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On line i compensi ai medici dalle aziende del farmaco. Intervista ai presidenti Chersevani e Scaccabarozzi: “Siamo convinti che sia la strada giusta. La trasparenza deve vincere sempre”
A due mesi dal via all’operazione trasparenza ecco come stanno andando le cose sul fronte delle aziende e dei medici. I due presidenti commentano l’adesione delle imprese italiane al codice europeo e condividono un percorso comune. Che ci hanno raccontato in questa intervista “doppia”
03 MAG - Mancano poco meno di due mesi alla fine del count down scattato alcune settimane fa dopo che le aziende farmaceutiche hanno comunicato ufficialmente la loro adesione al “disclosure code” della Federazione europea delle imprese del farmaco che prevede la pubblicazione on line di tutti i rapporti economici intercorrenti tra aziende, medici e organizzazioni sanitarie.
 
In Italia è una novità e l’attesa è forte per un’operazione che in molti descrivono come una vera rivoluzione nei rapporti tra mondo del farmaco e mondo medico. Tra le aziende si registra un forte ottimismo sul successo dell’iniziativa e sul fatto che essa sarà compresa nelle sue finalità di trasparenza non solo dai medici ma anche dall’opinione pubblica.
 
Per i medici la sfida è quella di non vivere come una notizia riservata le proprie collaborazioni ma anzi rivendicarne l’utilità e l’importanza per la ricerca, la formazione e l’aggiornamento. “Sia noi che loro abbiamo un Codice deontologico e sappiamo come comportarci”, ci ha detto la presidente della Fnomceo Roberta Chersevani.
 
Alla quale ha fatto eco il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi: “Rispetto a possibili polemiche che potrebbero scaturire dalla pubblicazione dei dati, pensiamo che l’opinione pubblica, i media e la politica siano più maturi di quei pregiudizi e luoghi comuni che possono sempre esserci e che ci sarebbero anche se non pubblicassimo nulla”.
 
Ma ecco come stanno andando le cose fino ad oggi, in attesa del D-Day del 30 giugno 2016.
 
Presidente Chersevani e presidente Scaccabarozzi, dal 30 giugno saranno on line sui siti delle aziende farmaceutiche operanti in Italia i dati relativi ai rapporti economici intercorrenti con medici e organizzazioni sanitarie. Nel nostro Paese è la prima volta che si attua un’operazione del genere. Quale impatto pensate possa avere sulle aziende, sui medici e le istituzioni sanitarie coinvolte?

Chersevani. Credo che ci stiamo abituando alla parola trasparenza. Troppo spesso il termine corruzione viene associato alla sanità e percorsi di questo genere fanno chiarezza. Le aziende farmaceutiche hanno aderito ad un Codice europeo. I medici hanno il proprio Codice Deontologico, e da molto tempo le aziende sanitarie sono a conoscenza e regolamentano i rapporti tra medici e industrie farmaceutiche. D’altra parte è noto che vi è collaborazione nella ricerca, nella formazione, nell’aggiornamento con partecipazione o realizzazione di convegni e congressi, nelle consulenze. Farmindustria ha un articolato impianto di controllo e la Federazione da me presieduta nomina un medico per il Giurì e uno per il Comitato di controllo; sono colleghi indipendenti, di chiara fama, che hanno lasciato l’attività professionale.
 
Scaccabarozzi. L’impegno che ci assumiamo è quello di portare ancora più trasparenza in un settore che è già di per sé molto ben regolato. E questo lo facciamo per rafforzare la base di collaborazione tra medici e imprese farmaceutiche. Una collaborazione che ha portato a tante innovazioni terapeutiche che vanno a beneficio dei pazienti e che vogliamo valorizzare. Mi spiego. Da un lato per noi è importante portare queste conoscenze alla classe medica perché l’innovazione è sempre più complessa e quindi è importante che i medici siano il più possibile aggiornati, dall’altra parte è importante ricevere, di ritorno dai medici, le loro esperienze perché ciò aiuta la nostra ricerca ad andare sempre di più nella direzione giusta. Con questa iniziativa il nostro auspicio è quindi che tutti gli attori del sistema salute (pazienti, medici, istituzioni e anche media) possano guardare con fiducia a questo scambio di conoscenze e di competenze che fa progredire la qualità e l’efficacia dell’assistenza sanitaria.

 
Ad oggi che riscontri avete tra i vostri associati? Come stanno reagendo all’operazione trasparenza? Apprezzamento, perplessità, timore?

Chersevani. Non sono a conoscenza per ora di commenti negativi o di perplessità. Nel Codice di Deontologia Medica ci sono articoli che si riferiscono alle condizioni  di conflitto di interessi e alle modalità della sperimentazione scientifica. Gli articoli sono corredati da ampi indirizzi applicativi che indicano il comportamento da tenere. Non ci sarebbe ricerca senza la collaborazione che ora viene solo più chiaramente espressa.

 
Scaccabarozzi. Siamo consapevoli che si tratta di un percorso che inizia adesso e con uno strumento nuovo con cui dovremo familiarizzare tutti. Ma posso dire che tutte le imprese sono state compatte e determinate nel compiere questo passo in avanti, così come sono state unite nel votare l’adozione del codice che ci pone ancora una volta all’avanguardia, perché, ricordo, questo non ce lo chiede la legge, ma lo facciamo noi, di nostra libera iniziativa. Nello specifico desidero precisare che questo passaggio è stato approvato all’unanimità da tutta la Giunta associativa. I nostri associati stanno quindi reagendo bene. Questo percorso lo hanno voluto e lo stanno implementando nel migliore dei modi. Insomma, proprio perché ci crediamo, vogliamo valorizzarlosempre più.

 
Pensate che l’opinione pubblica italiana, ma anche la politica, siano pronte a vedere scritto nero su bianco che tra aziende e medici esistono rapporti economici? Oppure temete che si possano alimentare polemiche sulla sussistenza di conflitti di interesse tra aziende ed operatori della sanità?

Chersevani. Il  medico non condizionato, che non modifica l’appropriatezza delle proprie decisioni, che attua una costante revisione critica,  che applica regole di trasparenza, che si comporta secondo i principi dell’etica professionale non può creare perplessità da parte della persona assistita, e quindi anche della società.
 
 

 
Scaccabarozzi. Ribadisco, noi pubblichiamo volontariamente i dati sui nostri siti affinché tutti li possano vedere in assoluta trasparenza.Nel rispetto della privacy , in caso di consenso del medico, si troverà tutto, dal suonome, alla transazione e al suo valore, ea cosa ha riguardato il rapporto di collaborazione. In tutti gli altri casi, i dati saranno resi noti in forma aggregata. Tutti potranno vedere cosa facciamo e con quali vantaggi per la salute di tutti. Rispetto a possibili polemiche, pensiamo in questo che l’opinione pubblica, i media e la politica siano più maturi di quei pregiudizi e luoghi comuni che possono sempre esserci e che ci sarebbero anche se non pubblicassimo nulla. Credo e mi auguro quindi che tutti apprezzeranno quest’iniziativa di trasparenza. E poi da paziente sarei contento di vedere che il mio medicopartecipa ad attività di formazione e feedback con le aziende perché vuol dire, in sostanza, avere medici più preparati e in possesso di tutte le conoscenze per curarmi.
 
C.F e L.F.
03 maggio 2016
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