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Epatite C. I test dell’antigene efficaci e poco costosi
Diversi test dell’antigene del core dell’epatite C (HCVcAg) diagnosticano con precisione l’infezione da virus HCV e potrebbero sostituire i Nucleic Acid Test (NAT) in contesti in cui l’HCV è prevalente. È quanto emerge da una revisione sistematica e da una metanalisi pubblicate su Annals of Internal Medicine.
22 GIU - (Reuters Health) - “In generale, molti dei test si comportano molto bene e, anche se non equivalgono al NAT, i costi più bassi possono giustificarne l’uso in setting appropriati”, spiega J. Morgan Freiman del Boston Medical Center del Massachusetts, principale autore dello studio.
 
L’attuale procedura diagnostica in due fasi per scoprire l’infezione da HCV – lo screening per gli anticorpi HCV, seguito da NAT per quelli con anti-HCV – è un serio ostacolo per affrontare la strategia di eliminazione del virus proposta dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Attualmente, ci sono cinque test per HCVcAg disponibili in commercio.
 
Lo studio
Freiman e colleghi hanno valutato l’accuratezza della diagnosi da infezione da HCV attiva tra adulti e bambini per questi cinque esami disponibili rispetto al NAT ,nella loro revisione sistematica e metanalisi di 44 rapporti pubblicati. La sensibilità e la specificità del gruppo sono state di 93,4% e 98,8% per l’analisi ARCHITECT Abbott, 93,2% e 99,2% per la Ortho HCV Ag ELISA e di 59,5% e 82,9% per la Hunan Jynda HCV Ag ELISA.
Non sono state registrate informazioni sufficienti per un’analisi aggregatadi Eiken Lumispot HCV Ag e per l’esame di Fujirebio Lumipulse Ortho HCV Ag.
Tre rapporti hanno dimostrato che il HCVcAg è stato ben correlato con l’RNA quando i livelli sono stati di almeno 3000 UI/mL con il test ARCHITECT Abbott.
 
Le conclusioni degli autori
“Anche se anche i test con le più alte prestazioni non sono così sensibili come NAT, la buona esecuzione del test HCVcAg – con una sensibilità analitica che raggiunge un range fentomolare (pari a 3000 UI /mL) – potrebbe sostituire il NAT per il rilevamento dell’HCV, soprattutto se un costo inferiore per test permettesse a più pazienti di sottoporsi all’esame”, concludono i ricercatori. “Pertanto, HCVcAg dovrebbe essere esplorato per test al point-of-care (POC) per aumentare il numero di pazienti diagnosticati e velocizzare la cura dell’HCV”.

“C’è ancora molto lavoro da fare per determinare a quale soglia di sensibilità un test POC potrebbe essere clinicamente utile – precisa Freiman – Con impostazioni di accesso affidabili per il trattamento di laboratorio centralizzato e una capacità diagnostica più elevata, un test POC potrebbe ancora rivelarsi utile come strumento di screening, ma avrebbe meno probabilità di sostituire il test degli acidi nucleici (NAT) confermativo”.

I commenti
Jose-Manuel Echevarria
, del Carlos III Health Institute di Madrid, che ha recentemente riportato che un anticorpo core-specifico per l’HCV può rappresentare un’infezione da HCV occulta tra i donatori di sangue, dice che “dal report i medici dovrebbero concludere che il test HCVcAg fornisce risultati diagnostici di fiducia per la caratterizzazione dei loro pazienti positivi anti-HCV come viremici o non viremici prima di decidere in merito al trattamento antivirale”.
“Il test HCVcAg è particolarmente utile ai fini dei centri trasfusionali – aggiunge lo specialista – I donatori di sangue con infezione cronica vengono rilevati dallo screening anti-HCV, e l’HCVcAg sarà in grado di rilevare in modo efficiente quasi ogni unità di sangue ottenuto da donatori che hanno vissuto il periodo dell’infezione acuta da HCV, che risultano negativi per l’anti-HCV”.

“Allo stato attuale, in contesti con risorse importanti, si useranno di sicuro i NAT a causa della loro maggiore sensibilità e perché l’apparecchiatura automatica ha ridotto la possibilità di risultati falsi positivi con la contaminazione del campione al minimo – conclude Echevarria – Tuttavia, il test HCVcAg è estremamente utile e conveniente in ambienti con scarse risorse, e anche per le unità di emergenza in tutto il mondo”.
 
Fonte: Ann Intern Med 2016

Will Boggs MD

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
22 giugno 2016
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