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Imparare come prestare il primo soccorso già a 12 anni. In Italia la legge per farlo c’è ma i corsi ancora stentano a decollare
Ad oggi, solo in 5 Paesi l’insegnamento delle manovre salvavita agli studenti è previsto da una legge, Italia compresa. Ma per l’Italian Resuscitation Council (Irc) “si riscontrano diversi problemi organizzativi, la cui soluzione richiede un maggiore supporto da parte delle istituzioni”. La mappa europea del primo soccorso a scuola
28 MAR - A due anni dall’approvazione da parte dell’Oms della dichiarazione “Kids Save Lives”,  - il documento, proposto congiuntamente da diverse associazioni europee tra le quali Irc (Italian Resuscitation Council), raccomanda l’inserimento nei programmi di tutte le scuole del mondo di due ore di formazione all’anno sulla rianimazione cardiopolmonare per i ragazzi dall’età di 12 anni - la situazione europea sulla diffusione dell’educazione in tema di rianimazione cardiopolmonare e primo soccorso nelle scuole è ancora molto disomogenea.
 
A presentare la mappa europea dell’insegnamento delle manovre di primo soccorso nelle scuole è l’Italian Resuscitation Council, che evidenzia come “a questa età i bambini sono maggiormente recettivi alle istruzioni che vengono loro fornite e possono apprendere più facilmente come aiutare una persona in arresto cardiaco. Iniziare a formarsi in giovane età significa far sì che la rianimazione cardiopolmonare possa diventare un’abilità permanente come andare in bicicletta o nuotare: non dimenticheranno più come si salva una vita”.   

Tuttavia, ad oggi, in soli 5 stati (Belgio, Danimarca, Francia, Italia e Portogallo) è presente una legislazione che regola l’insegnamento delle manovre salvavita agli studenti (per l’Italia a prevedere, nelle scuole, iniziative di formazione rivolte agli studenti, per promuovere la conoscenza  delle tecniche di primo soccorso è il comma 10, art. 3, della Riforma della Scuola Legge n. 107 del 13 luglio 2015). In altri 16 Stati è stato dato soltanto un suggerimento all’insegnamento, mentre in tutti gli altri Paesi europei al momento non è previsto nessun intervento in materia. Ma anche nei Paesi in cui è presente una legislazione in materia, “si riscontrano diversi problemi organizzativi la cui soluzione, richiede un maggiore supporto da parte delle istituzioni”, evidenzia l’Irc.

“Siamo convinti – dichiara Federico Semeraro, Presidente di Italian Resuscitation Council – che la formazione al primo soccorso in giovane età sia di fondamentale importanza per il bene di tutti, con ripercussioni positive sulla salute pubblica. La diffusione di queste conoscenze, favorite dalla spinta legislativa e dalla campagna di sensibilizzazione a livello mondiale, potrebbe aumentare notevolmente le possibilità di rimanere in vita in caso si venga colpiti da arresto cardiaco”.  
 
L’arresto cardiaco è ancora oggi la terza causa di morte nei Paesi industrializzati,
 con un totale, secondo i dati forniti dall'Irc, di oltre 700.000 decessi ogni anno in Europa e di oltre 400.00 negli Stati Uniti. “Un numero spaventoso – osserva l’Irc - che potrebbe essere dimezzato se un maggior numero di soccorritori, i testimoni dell’evento, fosse in grado di intervenire tempestivamente praticando immediatamente la rianimazione cardiopolmonare”.  

Per l’Irc, infatti, una formazione obbligatoria dei bambini in età scolare a livello nazionale avrebbe un impatto decisamente positivo sulla percentuale di applicazione della rianimazione cardiopolmonare, “che ora si attesta intorno al 60-80% solo in pochi Paesi del mondo, mentre nella maggior parte degli Stati è ben al di sotto del 20%”. 
28 marzo 2017
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