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Artrite Reumatoide, approvata una nuova molecola che blocca infiammazione e dolore
Una nuova molecola, il baricitinib, potrebbe cambiare la vita di molti malati di aritrite reumatoide. Il 70% dei pazienti affetti da questa patologia, infatti, con le terapie standard non riesce a combatterla. La molecola è stata approvata dalla Commissione Europea e studi clinici hanno già dimostrato che è capace di migliorare in maniera significativa segni e sintomi della malattia, agendo con un meccanismo d’azione totalmente innovativo.
20 MAR - Approvata una nuova molecola per il trattamento dell’Artrite Reumatoide dalla Commissione Europea. Sarà il primo inibitore degli enzimi delle Janus chinasi (in particolare JAK 1 e JAK 2) utilizzato per la cura di questa patologia. Si chiama baricitinib e risponde ai bisogni insoddisfatti dei pazienti adulti con Artrite Reumatoide da moderata a grave. Secondo le stime solo il 30% dei pazienti trattati raggiunge la remissione clinica e un numero importante di malati non ottiene risultati soddisfacenti. Per questo motivo baricitinib sarebbe indicata per coloro che non ottengono miglioramenti significativi, o risultano intolleranti, ad uno o più farmaci anti-reumatici, sia in monoterapia che in associazione con metotrexato. Ancora oggi il 50% dei pazienti curati riporta vari gradi di invalidità o non autosufficienza, entro 20 anni dall’esordio della malattia.
 
Come agisce Baricitinib
Baricitinib agisce direttamente sugli enzimi JAK1 e JAK2 modulando la sintesi di citochine JAK-dipendenti. Le citochine JAK-dipendenti sono implicate nella patogenesi di diverse patologie infiammatorie e autoimmuni e ciò sembra suggerire che gli inibitori dei JAK possano essere utili nel trattamento di un’ampia gamma di condizioni infiammatorie. In caso di alterata regolazione dell’attività di specifici enzimi JAK si può infatti sviluppare un processo infiammatorio e un’attivazione anomala del sistema immunitario.
 
“Il meccanismo di azione è molto interessante – ha detto Piercarlo Sarzi Puttini docente di Reumatologia presso l'Università degli Studi di Milano e Direttore UOC del polo universitario L. Sacco di Milano - gli inibitori JAK interferiscono su questa particolare classe di enzimi intra-cellulari che generalmente agiscono emettendo segnali che innescano la produzione di sostanze infiammatorie. Un target che ha mostrato importanti vantaggi specifici: un’efficacia superiore ai farmaci di riferimento sugli indicatori di malattia, l’azione in tempi brevi dall’inizio della terapia, l’efficacia sul dolore spesso invalidante già dalla prima settimana e una somministrazione più semplice e sicura".
 
Lo studio più recente
Nello studio RA-BEAM apparso recentemente sul New England Journal of Medicine, baricitinib è risultato superiore ad altri farmaci nono solo per il trattamento della malattia, ma anche per un significativo miglioramento del dolore articolare, rigidità mattutina e fatica.
“Stiamo parlando di oltre 400 mila persone solo in Italia, pari allo 0,5% della popolazione – ha sottolineato Silvia Tonolo, Presidente di ANMAR, che riunisce i malati di Artrite Reumatoide - con una prevalenza di giovani donne in età adulta. E’ promettente che questa nuova molecola abbia un’azione molto specifica sul dolore, un compagno invisibile e costante che interferisce con le più banali attività quotidiane. In questo senso, baricitinib dimostra di diminuirlo in tutte le sue forme sin dalle prime settimane e questo è incredibilmente confortante e potenzialmente rivoluzionario per la vita dei pazienti”.

Questa molecola ha anche un altro aspetto positivo: è facile da utilizzate. “Prevede una somministrazione unica giornaliera – ha aggiunto Sarzi Puttini - molto più agevole da gestire rispetto ai trattamenti iniettivi attualmente a disposizione”.
 
Studi precendenti 
Nello studio BEAM, pubblicato a febbraio sul prestigioso New England Journal of Medicine, baricitinib è stato associato ad un significativo miglioramento clinico rispetto al placebo e adalimumab dopo solo 12 settimane di trattamento. L’analisi aveva coinvolto 1300 pazienti con artrite reumatoide che avevano una risposta inadeguata al MTX. Inoltre nello studio sono stati rilevati miglioramenti già dalla prima settimana su dolore, rigidità articolare e fatica.

L’Artrite Reumatoide in cifre
Nel mondo sono oltre 23 milioni le persone che soffrono di artrite reumatoide, una malattia autoimmune caratterizzata dall'infiammazione e progressivo danno articolare. La patologia interessa prevalentemente le donne con un rapporto di 3 a 1 sugli uomini.
Le manifestazioni cliniche della malattia portano a disabilità nell’80% dei casi e la sopravvivenza è ridotta di alcuni anni. 
I costi indiretti dovuti alle prestazioni previdenziali erogate, alle perdite di produttività dovute alle assenze dal lavoro del paziente e dei familiari risultano pari a 4.183 Euro (il 31% del totale) per un numero medio annuo di 65 giornate di assenza.
20 marzo 2017
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