfulness. Può funzionare anche con una app
Negli Stati Uniti alcuni psicologi dell’Università di Pittsburgh hanno condotto il primo studio “digitale” sulla mindfulness. Per 20 minuti al giorno, attraverso una app, e per 14 giorni, più di 100 partecipanti sono stati assegnati a un programma di training. I risultati sono stati in linea con quelli emersi da studi a lungo termine
19 MAR - (Reuters Health) – 20 minuti al giorno, usando una app per smartphone che offre un training per la mindfulness, per sentirsi meno soli e avere più interazioni sociali delle persone che non la usano. È il risultato di un piccolo esperimento dalla Carnegie Mellon University di Pittsburgh. Il mindfulness training è da tempo legato a riduzioni nell’isolamento sociale, ma la maggior parte delle ricerche su questa pratica si sono concentrate su sessioni svolte di persona, che continuavano per diverse settimane o mesi.
 
Con la sua attenzione sulle brevi sessioni di training in digitale, lo studio USA ipotizza che le sessioni di gruppo e il contatto sociale che deriva dagli incontri di persona potrebbero non essere necessari affinché i partecipanti traggano beneficio dalla mindfulness, ha dichiarato l’autrice principale Emily Lindsay, ricercatrice di Psicologia presso l’Università di Pittsburgh. “Il training su smartphone è accessibile ed economico”, aggiunge Emily Lindsay.
 
La premessa
I programmi di training basati sulla mindfulness sono concepiti per aiutare le persone a concentrarsi sul momento presente e facilitare l'accettazione del dolore e del disagio. Questi programmi possono prevedere tecniche di meditazione per aumentare la consapevolezza del momento presente durante le comuni attività quotidiane, come guidare o mangiare, o esercizi di respirazione e pratiche come lo yoga per contribuire a stimolare la consapevolezza del corpo e a concentrarsi sul qui ed ora.

Nello studio dei ricercatori di Pittsburgh, l’obiettivo del mindfulness training è stato quello di aiutare i partecipanti ad accettare il disagio derivante dalle interazioni sociali e continuare a relazionarsi con altre persone.

Lo studio
I ricercatori hanno assegnato a caso 153 adulti a uno di tre interventi di 14 giorni che prevedevano l’uso dello smartphone. Per 20 minuti al giorno, un gruppo ha ricevuto un training sulle capacità di monitoraggio e accettazione, un altro è stato formato solo sulle capacità di monitoraggio e un terzo gruppo non ha ricevuto nessun contenuto per la mindfulness, ma indicazioni sulle comuni tecniche per affrontare le difficoltà.

In ogni gruppo, i ricercatori hanno anche chiesto ai partecipanti di svolgere dei brevi compiti quotidiani concepiti per durare non più di dieci minuti.
Nei tre giorni precedenti e successivi agli interventi, i partecipanti hanno compilato delle valutazioni durante la giornata per misurare il grado di solitudine e contatto sociale. I soggetti che hanno ricevuto il training sulle capacità di monitoraggio e accettazione hanno ottenuto i benefici più evidenti: hanno ridotto la solitudine della vita quotidiana del 22% e hanno aumentato i contatti sociali di due interazioni al giorno in media.

Il gruppo formato solo sul monitoraggio non ha assistito a tali cambiamenti; ciò indica che il training sulle capacità di accettazione può rivelarsi un elemento fondamentale per i benefici sociali dei programmi di mindfulness training, concludono i ricercatori nell’articolo su Proceedings of the National Academy of Sciences.

Le conclusioni
Un limite dello studio è il fatto che i ricercatori non hanno specificamente testato l’app per la mindfulness in adulti soli o socialmente isolati; le persone erano stressate, ma non necessariamente avevano anche questi problemi. Inoltre, gli studiosi non disponevano di dati sul possibile contributo della app per fare nuovi amici o interagire con sconosciuti invece di relazionarsi di più con le persone già conosciute.

“C’è ancora molto che non sappiamo: in quale misura, tempistica e sequenziamento il mindfulness training potrebbe essere efficace, per quali problemi e in quali tipi di persone” – osserva Na Zhang, ricercatrice di psicologia all’Arizona State University di Temple, non coinvolta nello studio.

“Forse praticando il monitoraggio e l’accettazione ogni giorno, anche se per un breve periodo di tempo, possiamo sentirci più in pace e liberi, meno influenzati da possibili pensieri negativi e sensazioni generate nella nostra mente – conclude Zhang –. Quindi siamo più vicini a ciò che realmente siamo: esseri sociali che per natura necessitano di essere connessi con altre persone”.

Fonte: Proceedings of the National Academy of Sciences
 
Lisa Rapaport
 
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
19 marzo 2019
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